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STABILIZZAZIONI ARLAB, “DOV’È IL CAMBIAMENTO?”

Dalla deputata 5stelle Costanzo interrogazione al ministro del Lavoro: le proroghe in Regione Basilicata non convincono

Movimento 5stelle ha portato in Parlamento la vicenda delle stabilizzazioni e delle progressioni verticali così come decise dalla Giunta regionale a guida Bardi. Quello dei precari non è l’unico tema attenzionato dai penta stellati, c’è anche la questione Arlab. La Regione Basilicata ha avviato nell’ottobre dell’anno scorso la procedura relativa all’Avviso pubblico per la nomina del Direttore generale della Arlab, ma dopo mesi e senza apparenti motivazioni, l’iter non si è ancora concluso. Così la deputata del Movimento 5 stelle, Jessica Costanzo, che fa parte della Commissione Lavoro della Camera, ha depositato, sul tema, una interrogazione parlamentare rivolta alla Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. Per i consiglieri regionali pentastellati, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci, il giudizio è netto: «Il cambiamento urlato dal centrodestra si è sciolto come neve al sole, siamo di fronte alla mera continuità politico- amministrativa e quello che ha iniziato il Partito-Regione lo sta concludendo il governo del generale Bardi». In sintesi: «Altro che meritocrazia».

Per il gruppo consiliare dei 5stelle, l’atto sulle stabilizzazioni conferma come «la volontà politica volta ad accontentare le aspettative di un’ampia platea di precari storici che prestano servizio o hanno prestato servizio presso gli uffici regionali per consolidare il proprio bacino elettorale è sempre, purtroppo, molto alta». «Stranamente nella delibera – hanno spiegato Perrino, Leggieri e Carlucci – manca il riferimento al concorso pubblico, riservando la selezione solo ai soggetti che risultano titolari di un contratto di lavoro flessibile presso la Regione Basilicata. Pertanto, la delibera in questione non garantisce il legittimo diritto dei cittadini che aspirano a concorrere per un posto di lavoro presso la Pubblica amministrazione. Le procedure di stabilizzazione avviate con la delibera sopra menzionata disattendono la disposizione introdotta dal decreto legislativo (Riforma Madia) che al comma 2, art. 20, prevede che le Amministrazioni possono bandire, in coerenza con il Piano triennale dei fabbisogni e ferma restando la garanzia dell’adeguato accesso dall’esterno, procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al cinquanta per cento dei posti disponibili. In questo caso, però, lo strumento del concorso pubblico non è stato per nulla preso in considerazione». Oltre 50 i soggetti interessati dalle stabilizzazioni. Se queste procedure sono una possibilità, entro certi limiti numerici, per l’esecutivo lucano, meno libero, anzi piuttosto obbligatorio, appare, invece, il riferimento sia ai concorsi che all’accesso dall’esterno. Non a caso è stato giudicato dalla Corte Costituzionale come «non sufficiente» sia la «semplice» circostanza che determinate categorie di dipendenti, i precari, abbiano prestato attività a tempo determinato presso l’amministrazione, sia la «personale aspettativa degli aspiranti» ad una misura di stabilizzazione. Dalla Regione all’Arlab la prassi di evitare i concorsi sembra consolidata. Il 14 luglio scorso il Commissario ad acta dell’Agenzia regionale per il lavoro e l’apprendimento Basilicata (Arlab), Coronato, già dirigente al Bilancio dello stesso Ente, «ha pensato bene di prorogare fino al 15 gennaio 2021 i contratti di lavoro a tempo determinato, in scadenza il 1° gennaio 2020, al fine di eludere chiaramente l’avvio della procedura di evidenza pubblica e consentire poi la stabilizzazione dei soggetti interessati che, alla data del 15 gennaio 2021, maturerebbero i requisiti dei tre anni di contratto». «Presumiamo che le responsabilità relative alla definizione della dotazione organica – hanno specificato i consiglieri regionali del Movimento 5stelle – siano in capo al direttore generale a cui sono affidati i compiti di direzione, gestione, indirizzo e coordinamento della struttura stessa e che purtroppo, a tutt’oggi, non è stato ancora nominato. Su questo tema si è pronunciata anche la Corte dei Conti che ha evidenziato la centralità del ruolo del direttore generale dell’Arlab per il corretto, efficiente ed efficace funzionamento della stessa Agenzia ». «Questo stallo – hanno evidenziato Perrino, Leggieri e Carlucci – si ripercuote direttamente sui cittadini lucani che hanno estremo bisogno di servizi efficienti utili per la ricerca di un posto di lavoro e per la propria formazione e riqualificazione professionale. Ma anche il mondo imprenditoriale subisce questa situazione di paralisi ed inefficienza amministrativa, perché la ricerca di figure professionali non è certamente facilitata dai centri per l’impiego lucani, che a differenza di altre regioni, dove si stanno espletando già i concorsi (in Puglia 1129 posti, in Campania 641 posti e in Lazio 355 posti), non sono ancora stati oggetto del piano di potenziamento, tramite assunzioni e ingenti investimenti, come previsto dalle norme nazionali. Proseguendo con questo periodo di stallo dell’Agenzia, si rischia di perdere anche le risorse che sono state assegnate alla regione dal Governo centrale per migliorare i servizi offerti dai Cpi, così come previsto dal D.L. 4/2019 che ha introdotto il Reddito di Cittadinanza (Rdc)». «È paradossale – hanno concluso Leggieri, Perrino e Carlucci – che il commissario ad acta dell’Arlab, le cui funzioni sono limitate, possa poi di fatto procedere alla proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato per 10 soggetti e che la Regione Basilicata stia procedendo sempre sulla solita strada della sola stabilizzazione, mortificando il merito».

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