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NAPOLI E LE SORELLE D’ITALIA

Tacco&Spillo

C’era da aspettarselo che prima o poi Michele Napoli, ideologo effervescente ed inascoltato del centrodestra ne avrebbe combinata una delle sue, ma che avesse usato il martello delle sue infelici provocazioni per colpire l’omosessualità è questione di psicoanalisi politica. La scenetta dell’arrocco linguistico in versione darwiniana che lo ha visto maldestro protagonista al consiglio comunale di Potenza, è stata, come direbbe Freud, la “via breve” con cui ha liberato il suo altezzoso egotismo trascendentale e rimesso in piedi i pessimi giudizi che sul suo conto ci sono tra i fratelli d’Italia, ormai ringalluzziti dalla sua spiccata propensione all’autoannientamento. Eppure le avvisaglie della sua confusione di genere s’erano già viste con l’allestimento di tavolini di congiura e cattive parole contro il duo Gianni Rosa e Mario Guarente, reo di non essersi piegato ai suoi diktat ed aperti, forse per scaramanzia dell’esito fratricida di Caino e Abele, solo alle pur brave sorelle d’Italia Mary Williams, Maddalena Fazzari e Carmela Galgano. Così per l’ineluttabilità della legge del contrappasso c’è voluta tutta la faccia furiosa di Giorgia Meloni a spegnere la fatua baldanza delle sue parole sbagliate e sciocche. Appunto la sorella d’Italia più importante che ci sia!

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