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LAVORI CPR PALAZZO SAN GERVASIO: DAL TAR LO STOP

Appalto da 650mila euro: decisivo lo scarto di soli 0,69 punti, adesso però Invitalia dovrà rifare i conti

Neanche un anno fa, era lo scorso gennaio, dal ministero dell’Interno l’annuncio che tramite l’Agenzia Invitalia, operante in qualità stazione appaltante, era tutto pronto per le gare inerenti l’adeguamento di alcune strutture italiane destinate all’accoglienza dei migranti. Tra queste anche le 2 gare relative al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Palazzo San Gervasio. Le altre due, invece, per la cronaca, sono quelle siciliane, l’una per l’hotspot di Lampedusa e l’altra per il Cpr di Caltanissetta. Tutto era pronto, come da annuncio ministeriale, e così e stato. Soltanto che ora per il Cpr di Palazzo, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Basilicata ha stoppato tutto: Invitalia deve rivedere l’aggiudicazione. L’appalto in questione, dal valore di 650 mila euro, è quello per l’affidamento dell’attività di indagine, della progettazione definitiva, nonchè di quella esecutiva, e dell’incarico opzionale della direzione lavori e del coordinamento della sicurezza nella fase dell’esecuzione dell’intervento denominato “adeguamento del Cpr, II° Lotto: Opere Rimanenti”. L’altra gara, invece, del valore di circa 2,5 milioni di euro, riguarda l’esecuzione del primo lotto dei lavori di adeguamento: interventi strutturali, impiantistici, realizzazione di nuovi ambienti e uffici. Sulle attività di indagine, nonchè i servizi di ingegneria e architettura ritorna adesso tutto in discussione: la B&P Architetti e Associati ha vinto il ricorso al Tar lucano contro lo Studio di Ingegneria e architettura Rosco e Associati che a sua volta ambiva all’esclusione della prima dall’appalto. A marzo scorso Invitalia aggiudicò la gara allp studio di Ingegneria e architettura Rosco e Associati che ha offerto un ribasso del 50% a differenza dell’altra che ha proposto un ribasso del 41,2%. La battaglia giuridica dal peso di 650mila euro, si è disputata tutta nell’arco di un differenziale tra i punteggi pari a 0,69. La classifica finale è stata la seguente: Rosco e Associati, punteggio complessivo di 72,80 punti, mentre al secondo posto la B&P Architetti con il punteggio complessivo di 72,11 punti. La matematica non è una opinione, eppure a suon di cavilli il risultato non è più certo. Ha colto nel segno la contestazione con la quale è stato evidenziato il dato che nel verbale della Commissione giudicatrice, «non erano stati indicati i coefficienti numerici da 0 a 1, attribuiti singolarmente dai 3 Commissari». Di conseguenza, oltre alla violazione della lex specialis di gara, il Tar ha constatato che «non è stato possibile verificare, se erano stati commessi errori di calcolo nell’assegnazione dei punteggi definitivi ad ogni elemento di valutazione dell’offerta tecnica». Per la seconda classificata, la B&P Architetti, non un dettaglio di poco conto. E non tanto per via del distacco finale pari a 0,69, ma quanto perchè come ha sostenuto dinanzi ai giudici amministrativi lucani, spettavano a lei, relativamente alla parte dell’offerta tecnica a sua volta suddivisa in varie sezioni, «68,59 punti, anziché 51,50 punti». Dall’altra parte, invece, tutte le contestazioni della prima classificata volte ad ottenere l’esclusione dalla gara della seconda, o, in alternativa, la riduzione dei punteggi assegnati, sono state giudicate dal Tar come «infondate». L’accoglimento del ricorso così come delineato non determina la ripetizione della gara. Sarà, però, la medesima Commissione giudicatrice che dovrà adesso «riesaminare le offerte tecniche» e «riattribuire i relativi punteggi complessivi»

Ferdinando Moliterni

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