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OMICIDI DI DANIELE DE SANTIS ED ELEONORA MANTA, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: È PROBABILE CHE L’ASSASSINO ABBIA PARTECIPATO AL FUNERALE DI DANIELE

Il suo problema non sono quei frames sfuocati relativi alla notte del 21 settembre, sono invece quelli che emergeranno dall’analisi delle registrazioni dei giorni precedenti.
Infatti prima del delitto l’omicida dovrebbe essere stato ripreso dalle telecamere della zona proprio mentre le stava mappando e la sua immagine corrisponderà a quella di uno dei sospettati

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE

 

OMICIDI DI DANIELE DE SANTIS ED ELEONORA MANTA, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: È PROBABILE CHE L’ASSASSINO ABBIA PARTECIPATO AL FUNERALE DI DANIELE

 

Dall’omelia di Don Antonio Bruno, che ha officiato il funerale di Eleonora Manta: “Guarda quanto dolore hai provocato, qui e a Lecce. Guarda questa mamma. Sei riuscito in queste sere a poggiare la testa sul cuscino e dormire? Puoi fare qualcosa: hai avuto la forza diabolica di questa strage, ora ritrova la forza per rientrare in te stesso. Affronta la giustizia umana prima di quella divina”

Daniele De Santis, arbitro, 33 anni, ed Eleonora Manta, avvocato, 30 anni, sono stati uccisi a coltellate il 21 settembre scorso in uno stabile di via Montello, a Lecce. Oggi si sono tenuti i loro funerali.

Dall’omelia del vescovo Michele Seccia che ha officiato il funerale di Daniele De Santis: “La vigliaccheria di chi non si manifesta si spenga. A noi rimane il dovere della preghiera e della speranza, non siamo i padroni della vita. Nel cuore di ciascun uomo c’è lo spirito di Caino e c’è quello di Abele: dobbiamo dominare il primo. Chiediamo a Dio ravvedimento e coraggio per chi ha commesso questo atroce delitto, ché si consegni, si costituisca. Solo Dio può toccare il cuore di pietra di chi ha compiuto un simile gesto”

Siamo tornati ad intervistare la criminologa Ursula Franco 
criminologa URSULA FRANCO
Dottoressa Franco, il duplice omicidio di Lecce quali altri omicidi ricorda?

Per alcuni versi ricorda il duplice omicidio di Pordenone. L’omicida di Lecce, con tutta probabilità, ha ucciso i due fidanzati per gli stessi motivi per i quali Giosuè Ruotolo ha ucciso Trifone Ragone e Teresa Costanza. Giosuè era geloso di Trifone e in competizione con Teresa. La mia ipotesi è che l’assassino fosse innamorato di Daniele, non di Eleonora.

Da un altro punto di vista ricorda l’omicidio di Alberto Musy. Il 21 marzo 2012, un uomo, che indossava un casco, è entrato nel cortile di un palazzo di via Barbaroux a Milano e ha ferito a colpi di pistola l’avvocato Alberto Musy, un docente universitario e consigliere comunale di 45 anni. Quattro dei cinque colpi esplosi dall’attentatore hanno attinto Alberto Musy alla testa e alla schiena. Musy ha poi perso conoscenza ed è morto il 23 ottobre 2013, 19 mesi dopo il ferimento. L’attentatore, con il casco in testa, è stato ripreso da una videocamera di sorveglianza ad una certa distanza dall’abitazione di Musy. Il 30 gennaio 2013, l’arresto di Francesco Furchì, conoscente della vittima. Nel maggio 2013 è iniziato il processo a suo carico per tentato omicidio. Il 23 ottobre 2013, giorno in cui era prevista la deposizione di Furchì, Musy è morto e il dibattimento è stato sospeso. Francesco Furchì è stato poi processato per omicidio e condannato in via definitiva al carcere a vita.

Come Francesco Furchì, l’assassino ha premeditato il delitto e ha raggiunto a piedi l’abitazione delle vittime ma, a differenza sua, introducendosi in casa loro ha rischiato di non portare a termine il proprio piano e di farsi prendere.

Infine, proprio per la sua disorganizzazione, l’omicida di Lecce ricorda Chiara Alessandri.

A mio avviso entrambi hanno commesso errori grossolani in quanto erano obnubilati dalla rabbia e dalla gelosia.
Nel caso di Lecce, il bisogno psicologico dell’omicida, ovvero uccidere Daniele ed Eleonora all’interno del loro nido d’amore, un luogo simbolico, gli ha impedito di valutare certi rischi.
Si è infatti recato a casa delle vittime in un orario (20.50) in cui molti altri condomini si trovavano nello stabile.
Ha attirato l’attenzione dei vicini intavolando una discussione o comunque non impedendo alle vittime di gridare e perfino di fare il suo nome.
Era sì armato di un coltello ma era comunque in minoranza.

Oggi si sono tenuti i funerali di Daniele ed Eleonora, che può dirci?

Con tutta probabilità al funerale di Daniele De Santis era presente anche l’omicida.
In casi come questi i comportamenti dei partecipanti ai funerali forniscono interessanti indicazioni.

Alberto Stasi e Salvatore Parolisi insegnano.
Alberto Stasi ha recitato la parte del fidanzato in lutto, in specie mostrandosi sgomento e facendosi sostenere dalla propria madre il giorno dei funerali di Chiara.
La madre di Alberto Stasi e la sorella dell’uxoricida Salvatore Parolisi, alla quale egli apparve a dir poco coeso il giorno dei funerali della moglie Melania Rea, sono servite ai due assassini per tenere a debita distanza i presenti.
Le due donne e la simulata prostrazione dei due assassini, hanno avuto funzione di barriera nei confronti del resto del mondo. Stasi e Parolisi sono riusciti così a limitare la pressione cui temevano di venir sottoposti durante i funerali delle loro vittime.
Sia Stasi che Parolisi, impossibilitati ad esprimere il proprio reale sentimento, ovvero il sollievo, lo hanno soffocato esasperando la rappresentazione di un sentimento opposto, una inconsolabile sofferenza.

Nonostante l’omicida avesse mappato le telecamere di sorveglianza è stato ripreso per qualche secondo

Il suo problema non sono quei frames sfuocati relativi alla notte del 21 settembre, sono invece quelli che emergeranno dall’analisi delle registrazioni dei giorni precedenti.
Infatti prima del delitto l’omicida dovrebbe essere stato ripreso dalle telecamere della zona proprio mentre le stava mappando e la sua immagine corrisponderà a quella di uno dei sospettati.


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