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MALTRATTATO PER AVER CHIESTO MEDICINE

A Matera un 90enne in lacrime chiede assistenza a 2 dottoresse della guardia medica. Il video diventa virale

«Ho 90 anni, mi servono le medicine». Poche parole ma pronunciate con voce rotta tra rabbia e impotenza. Questi i primi istanti di un video diventato virale sui social e che raccontano la storia di un anziano uomo di Matera, alle prese con quella “assurda pretesa” di ricevere dei medicinali presso una locale guardia medica. Sono due le dottoresse che dimostrando poco tatto e scarsa umanità maltrattano l’uomo, fortunatamente ripreso da quello che di solito è l’occhio indiscreto delle fotocamere dei cellulari, ma che in questo caso si è rilevato valido mezzo di denunce. Il beffardo destino che ha fatto di dottori ed infermieri gli eroi dell’epoca Covid, ha voluto consegnarci un differente racconto nella città dei sassi.

Come accade spesso il popolo dei social si è scatenato nei commenti tra chi ringrazia l’autore del video per aver reso pubblico il fatto, chi si scaglia, in alcuni casi anche con eccessiva violenza, contro le due dottoresse. Mancanza di tatto ed umanità, venir meno al dovere morale ed etico della professione svolta, queste tra le accuse che per la maggiore invadono il web, senza dimenticare il sostegno per l’anziano uomo, adottato da tutti come proprio “nonnino” per la sua capacità di inteneriree per la sua dolce incapacità di reagire, ma che allo stesso tempo ha indignato per il trattamento subito. Commenti e giudizi vari che si dividono tra chi mostra il proprio sostegno per il 90enne e chi, invece, rappresenta la propria gratitudine ed uno speciale plauso per l’autore del video che, ad un certo punto della registrazione, prende le difese dell’uomo affrontando con ferma decisione le due dottoresse, senza mai però trascendere nel volgare. Il popolo di Facebook che ha posto una reazione alle immagini, è stato unanime nel chiedere provvedimenti anche severi nei confronti delle due dottoresse, tra chi reclama il licenziamento in tronco a chi sostiene la necessità dell’intervento delle istituzioni, che di fatto non si è fatto attendere.

Quello che resta infine, tra lo sdegno collettivo, è il giudizio e qualche interrogativo. Con il senno di poi, perenne compagno di viaggio del vivere umano, sicuramente i fatti si sarebbero svolti in maniera diversa. Ma considerato che ognuno è responsabile delle proprie azioni e che l’amico “senno di poi” arriva come sempre con il suo congenito ritardo, a futura memoria ricordiamo a noi stessi per primi, anche se non siamo medici, ed a chiunque ne dovesse sentire l’esigenza, cosa recita il giuramento di Ippocrate. “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro…di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale”.

 

 

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