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GRAZIE A MARGIOTTA PROROGATA LA DISCIPLINA SUGLI APPALTI

La mediazione che mira a sbloccare le opere pubbliche resterà in piedi per tutto il 2021

La disciplina speciale sugli appalti, che mira a sbloccare le opere, restera’ in piedi per tutto il 2021 e non solo ?ino al luglio del prossimo anno. Un allungamento quindi di cinque mesi frutto della mediazione tra maggioranza e opposizione. L’accordo trovato soddisfa tutte le parti, tanto che l’emendamento al decreto Sempli?icazioni e’ stato votato all’unanimita’ dalle commissioni Affari Costituzionali e Lavori pubblici del Senato La richiesta arrivata dalla minoranza puntava a spostare molto piu’ in la’ il termine delle deroghe al Codice degli appalti, coprendo l’interno 2023. Cosi’ si leggeva nella proposta originaria della Lega, poi riformulata. Ma ce ne erano analoghe anche da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Alla ?ine l’accordo si e’ trovato. Anche perche’ una proroga dei termini potrebbe favorire l’aggancio con gli aiuti europei e centrare l’obiettivo del provvedimento: incentivare gli investimenti pubblici nelle infrastrutture, facendo fronte ai colpi inferti dal Coronavirus all’economia del Paese. Quindi ?ino a tutto il prossimo anno il tetto per gli af?idamenti diretti sara’ pari a 150 mila euro. Per lavori di importo superiore e ?ino alla soglia di rilevanza europea, che va oltre i 5 mila euro, scatta la procedura negoziata, previa consultazione di un numero di operatori che sale a seconda della somma in ballo. L’aggiudicazione deve avvenire entro due mesi, che diventano quattro in casi speci ?ici e sei per le opere sopra soglia. In generale tutte le misure del decreto, contenute nei primi articoli, volte ad accelerare gli appalti vengono ritarate sulla nuova scadenza. L’intesa raggiunta tra le forze politiche sul punto ha permesso di procedere con passo piu’ spedito alle votazioni, seguite per il Governo dal sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvatore Margiotta. Dopo il rinvio dell’altro ieri sera anche ieri mattina si sono succedute piu’ riconvocazioni. Il tutto direttamente nell’Aula di palazzo Madama, che ha ospitato le commissioni in modo da garantire il rispetto del distanziamento, visto che l’esame del dl e’ congiunto. Ora i lavori procedono ad oltranza per arrivare uf?icialmente in Aula martedi’ primo settembre. E completare, poi, tutto l’iter restante entro il 14 del mese, quando il decreto scade. Intanto, tra gli emendamenti che sono stati approvati c’e’ quello a ?irma di Agostino Santillo (M5s) che abbassa a 75mila euro l’importo massimo per l’af?idamento dei servizi di ingegneria, architettura e progettazione. E’ passata pure la modi?ica, proposta dal senatore dem Franco Mirabelli, che prevede la pubblicazione dei bandi sia per gli appalti sopra che sotto soglia. In questo modo nel caso di procedure ristrette si apre la possibilita’ di candidatura anche per raggruppamenti d’impresa. L’emendamento introduce, poi, il criterio di rotazione per i lavori di maggiore valore. Restano dei nodi da sciogliere. Dalla rigenerazione urbana, alla ricostruzione nelle zone terremotate, passando per gli interventi per gli stadi e la certi?icazione necessaria ai ?ini della realizzazione di opere che impattano sul territorio. E qui il dibattito politico si e’ focalizzato sull’aeroporto di Firenze.

I MAGISTRATI METTONO IN GUARDIA SULLE RESPONSABILITA’ DI FIRMA

Paura di ?irmare e lentezza delle procedure burocratiche. I due punti chiave in tema di responsabilita’ del dipendente pubblico non saranno risolti con il Dl Sempli ?icazioni. L’Associazione magistrati della Corte dei conti lancia l’allarme contro alcune norme contenute nel prossimo decreto che dovra’ essere votato in Parlamento entro il 14 settembre. A destare maggiore preoccupazione per i magistrati e’ la responsabilita’ per “colpa grave” che nel testo attualmente in discussione verrebbe eliminata per favorire l’attivita’ amministrativa. Che di fatto deresponsabilizza e rischia di provocare danni di bilancio. Un intervento del genere, spiegano i giudici, invece di curare la febbre, servirebbe solo a rompere il termometro, senza risolvere i problemi legati alla corretta gestione della spesa pubblica. Oltre all’uso delle risorse, da un punto di vista “tecnicogiuridico” ci sarebbero dei problemi di costituzionalita’. Come ha ribadito la Consulta la normativa attuale in tema di responsabilita’ del dipendente pubblico e’ gia’ “il corretto punto di equilibrio”, servendo da “stimolo” e non come disincentivo. Anche sul piano dei controlli servirebbero alcune modi ?iche. In particolare sulla gestione delle risorse da parte degli enti locali, visto che il decreto prevede la sospensione delle procedure di esame dei Piani di riequilibrio ?inanziario pluriennali. Cosi’ facendo, spiegano i giudici, si danneggerebbero le imprese che hanno rapporti con gli enti locali, DI MARIANNA BERTI aggravando la problematica del ritardo nei pagamenti. Le novita’ introdotte, spiega il membro della giunta esecutiva dell’Associazione, Francesco Cancilla, “lasciano dubbi sulla loro compatibilita’ con il diritto europeo” e in vista dei fondi comunitari in arrivo rischiano di “incentivare gli sprechi e una gestione poco oculata delle risorse pubbliche”. E in tema di sprechi il presidente dell’Associazione, Luigi Caso, riprendendo il discorso dell’ex governatore della Bce, Mario Draghi, ha ricordato che “anche il debito buono rischia di diventare cattivo se le risorse sono spese male”. L’auspicio dell’Associazione magistrati della Corte dei conti e’ che il Parlamento “cancelli queste norme di deresponsabilizzazione, con l’impegno dei magistrati contabili a ragionare su possibili riforme che consentano di coniugare l’accelerazione dell’attivita’ amministrativa con la tutela delle regole di sana e corretta gestione delle risorse pubbliche”.

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