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PETROLIO, A CORLETO ANCORA FIAMMATA ANOMALA

A Tempa rossa gli episodi continuano. Total rassicura, ma sulla «disfunzione impianto» ammette l’episodio

Neanche si sono conclusi i tre giorni di stop produttivo dell’impianto di Tempa Rossa della Total che al riavvio dell’attività si è subito verificata l’ennesima fiammata anomala. La multinazionale francese per fermare sul nascere ogni forma di allarmismo ha subito fatto sapere che «nel corso delle prove di esercizio, a seguito di una oscillazione dei parametri di processo si è verificata una disfunzione dell’impianto di recupero dei vapori derivanti dalla prima separazione del grezzo che ha comportato un blocco temporaneo del sistema di trattamento del gas, con il conseguente invio dei gas in torcia. Questo ha provocato un significativo innalzamento della fiamma in torcia anche se tutti i parametri di qualità dell’aria rilevati dalle centraline di monitoraggio si sono mantenuti ampiamente entro la norma». Per la Total nulla di preoccupante, come già detto anche nelle “anomalie” precedenti tanti da garantire un rientro rapido alla normalità. Per evitare grane per la mancanza di comunicazione, come avvenuto ad agosto, Total si mette al riparo confermando che sull’evento le autorità competenti sono state informate. Insomma, tutto sotto controllo confermato anche da dialoghi aperti con le autorità locali (si spera) che saranno attente a monitorare l’evoluzione della situazione. Eppure, nelle poche parole della multinazionale francese sarebbe stato gradito conoscere l’esito degli interventi svolti in questi tre giorni: delle riparazioni sulle linee del vapore acqueo, interventi indirizzati all’ottimizzazione dei flussi di gas, e l’aggiornamento del software del sistema elettronico di controllo e sicurezza degli impianti. È andato tutto come doveva? Oppure la fiammata anomala è l’annuncio di un sistema non ancora collaudato perfettamente? Total nell’annunciare lo stop di tre giorni dell’impianto aveva rassicurato che: «In questa fase non sono pertanto previsti eventi anomali di rilievo, così come non ne sono stati rilevati in queste ultime settimane, ad esclusione di alcuni incrementi temporanei della fiamma in torcia con tutti i parametri ambientali rientranti ampiamente nei limiti di legge». Eppure le anomalie ci sono state e a quanto pare continuano a esserci. Restando costantemente sotto osservazione da parte di cittadini e associazioni, che spesso durante l’estate hanno lamentato forti e cattivi odori provenienti dal sito, fiammate alte oltre 20 metri liberate dalla torcia, che hanno destato non poca preoccupazione tra gli abitanti. Continuano invece «ogni settimana, in giorni e orari diversi, le esercitazioni di emergenza con attivazione delle sirene di allarme, per valutare le tempistiche della messa in sicurezza del personale e degli impianti e per assicurare il più elevato livello di risposta in caso di incidente». Ricordiamo che le prove di esercizio degli impianti di Tempa Rossa in corso in Basilicata, avviate nel dicembre 2019 e previste inizialmente per una durata pari a 6 mesi, sono state riprogrammate ed autorizzate sino a dicembre 2020. L’ok è arrivato dall’Umnig (Ufficio nazionale minerario controllato dal ministero dello Sviluppo Economico) a cui la società lo scorso giugno aveva chiesto una proroga senza, però, avvisare la regione Basilicata. Le prove di esercizio dunque proseguono in accordo al programma autorizzato dalle autorità competenti, con una produzione di grezzo che ad oggi è di circa 40.000 barili al giorno.

 

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