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I colleghi di Polizia penitenziaria e le autorità hanno dato l’ultimo saluto a Mario Rocco Santoro, 32 anni originario di Potenza

Una cerimonia per abbracciare anche i suoi familiari, attorno a cui si sono stretti gli uomini e le donne del reparto della polizia penitenziaria e la comandante, commissario capo Annalisa Gadaleta, che ha letto una lettera dedicata a Mario Rocco Santoro

Mario Rocco Santoro, un agente di Polizia penitenziaria, aveva qualche ora libera dal servizio e, da vero appassionato di moto, ha pensato di andare a farsi un giro fuori città.

Incidente in motocicletta a Montalbano, muore il giovane Mario Rocco Santoro

Una domenica di sole da sfruttare con la passione per la moto.
Così l’agente di polizia penitenziaria, Mario Rocco Santoro, pensava di trascorrere questa domenica, rivelatasi poi tragica.
Un impatto violentissimo con una vettura ha sbalzato via la moto, segnando la morte del giovane centauro di soli 32 anni.

È salito in sella della sua Kawasaki Ninja per passare qualche ora in tranquillità, ma le cose non sono andate come previsto.

La dinamica dei fatti
Mentre viaggiava in sella alla sua Kawasaki Ninja verde, intorno alle 11.40, zona Montalbano, precisamente in via Bologna, all’angolo con via Fruttidoro, arrivava anche una Toyota Hybrid.
Per cause in corso di accertamento da parte degli agenti della polizia municipale, i due veicoli si sono scontrati.
Ad avere la peggio è stato il motociclista. L’impatto con la parte anteriore destra della vettura è stato molto violento, al punto da sbalzare la Kawasaki fuori strada.
All’arrivo dei soccorritori, la moto si trovava in un campo agricolo che costeggia la strada.

Le sue condizioni erano sin da subito apparse gravi e la speranza era appesa a un filo.
Un filo che si è spezzato nel pomeriggio del 4 ottobre quando l’uomo, originario di Potenza e da tre anni in servizio all’Arginone, è morto dopo alcune ore di lotta all’ospedale di Cona.

Mario Rocco Santoro, a soli 32 anni ha perso la vita in seguito ad un incidente, avvenuto ieri mattina a Montalbano. L’uomo era originario di Potenza e da tre anni prestava servizio all’Arginone, ed è morto dopo alcune ore di lotta all’ospedale di Cona. Le sue condizioni sono apparse sin da subito gravi e le speranze per lui erano davvero poche. L’incidente è avvenuto alle 11:40 in via Bologna, all’angolo con via Fruttidoro. All’angolo tra le due strade arrivava anche una Toyota Hybrid e i due veicoli si sono scontrati, ma le cause devono essere ancora accertate.

Mario Rocco Santoro, l’incidente fatale
Il centauro ha impattato con la parte anteriore destra della vettura in maniera molto violenta, al punto tale da sbalzare la sua Kawasaki Ninja fuori dalla strada. All’arrivo dei soccorsi, la moto era in un campo agricolo che costeggiava la strada. Quando i soccorritori del 118 e gli agenti della Polizia municipale sono arrivati sul posto, il 32enne respirava ancora. Dopo le prime cure è stato trasportato all’ospedale di Cona, dove è deceduto. La Polizia locale deve ancora ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e valutare la posizione dell’automobilista.
La notizia della morte di Marco Rosso Santoro si è diffusa rapidamente ed è stata un fulmine a ciel sereno per i suoi colleghi, con i quali condivideva il lavoro tra le mura della casa circondariale.


Viene ricordato come “un vero soldato, sempre disponibile e pronto a fare il suo dovere. Un ragazzo gentile, serio e amabile. Un angelo con la divisa“

Lo piangono la famiglia e la sua fidanzata, con la quale doveva sposarsi e desiderava costruire una propria famiglia.

I colleghi di Polizia penitenziaria e le autorità hanno dato l’ultimo saluto a Mario Rocco Santoro, 32 anni originario di Potenza, agente in servizio da tre anni alla casa circondariale “Satta” di #Ferrara, scomparso domenica scorsa, 4 ottobre, dopo un incidente stradale a Montalbano.

La cerimonia e il picchetto d’onore si sono tenuti mercoledì pomeriggio nel piazzale della casa circondariale, dove le autorità, tra cui il vice sindaco Nicola Lodi, e i colleghi hanno dato l’ultimo saluto solenne a Santoro.

Una cerimonia per abbracciare anche i suoi familiari, attorno a cui si sono stretti gli uomini e le donne del reparto della polizia penitenziaria e la comandante, commissario capo Annalisa Gadaleta, che ha letto una lettera dedicata a Mario Rocco Santoro.

LA LETTERA INTEGRALE


Carissimo Mario,

perché caro sei.
Il 4 ottobre scorso è stato il giorno più terribile della mia vita, come donna e come Comandante di Reparto.
Ha segnato la vita di tutti Noi come niente altro.
Mai avrei pensato di provare il dramma che stiamo vivendo, come una Tua seconda famiglia, e mai avrei voluto dire ciò che ho dovuto dire ai Tuo amati e dolcissimi familiari ed a tutti noi.
Ho dovuto trovare la forza e le parole, neanche le parole giuste, perché non ne esistono…
Non riusciamo ad per esprimere il dolore, non è possibile.
Siamo stravolti ed attoniti da giorni.

Sai Mario, “Marione”, come Ti chiamavano qui i tuoi Amici e Colleghi, non è facile parlare di Te, non perché non basterebbero le pagine un libro per descrivere i Tuo pregi, fuori da retorica.

Avevi mille doti, mille qualità.
Essere Comandante è essere madre e padre insieme; mi tocca dare carezze e schiaffi, lodi ma anche dei rimproveri.
Sai bene che a Te ho sempre riservato solo lodi e complimenti.
Sei stato sempre un ragazzo splendido, educatissimo, per bene.
Ricordo i Tuoi saluti, anche a distanza di decine di metri, con la mano alzata, puntualmente accompagnati da un sorriso e la testa che accennava a chinarsi, schivo e timido quale eri. Solo pochi giorni fa mi hai augurato “Buon pranzo e buona giornata Dottoressa…” e mi ero detta, ancora una volta, tra me e me, “Ma quanto è educato questo ragazzo…”.
Un ragazzo raro sei, Caro Mario.

Come Comandante di Reparto non avrei potuto desiderare un Agente migliore, eccellente e solido come eri.
Sempre disponibile, sempre presente, capace di risolvere i problemi senza problemi, senza polemiche, ma sempre con serenità e pacatezza.
“Mai una parola fuori posto, eri il figlio ed il fratello che tutti vorrebbero avere…”, ha detto interpretando i nostri pensieri, il Tuo Coordinatore del Nucleo Traduzioni dove prestavi servizio da febbraio. Anche lì ti sei distinto, mostrando valore ed abnegazione non comuni.

Sai Mario, ho e abbiamo mille ricordi di Te, ma ne riporto solo uno che è il paradigma di come Sei.
Il pomeriggio dell’8 marzo, giorno tristemente noto a tutti, sono rientrata correndo in istituto e tu hai udito le mie parole, mentre dicevo ad collega che vi erano gravi criticità in corso.
Ti sei solo avvicinato, mi hai solo guardato, come assenso e conforto, hai lasciato le buste della spesa a terra, lì nel piazzale, e sei venuto con me, correndo con me verso i reparti e aprendo e sorreggendo per me tutte porte.
Senza troppe domande, senza parole, ma con il Tuo silenzio che era presenza, sostanza e forza insieme.

Sei stato lì con noi e con me per ore ed ore, per tutto il tempo necessario, anche all’indomani.
Sei stato un “muro”, come tutti Ti definivano in quei giorni, instancabile e solido, dietro il quale c’eravamo noi, e c’ero anche io.
E quando, giorni dopo, Ti ho ringraziato, come sempre, hai sorriso in modo timido, dicendo che avevi fatto solo il Tuo dovere e ciò che sentivi.
Ci mancherà tutto di Te, i tuoi sorrisi aperti e schivi insieme, il Tuo carattere solido, la Tua immensa professionalità.
Da Comandante di Reparto non avrei potuto desiderare un Agente migliore di Te, per me e per i nostri Uomini.
Eri l’Agente che ogni di noi avrebbe voluto a fianco, ogni giorno, nel nostro impegnativo e complesso lavoro.

Le tue qualità ci saranno di insegnamento, Te lo promettiamo. Sono onorata di essere stata il Tuo Comandante e di questo Ti ringrazio profondamente.

Non ci sarà giorno in cui non penseremo a TE, Caro Mario.
Sei qui, sarai qui con noi, per sempre. Illuminaci col Tuo splendido sorriso. Sai, ora Ti immaginiamo che ora corri libero, sorridente e deciso, con la tua moto, facendo slalom tra le nuvole…

Buon Viaggio, Caro Mario.
A presto, Ti vogliamo bene

Annalisa, il Comandante, e tutti gli Amici ed Agenti, gli Uomini e le Donne del Tuo Reparto della Polizia Penitenziaria, Casa Circondariale “C.Satta” di Ferrara

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