GRUCCIONI NELLE “GOLE DEL PLATANO”
Tra Balvano, Baragiano, Bella, Muro Lucano e Vietri, Lisandro immortala un’altra specie protetta, un vero tesoro naturalistico
Ancora una volta il documentarista bellese Carmine Lisandro dona al pubblico le immagini di una specie protetta: il Gruccione, dal più complicato nome scientifico di Merops apiaster, in un luogo altrettanto suggestivo quale le “Gole del Platano”, sito natura 2000 S.I.C./Z.P.S., che ricade nei Comuni di Balvano, Baragiano, Bella, Muro Lucano e Vietri di Potenza, del quale Lisandro, all’epoca dipendente dell’Ufficio Ambiente del Comune di Bella, ha segnalato, con le sue foto ed i suoi video, il pregio naturalistico dell’area in termini di habitat e di specie faunistiche e, «grazie ai funzionari del Dipartimento della Regione Basilicata – Ambiente ed Energia – Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura l’iter è proseguito fino alla trasmissione al Ministero dell’Ambiente che lo sottoporrà in seguito al definitivo parere della Commissione Europea» ci spiega lo stesso Lisandro.
I Gruccioni, con l’arrivo della primavera, racconta «sono ritornati dall’Africa per nidificare nel nostro territorio, dopo aver compiuto un viaggio lungo più di 10.000 chilometri e che, ai primi freddi autunnali, dovranno rifare. Sono uccelli bellissimi dal piumaggio, molto simile tra i due sessi, che va dal rosso-arancio del dorso, all’azzurro-verde delle parti inferiori, la gola è gialla con una banda nera nel sottogola mentre una mascherina nera parte dal becco e oltrepassa l’occhio. Hanno l’apertura alare di circa 46 cm, il corpo è lungo 28/30 cm ed il peso intorno ai 40-70 grammi».
Per quanto concerne il loro habitat «è vario, va da corsi d’acqua dolce vicino a boschi, aree agricole ad ambienti caldi e aridi, e si nutre di insetti che cattura in volo: calabroni, vespe, bombi, ed api che sbatte sui rami per eliminarne il pungiglione e quindi il veleno, cattura anche cicale, tafani, mosche, coleotteri e libellule. Si calcola che in un giorno ogni Gruccione riesca a catturare più di 200 insetti. Sono monogami ed il maschio, per conquistare i favori della femmina la corteggia offrendole del cibo. Una volta formata la coppia -prosegue Lisandro- provvedono, su pareti argillose o sabbiose, a trovar un buon posto per fare il nido, scavando un cunicolo profondo anche 2,5 metri che termina con uno spazio dove la femmina, depone 4/7 uova, covate per un mese. I piccoli vengono accuditi per 1-2 mesi dai genitori coadiuvati da soggetti non accoppiati dell’anno precedente». In media la durata della vita di questi splendidi volatili arriva a 5/6 anni, spesso minati da predatori quali serpenti come il Biacco, la Natrice dal Collare e la Natrice Tassellata e Rapaci come il Nibbio Bruno, il Falco Pellegrino, lo Sparviero, l’Astore.
Abbiamo parlato di api quali insetti di cui si cibano e Lisandro propone un consiglio agli apicoltori su come allontanare i Gruccioni dagli alveari senza arrecare loro danni: «essendo uccelli protetti, non possono essere uccisi o catturati per cui si consiglia per allontanarli dalla arnie usando dissuasori che emettano grida di caccia di predatori di questi uccelli».