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IL RIORDINO: DALLO SMANTELLAMENTO DELLA SUA-RB AL DEPOTENZIAMENTO DI ASSESSORI E CONSIGLIERI

Il Dipartimento che gestisce i milionari appalti pubblici smantellato per diventare un «ufficio» del governatore che punta anche ai poteri legislativi del Consiglio

L’Italia è una Repubblica, ma la Basilicata parrebbe destinata a diventare una sorta di monarchia presidenziale. Ormai è chiaro: per il governatore lucano Bardi e per lo staff di napoletani che lo circonda muovendo i fili, la Basilicata deve essere trasformata in una colonia. La Basilicata, però, non è uno «scatolone di sabbia » e di milioni di soldi pubblici ne scorrono ogni anno, verrebbe da dire, a milioni. E così la Sua-RB che gestisce appalti per importi da 1milione di euro a salire, non deve essere più un Dipartimento, ma un ufficio del governatore. Non è tutto, c’è di più. Perchè oltre alle mani sugli appalti pubblici, il governatore ha fatto una incursione anche nei poteri legislativi del Consiglio regionale. Bardi e i suoi non intervengono dove bisogna intervenire, ma soltanto dove a loro, per interessi che con la pubblica utilità hanno poco se non nulla a che fare, conviene. Gli assessori regionali, poi, decorazioni. Riordino degli Uffici e dei Dipartimenti della Giunta regionale: il progetto di Bardi è stato approvato all’«unanimità dei voti». In 29 articoli di legge, Bardi è riuscito a concentrare un condensato di unicum amministrativi di probabile inopportuna portata. Balza immediatamente all’analisi, il declassamento della Stazione unica appaltante della Regione Basilicata a «Ufficio speciale della Presidenza » della Regione. La correlazione tra la finalità di «accrescere la capacità di innovazione e la competitività », come formalmente richiamata da Bardi, e lo smantellamento della Sua-RB è così immotivabile che non a caso neanche il capo di Gabinetto Grauso l’ha motivata.

La politica così andrà a confondersi con la gestione delle intere procedure di appalti milionari come da mansioni specifiche della Stazione unica appaltante regionale: dalla redazione dei capitolati all’aggiudicazione. Bardi, ovvero lo staff di napoletani che lo circonda muovendo i fili, nonostante il declassamento della Sua-RB a suo ufficio, ha previsto comunque la figura di un Direttore generale. Successivo step del piano di conquista del governatore, che ha poteri esecutivi, è quello di commissariare il potere legislativo. I controllori a chi è abituato a comandare, come è l’ex Generale della Guardia di Finanza, non piacciono. E così ecco l’articolo 4: “Verifica della corretta quantificazione degli oneri delle leggi”. A Grauso e Bardi qualcuno dovrebbe ricordare che è il Consiglio regionale che legifera. Così come la copertura della spesa, è una fase di verifica coincidente con l’approvazione della legge, al momento di presentazione del disegno di legge o della proposta di legge. Per Bardi, invece, la verifica va spostata all’atto della promulgazione. Su carta, inoltre, una strana inversione.

Non più il Consiglio regionale che deve chiedere alla Giunta la collaborazione e lo scambio di dati e informazioni, ma il contrario. Non si comprende come possa coincidere il principio della «trasparenza e dell’imparzialità » dell’azione amministrativa con la previsione di Bardi che spetti «all’ufficio della Giunta regionale preposto all’apposizione del visto di compatibilità finanziaria e regolarità contabile degli atti regionali verificare l’effettiva copertura finanziaria delle leggi approvate prima della loro promulgazione da parte del Presidente della Giunta regionale ». Gli Organi del Consiglio regionale titolari di questa potestà legislativa di verifica e controllo, Uffici, Comitati e Commissioni, superati da uffici della Giunta, i controllati, che sono tra i più politicizzati in quanto di «diretta collaborazione del Presidente». Quelli citati, Sua-RB e commissariamento del potere legislativo, sono soltanto 2 allarmanti aspetti del “Riordino” di Bardi. I 29 articoli, però, sono un condensato di propositi che non appaiono del tutto opportuni, seguendo anche l’evoluzione normativa che, su indicazione dell’Anac, parrebbe dovere andare in senso opposto a questa riforma.

Ferdinando Moliterni

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