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BILANCI REGIONE 2017-18: PARIFICA SOLO PARZIALE

Corte dei Conti: tante le criticità. Ex Comunità montane: deciderà la Corte Costituzionale

Ancora non del tutto parificato il Bilancio regionale del 2017, mentre il rendiconto finanziario del 2018 ha ricevuto la parifica, ma con eccezioni dovute anche alle non corretta allocazione di plurimi capitoli di spesa.

Così ha deciso la Corte dei Conti di Basilicata al termine dell’udienza per il Giudizio di Parificazione. In più, come già accaduto l’anno scorso, con apposita e separata delibera verrà sollevata la questione di legittimità costituzionale delle disposizioni di legge regionale incidenti sul rendiconto, data la violazione dell’obbligo di copertura finanziaria delle nuove o maggiori spese.  La Regione Basilicata, per esempio, ha sforato di quasi 6 milioni di euro il tetto dei vincoli di spesa per la questione del personale delle ex Comunità montane. Nel corso dell’udienza presieduta dal Presidente della Sezione, Michele Oricchio, sia il procuratore regionale Vittorio Raeli, che i magistrati Vanessa Pinto e Rocco Lotito, che ha relazionato sulle anomalie del comparto sanitario tra cui i pesanti rossi della mobilità passiva, hanno evidenziato molteplici criticità. Tra le più nitide quelle relative agli aumenti di costo del personale, con riferimento anche, ma non solo, alla allargata, in assenza di copertura normativa, capacità di spesa dei gruppi consiliari. Ancora criticità sulle partecipate, sia sul piano economico che con riguardo all’attività dei controlli, definita da Pinto di mero stile e non sostanziale. Altre problematiche hanno interessato il capitolo royalties petrolifere, nonché i dati allarmanti connessi al peggioramento della percentuale di riscossione dei residui attivi e alla scarsa percentuale di pagamento dei residui passivi. C’è una sottostima della massa passiva e l’effetto, è stato spiegato, si nota nell’erosione della cassa. Sulla cassa regionale c’è un ulteriore possibile vulnus: circa il 90% delle entrate sono entrate vincolate e il restante 10% non risulta adeguatamente sufficiente a garantire “mani libere” su interventi di emergenza o di programmazione.

Ferdinando Moliterni

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