BasilicataEventi e Cultura

RENDINA E CECERE RACCONTANO PETRUCCELLI

I giovani dottori di Muro e Rionero focalizzano la l’attenzione sull’iniziatore del moderno giornalismo politico e d’opinione


Figlio di Luigi, medico iscritto alla Carboneria e Maria Antonia Piccininni, nobildonna di Marsicovetere, il suo nome all’anagrafe era Ferdinando Petruccelli al quale aggiunse “della Gattina” -denominazione di un podere di proprietà- plausibilmente per sviare le ricerche della polizia borbonica che lo perseguitava per motivi politici.

Spregiudicato e controverso, fu elogiato da molti autori tra i quali Indro Montanelli che lo considerò il «più brillante giornalista italiano dell’Ottocento» con le sue cronache che «incanterebbero per la loro freschezza e modernità».

Alza il sipario su questo panorama culturale il quinto appuntamento del cartellone estivo 2020 Unitre di Muro Lucano, con la presentazione del volume “Al Crocevia dei popoli – Mondo Vecchio e Mondo Nuovo 1848” scritto a quattro mani dai Dottori magistrali in Storia e Civiltà Europee Luisa Rendina di Muro Lucano e Antonio Cecere di Rionero.

I giovani dottori hanno focalizzato la loro attenzione su un personaggio che fu il vero iniziatore del moderno giornalismo politico e d’opinione: Ferdinando Petruccelli della Gattina, nato a Moliterno e divenuto nel 1848 il principale redattore di “Mondo Vecchio e Mondo Nuovo” il giornale più letto, più diffuso e sorvegliato del Regno delle Due Sicilie, testata più volte chiusa dalla polizia borbonica ma che risorse con altri titoli tra i quali “Un altro mondo”, “Il Finimondo”, “Così va il mondo”.

Eletto deputato del neocostituito Parlamento napoletano come rappresentante del distretto di Melfi, membro del comitato di salute pubblica, fu tra i protagonisti dell’insurrezione del 15 maggio del ‘48. Fuggitivo, con una taglia di 6000 ducati sulla sua testa, si recò in Calabria, Lucania e Cilento per partecipare all’azione cospirativa antiborbonica

Come nasce questo libro straordinario, ce lo racconta la stessa Rendina: «abbiamo voluto restituire al pubblico una fonte storica che altrimenti sarebbe rimasta soltanto negli archivi, e quindi ad usufrutto solo degli addetti ai lavori. Ma questa fonte storica, per quanto antica, si presta ad essere letta anche nell’attualità».

Il periodico che Luisa e Antonio si sono proposti di recuperare e restituire al pubblico è protagonista indiscusso non solo di quell’importante fase storica, ma anche della nascita e maturazione del giornale come strumento di adesione e mobilitazione politica.

Insolito, certamente, trovarsi con due giovani immersi nello studio della Storia, come racconta ai nostri microfoni Cecere: «siamo abituati ad un mondo dell’Accademia fatto da professori ultrasessantenni, ma questo perché il cursus honorum dell’accademico è sicuramente lungo. Noi siamo soltanto all’inizio, ma ci abbiamo provato, sperando di aver fatto un lavoro apprezzato dallo stesso mondo accademico».

La conquista della libertà di stampa portò il Regno delle due Sicilie ad una proliferazione di giornali, bandi e manifesti impressionante, con un primato quantitativo addirittura, su tutta la Penisola.

Petruccelli è stato uno scrittore molto prolifico e la sua produzione fu espressione del nesso strettissimo tra giornalismo e letteratura tipico di quei decenni. Insomma è stato definito il più grande giornalista Lucano, ragione di vanto per la Basilicata.

«Si tratta di una edizione critica del giornale “Mondo Vecchio e Mondo Nuovo” -spiega la Storica murese Chiara Ponte- edito da e dunque la raccolta integrale degli articoli pubblicati sul quotidiano fondato e diretto da Petruccelli, accompagnato da un saggio introduttivo degli autori. Va sottolineata l’importanza e l’enorme diffusione di questo giornale, distribuito nel 1848, anno cruciale per il Regno di Napoli e per la storia Europea, preludio di cambiamenti e rivoluzioni che porteranno alla tanta agognata Unità d’Italia. “Mondo Vecchio e Mondo Nuovo” è stato il giornale più letto e più sorvegliato dalla polizia borbonica -incalza la coordinatrice della serata- e questo la dice lunga su quanto spudorati e pungenti ne fossero i contenuti. Il direttore Petruccelli della Gattina fu figura eclettica ma poco nota, a cui finalmente è stato riconosciuto il grande valore come patriota, uomo politico, giornalista e storico, non solo a livello locale ma già a livello europeo, punta di diamante del gruppo radical-democratico; è stato uno di quelli che meglio ha rappresentato il protagonismo meridionale nella difficile fase di costruzione dell’Unità Nazionale. Esiliato in Francia durante il regime borbonico, nel 1861 fu eletto nel primo Parlamento italiano».

La sua opera più nota e di maggiore successo è sicuramente il romanzo storico “I moribondi del palazzo Carignano”, che ritrae sotto mentite spoglie vizi e virtù della prima classe parlamentare.

Luisa e Antonio sono giunti a questo personaggio in differita e con due approcci diversi: Luisa Rendina lo aveva scelto per la sua tesi di laurea magistrale, intitolata “Una vita politica: Ferdinando Petruccelli della Gattina per e nell’Unità d’Italia”, Antonio Cecere invece da giornalista, se ne è avvicinato come precursore alla professione. L’obiettivo di pubblicare un’opera sul giornale di Petruccelli e su una fase della sua vita, il ‘48, quando era ancora al suo debutto, si lega alla volontà di recuperare la memoria di questo personaggio che è portavoce di valori, idee messaggi, ancora oggi attuali. Luisa e Antonio dunque hanno contestualizzato questo giornale, prodotto a Napoli, in una dimensione Europea.

Con questo lavoro i due autori hanno recuperato e restituito ai lettori meridionali una importante fonte per lo studio del Risorgimento, dei fenomeni culturali e dello spaccato di vita socio-politica dell’epoca. Luisa per due anni ha svolto un lavoro scrupoloso e paziente nel ricopiare trascrivere parola per parola, tenendo conto del linguaggio ottocentesco, tutti gli articoli dalle copie originali del giornale, conservate presso l’archivio di Stato di Potenza. L’alto valore del lavoro di ricerca svolto con passione e professionalità dai due giovani storici, è stato riconosciuto dagli esperti del settore, dalla fondazione Petruccelli di Moliterno e anche in ambito universitario, tanto che il professore Antonio D’Andria dell’Università di Basilicata sede di Matera, ha adottato questo testo per il suo corso di storia moderna.

L’evento patrocinato dal Comune di Muro Lucano e dall’Associazione murese “Donne e Storie”, oltre che dall’Università delle Tre Età, ha avuto come relatrice la professoressa Nunziata Zampino e per gli onori di casa la vicepresidente Unitre di Muro, Milena Nigro.

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