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ALTRO CHE SALVINI BOYS

Tacco&Spillo

Che il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari potesse animare in linea corporativa l’affollata e traversale truppa dei poltronisti era cosa risaputa, ma che finisse per riversare i suoi effetti sulla già precaria leadership della Lega davvero in pochi l’avrebbero scommesso. A fornire la suggestiva scena del parricidio è stata la bellissima città di Matera dove l’altro giorno Matteo Salvini ha trovato ad aspettarlo una platea ridotta e demotivata, animata finanche dalle vociate incursioni cartellonistiche sui temi di caduta etica, compreso l’ormai caso dei fratelli Cicala, assunto ormai a icona nazionale e su cui ha cercato di sorvolare con la somma disinvoltura dello struzzo politico. Eppure il colpo basso non è venuto dagli agitatori della piazza di sinistra, ma da chi più vicino in casa sua e contro la sua scelta di votare sì al referendum costituzionale, ha allestito con giravolte dorotee il banchetto spregiudicato del no. La lezione lucana per il leader leghista sul repentino cambio di faccia dei Salvini boys è presto fatta e vale almeno il merito della riscoperta di una parola, peraltro da lui spesso invocata e pretesa: la coerenza, perché, come intona Guccini, con la coerenza ci si potrà difendere dalla vergogna!

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