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POST SCONFITTA, CENTRODESTRA CERCASI

Su Matera nessuno si prende la responsabilità. Solito “valzer” in Giunta: chi è fuori spinge, chi c’è non molla

In fondo a Matera il centrodestra ha vinto: arrivare secondi rappresenta pur sempre l’esser i primi degli sconfitti. All’indomani della pesante sconfitta elettorale nella Città dei Sassi, a via Verrastro si sente un solo rumore: il silenzio.
Eppure fino agli ultimi Consigli regionali, in Aula dalla Lega, primo su tutti il capogruppo Coviello, era un liquidare facile le critiche del centrosinistra, con tanto di sottolineatura di un beffardo sorriso, ricorrendo al refrain de «i cittadini hanno votato il cambiamento, ora vinceremo anche a Matera».
Noto è che «la vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana», ma sul caso Matera, in riferimento al centrodestra improvvisamente scomparso, è proprio così.
Questo pubblicamente, perchè ufficiosamente la coalizione di centrodestra scricchiola al minimo spostamento d’aria.
Probabilmente, però, non accadrà nulla. Più che l’immobilismo del governatore Bardi, molto Prodiano in questa sua attitudine allo star fermo, prevarrà la paura che arrivare davvero alla resa dei conti, produrrebbe l’effetto della fine anticipata della legislatura col rischio, a fronte di altri 3 anni garantiti, che buona parte degli attuali eletti, non avrà più il badge per entrare in Regione. Dalle comunali alla regionali, dove Salvini credeva di vincere 5 a 1 e poi grazie al solito Zaia è riuscito almeno a pareggiare 3 a 3, primariamente la Lega, ma il centrodestra in generale è, però, riuscito molto ridimensionato rispetto alle attese.Se ormai al Partito democratico commissariato, l’elettorato lucano è più che abituato, non va dimenticato che anche la Lega è un partito che abbonda di commissariamenti. Tralasciando lo strambo e arbitrario “gioco delle tre carte” del leader Salvini, tra i commissari in Puglia, Basilicata e Campania, un fallimento totale, anche il Carroccio lucano che dovrebbe trainare l’intero centrodestra, sotto questo aspetto non trova pace da molto tempo. Al Cappiello, subentrò il novarese Liuni, altra stravaganza di Salvini, sostituito a sua volta con l’attuale commissario, il pugliese Marti. La maggioranza regionale vuole far vedere che la sconfitta sia orfana, ma è cosciente del contrario perchè i nomi, seppur non pronunciati, sono noti. Buona parte dei responsabili, inoltre, siede proprio in Regione. La Lega sconfitta su tutti i fronti, anche quello dell’antipolitica, strumento sempre utilizzato, dal leader nazionale Salvini in giù, fino ai consiglieri regionali eletti o “scalda poltrone” che siano poichè in sostituzione di assessori, per consolidare o allargare il proprio consenso creando un vantaggio competitivo sugli avversari. Anche sull’antipolitica, il Movimento 5stelle di Bennardi ha doppiato il Carroccio. Il centrodestra dunque torna per l’ennesima volta in posizione di “stallo alla messicana”. Ancora non sono rientrati alla base, ma sentinelle in avanscoperta sono state inviate. In assenza di un’analisi della sconfitta, si cerca almeno una qualche tipologia di alibi da sbandierare. Impossibile negare che i voti dati al pentastellato neo sindaco Bennardi siano delle bocciature al non governo della Giunta Bardi e all’operato della coalizione consiliare.
Lega e Cinquestelle erano entrambe la novità per i materani: tra le due, ha vinto la più ignota dato che, per i primi, un confronto valutativo con le modalità di amministrazione dell’attuale legislatura, era ed è possibile. Il centrodestra preferisce rincorrere i populismi, invece che di sfidarli.
Dopo il toc toc, “scusi lei spaccia”, l’ennesimo inutile show di Salvini a Matera che nel dire ai contestatori, tra cui quelli con il cartello «Parlaci dei Cicala» , «avete già perso», li ha additati come «gli amichetti dei clandestini, che accolgono non per carità cristiana, ma perché ci fanno i miliardi di euro». Populismo e slogan a volontà, visione politica unita alla capacità di saper essere all’altezza del «buon andamento della pubblica amministrazione», cercasi. Se Bardi è Prodiano, il centrodestra lucano appare molto Renziano: abile a scalare, incapace a mantenere. Per questi e altri motivi, sembra che sul rimpasto di Giunta e altre manovre resterà tutto come prima: il nulla. Nulla anche sui dirigenti e i vertici dei Dipartimenti nonostante certi conclamati errori. Ma le diatribe interne continueranno invece. Del resto se la sconfitta è orfana, allora al centrodestra attuale calza bene anche l’adagio che “le tattiche senza una strategia sono il clamore prima della sconfitta”. Battibecchi fine a sé stessi tra le varie correnti e mantenimento delle poltrone. A Napoli tanto si sa, “non piove mai”.
Oltre le diatribe, anche i rumors su eventuali cambi in Giunta sono vivi più che mai, ma la sostanza è la stessa: il cambiamento non c’è, o meglio non ci sarebbe.

Ferdinando Moliterni

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