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REGIONE, IN GIUNTA SALTA IL BANCO

Uffici, Dipartimenti e deleghe: il giallo del Riordino. Merra non ci sta, Marti s’infuria e Fanelli «abbandona il gruppo»

Un nuovo giallo ammanta l’ultima riunione di Giunta. Ma stavolta le scintille tra colleghi assessori potrebbero finire a carte bollate, quanto meno sulla veridicità degli atti licenziati. Ma andiamo per ordine. Tra i consigli non scritti in materia di pubblica amministrazione, ce n’è uno considerato un vero e proprio salvavita: nelle riunioni, attenersi all’ordine del giorno e mai trattare le ostiche questioni “fuori sacco” o delle varie ed eventuali. La Giunta regionale di centrodestra, però, ignorando la regola è proprio ciò che ha fatto incappando in un disastro generale dalle inevitabili deleterie conseguenze. Mentre il giornale va in stampa, infatti, le diplomazie sono ancora impegnate nella ricerca di una qualche tipologia di accrocchio, ma rimedio o non rimedio, gli esiti sventurati sono, e lo saranno ancor di più in questi giorni, già evidenti indipendentemente da come la vicenda si concluderà.

SULL’ALTARE DEL RIORDINO DI UFFICI E DIPARTIMENTI, IL SACRIFICIO DELL’ASSESSORE MERRA Campo di battaglia, il “Riordino degli Uffici”, ma non soltanto di quelli. Anche in questa circostanza, vittima votiva, che per l’ennesima volta ha, contro le aspettative dei colleghi, mostrato nuovamente carattere tutt’altro che arrendevole, l’unica donna in Giunta, l’assessore Donatella Merra. Se il “mazziere” Bardi non alterasse le regole, Merra ne vincerebbe di partite contro gli altri assessori, ma data la totale arbitrarietà dell’arbitro, i risultati risultano poi falsati. Così appare sempre più chiaro che qualcuno vorrebbe la permanenza della Merra in Giunta semplicemente per la quota rosa indispensabile da mantenere. Nulla di più: l’eccessivo accanimento nei suoi confronti, tanto formale, quanto sostanziale, ne è la prova. A fare da contraltare alla Merra c’è il “cocco” del governatore, l’assessore Gianni Rosa pluridelegato e potenziato, come si vedrà più appresso. Ad ogni modo falso è termine da ricordare per la comprensione del “fuori sacco” in quanto se andrà a finire secondo l’ipotesi più quotata, la Giunta, ma non è la prima volta, avrà consumato un altro falso storico, se non addirittura ideologico. Ciò attiene, però, alla chiusura del sipario, mentre è bene che il rapporto cominci dalle urla. Nella Giunta di lunedì, animi accesi e toni aspri l’hanno fatta da padrone. L’input: il “fuori sacco” relativo al riordino degli Uffici sia della Presidenza che della Giunta regionale, ma anche dei Dipartimenti interessati.

AZZERAMENTO NOMINE E CORRISPONDENZA D’AMOROSI SENSI TRA BARDI E IL “COCCO” ROSA Riordino che come accaduto per l’Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpab), e come, a titolo esemplificativo, accadrà con la riforma sanitaria, risulta funzionale, se necessario, ad un azzeramento delle nomine, per esempio, dei Direttori generali dei Dipartimenti. Nel riordino, la conferma che Rosa è il “cocco” del governatore Bardi al punto che assessorato e Dipartimento all’assessorato della Merra collegato, Infrastrutture e trasporti, che già col caso Caivano-Dg sta attraversando, come la vicenda del console direttore attesta, un lungo periodo travagliato, deve essere un assessorato e Dipartimento solo al “Cotrab”. Per meglio specificare: “trasferite” altrove, deleghe quali acque minerali e termali, dissesto idrogeologico, concessioni demaniali marittime, Protezione civile e Difesa del suolo. Tutte, tranne la Protezione civile, assegnate o da riassegnare a Rosa. Il cavillo pretestuoso è la paventata omogeneità: ambiente inclusivo del “resto del mondo”. Al “delitto” fuori sacco, l’assessore Merra dapprima insorta, per forma e per contenuto dell’atto, poi comunque ha cercato di andare incontro alle richieste di Bardi e colleghi. Sulla vicenda del Trasporto pubblico, però, come gli adempimenti per la prosecuzione dei servizi del Tpl, l’assessore Merra ha chiesto che quantomeno passasse la sua linea. Rassicurazioni verbali incassate, Giunta a lavoro sul riordino. Chiusa la pratica, al momento di passare al Tpl, il rinvio: motivi di orario.

IL DELITTO DEL “FUORI SACCO” «FANELLI HA ABBANDONATO IL GRUPPO» Da lunedì, il secondo atto, ieri. In assenza del segretario di Giunta, Del Corso passato all’Agricoltura, a Merra, la più anagraficamente giovane della Giunta, l’onere del facente funzioni. Ricevuti verbali e atti della riunione del giorno prima, il misfatto. Sulle carte fornite all’assessore, poichè da firmare in qualità di segretario, i napoletani avrebbero compiuto altri “magheggi” di potere, tra deleghe e riordino. Parole, del giorno prima, e scritto, del giorno dopo, ieri, non collimavano con differenze marcate rispetto a quanto statuito. Questa volta, però, Merra è ricorsa alla traccia indelebilmente stesa nero su bianco. Nella nota inviata, data la non corrispondenza riscontrata, l’unica soluzione prospettata è stata la seguente: a queste condizioni, nessuna firma. Di qui il déjà vu: analogamente è accaduto con la delibera sul caso dell’ex Dg dell’Aor San Carlo, Barresi, e quel mandato dato ai legali della Regione di difenderlo al Tar, poichè inevitabile, ma farlo male. Merra s’oppose allora come ora. Scalata Merra, l’ipotesi di farla comparire assente e far firmare tutto all’assessore all’Agricoltura Fanelli, sempre in qualità di facente funzioni di segretario di Giunta. Tra metafore, pesciolini di cannuccia, e fatti, la napoletanizzazione della Regione, nonchè l’andare contro un esponente dell’esecutivo dello stesso partito, Fanelli e Merra sono entrambi della Lega, la soluzione per Bardi &Co. si è trasformata in rilevante problema. L’argomento ha così debordato, che è stato informato anche il Commissario regionale del partito, Marti. Il pugliese alla prese col post sconfitta delle comunali di Matera, non l’ha presa per nulla bene e ciò ha ulteriormente complicato la situazione. Pur non volendo prendere totalmente le parti della Merra, verosimile, nonchè lineare e logico, il ragionamento secondo cui non firmando l’assessore ai Trasporti, quantomeno Fanelli avrebbe potuto, ma soprattutto dovuto, esimersi anche lui dal farlo scaricando la pratica all’assessore f.f. successivo e sicuramente di altro partito. Capita l’antifona, il genio Fanelli s’è palesato per quello che è. Nel gruppo Lega di messaggistica istantanea WhatsApp, la trovata di Fanelli alla ricerca di un finale di quelli da lasciare il segno: “il mio Dipartimento non è stato toccato”. Poi, il trionfo del mors tua, della Merra, vita mea, dell’assessore all’Agricoltura, è stato suggellato su WhatsApp, da «Fanelli ha abbandonato il gruppo», come da foto in pagina.

LA GIUNTA BARDI OSCILLA TRA FALSO IDEOLOGICO E FALSO STORICO È certo che l’assessore Merra fosse presente alla Giunta di lunedì, per cui se nella delibera comparirà la firma di Fanelli, e la contestuale assenza della prima, a parte la difformità dei contenuti del riordino, non si può non affermare che quello che si è consumato è se non un falso ideologico, quantomeno un falso storico.

Ferdinando Moliterni

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