DIGITALIZZAZIONE DELLA P.A., SIAMO IN RITARDO
Per la Corte di Conti in Basilicata tra le criticità l’affidarsi a «fornitori esterni» senza «criteri e linee guida»
Con riferimento a Enti pubblici quali Regioni, Province e Comuni, nella classifica italiana del digital divide, genericamente inteso come il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, in modo parziale o totale, la Basilicata, dati certi «valori minimi», è nella parte bassa dela graduatoria. Il dato emerge dal report della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del Piano triennale per l’informatica 2017-2019 negli Enti territoriali. In riferimento alle rilevazioni regionali «emergono significative differenze tra aree geografiche ».
Nel 2019, a fronte di una media nazionale del 23% di individui, nella classe di età 16-74 anni, che, nell’ultimo anno, ha usato internet per interagire con la pubblica amministrazione, il Nord-Est (27%), il Nord- Ovest (26%) e il Centro (26%) superano il valore nazionale (23%), «mentre il Sud e le Isole si attestano al 18%, con valori minimi in Basilicata (17%), Calabria (17%) e Sicilia (15%)». Per la Basilicata, inoltre, 21 Comuni non hanno neanche partecipato alla rilevazione conoscitiva in questione. Tra le criticità lucane, la Corte dei Conti, tra le altre, ha segnato in rosso quelle inerenti al Comune di Matera perchè in considerazione «delle risorse finanziarie, umane, tecnologiche e organizzative», in quanto su un punteggio massimo di 6,6, è tra gli Enti che ha ottenuto un «un punteggio inferiore a 2,6».
Così come tra gli Enit «poco inclini alla trasformazione digitale » e che hanno fatto registrare un punteggio basso, 2 punti su 6,6, c’è «la Provincia di Matera». Provincia di Matera segnalata anche per il «mancato rispetto dell’obbligo di nomina del Data Protection Officer (Dpo)», ossia di colui che ha il compito principale di osservare, valutare e gestire il trattamento dei dati personali allo scopo di far rispettare le normative europee e nazionali in materia di privacy. Complessivamente in Basilicata, tra quelli rilevati, sono 35 i Comuni, il 32,1% ,che non hanno nominato il Dpo. Provincia di Matera, inoltre, completamente bocciata relativamente all’indice «consapevolezza » col quale la Corte dei Conti ha inteso esaminare «la capacità delle Amministrazioni territoriali di governare tutti i processi sottesi al percorso di adeguamento agli obiettivi del Piano Triennale per l’Informatica». Con governare il riferimento è a parametri quali la presenza o meno di criteri interni che vengono applicati per la scelta dei fornitori, di un censimento delle infrastrutture Ict dell’Amministrazione e via discorrendo.
Ebbene tra gli Enti «poco inclini alla consapevolezza, in quanto hanno ottenuto un punteggio pari a zero», c’è la «la Provincia di Matera». Di conseguenza, non casualmente, la Provincia di Matera riguardo all’«indicatore digitale complessivo », è stata inserita nel gruppo 1, su un totale di 4, che è quello dove finiscono gli Enti che su un massimo di 27,6 punti, si collocano nel range compreso tra 0 e 6,9 punti. Complessivamente se la Provincia di Matera ha ottenuto 4, il risultato raggiunto da quella di Potenza, posizionata nel gruppo 2, per quanto migliore, 13,6, lascia ampi margini di sviluppo. Tra le area d’indagine scandagliate dalla Corte dei Conti c’è quella dei servizi di assistenza, nel presupposto che essi siano uno strumento indispensabile, in grado di coadiuvare attivamente sia le amministrazioni che gli utenti «verso una trasformazione al digitale capace di rendere i servizi al cittadino agili, veloci, in un obiettivo di efficacia, efficienza ed economicità». Per la Regione Basilicata il tempo medio di evasione della richiesta, ossia, il tempo che intercorre tra l’apertura del ticket per la richiesta di assistenza e l’evasione della stessa, è di 24 ore lavorative: 3 giorni. Più alto, ed è un caso oltre l’immaginabile, solo la Val d’Aosta: 140 ore lavorative.
Interessante anche la statistica relativa ai punti di accesso forniti gratuitamente dalla Pubblica amministrazione. Dalla rilevazione su 109 Comuni lucani, ben 49 hanno risposto di non fornire spazi wifi gratuiti sul proprio territorio. Il punteggio totale della Basilicata (0,82%) è secondo peggiore d’Italia. All’ultimo posto il Molise (0,76%). Un’ultima curiosità riportata nel dossier di 2 volumi della Corte dei Conti sul Piano triennale per l’informatica 2017-2019, riguarda l’Ente Regione Basilicata. La Regione che non ha un gruppo di sviluppo software all’interno del team tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), si avvale di «fornitori esterni per i servizi Ict». Alla conseguente domanda del questionario sull’esistenza o meno di linee guida di governance o criteri interni, che vengono applicati per la scelta dei fornitori, la risposta della Regione Basilicata è stata: no, non esistono. La risposta ha fornito un negativo, ma «utile elemento di valutazione» della governance. Ciò poichè, come precisato, l’«emanazione di siffatte linee d’indirizzo, infatti, consentono, inevitabilmente, una scelta più mirata dei fornitori, con evidenti benefici per l’Ente stesso». Per questo la Regione Basicata è finita nella “black list”, in compagnia di altre 5 Regioni italiane, Veneto, Sardegna, Molise Abruzzo e Calabria, degli Enti da attenzionare sugli affidamenti, in materia, a fornitori terzi.