AttualitàBasilicata

INPS A MELFI CHIUSA DA 4 MESI

Proteste dei cittadini in attesa dei lavori

 


Sebbene il lockdown dovuto al Covid 19 sia terminato ormai da alcuni mesi, a Melfi resta inspiegabilmente chiusa la sede dell’INPS. Gli uffici dell’Istituto previdenziale di Via Foggia, chiusi “fino a data da destinarsi”, non sarebbero stati ancora stati riaperti al pubblico a causa della mancata esecuzione dei lavori necessari per consentire il cosiddetto distanziamento sociale. Ciò significa che da ben quattro mesi nei quali, peraltro, la domanda di prestazioni di welfare è cresciuta esponenzialmente, anche a seguito delle misure emergenziali varate dal governo per fronteggiare la crisi economica connessa alla pandemia, medici e utenti non possono rivolgersi direttamente all’agenzia di Melfi.

Numerosissime sono state le proteste dei cittadini che segnalano l’estrema difficoltà di accedere alle prestazioni fornite dall’INPS o, in taluni casi, anche solo di ricevere informazioni. Sebbene, infatti, i dipendenti siano in Smart working, non tutto può essere eseguito da remoto e, di certo, non negli stessi tempi. In alcuni casi, segnalano i cittadini, è stato difficile anche solo ricevere semplici informazioni chiamando i numeri esposti sull’avviso affisso in via Foggia. Le linee telefoniche sono spesso sovraccariche e, comunque, non sempre nelle condizioni di poter dar prontamente seguito alle centinaia di pratiche solitamente eseguite in agenzia. Inoltre nella sede di Melfi si svolgeva, accanto alla parte più prettamente amministrativa relativa alle pratiche da sportello, anche quella sanitaria, con l’esecuzione delle visite mediche imprescindibili, ad esempio, per il riconoscimento dell’invalidità. Rallentate anche le pratiche per le pensioni, la cassa integrazione e, non ultime, quelle per redditi di cittadinanza o di emergenza.

L’Italia, e la Basilicata ancor più, non sono pronti ad attività da eseguirsi esclusivamente online e che richiedono un livello di alfabetizzazione informatica che, allo stato, è impensabile. Va da sé che in un momento di tale difficoltà economica la mancata risposta o, in taluni casi, anche il ritardo o l’aumentata difficoltà ad inoltrare pratiche per accedere a prestazioni previdenziali indispensabili per il sostentamento possono portare le persone alla disperazione. Trattandosi di una struttura moderna e snella, composta per la maggior parte da pareti in cartongesso, non si capisce la ragione di un simile ritardo nell’avvio di lavori che, tra l’altro, non richiedono modifiche strutturali profonde o lunghi tempi di esecuzione. Pressoché tutte le attività presso enti pubblici e strutture private sono ripartite dopo la fine del lockdown con l’adozione delle misure necessarie, per cui la posticipazione dei lavori, con i numerosi disservizi che comporta la chiusura di un ente che serve anche numerosi comuni limitrofi, fa temere altre volontà che nulla hanno a che vedere con il Covid 19. Per tale ragione i cittadini richiedono a gran voce che il direttore provinciale Alberto Cicatelli o meglio ancora quello regionale dell’INPS, Michele Salomone affrontino con decisione una situazione che sta diventando insostenibile disponendo tutto il necessario per la rapida riapertura degli Uffici di Via Foggia. L’interessamento da parte degli amministratori comunali per sollecitare una rapida soluzione della questione sarebbe, infine, fortemente gradito dai cittadini che si vedrebbero meno soli e meno abbandonati se la loro protesta fosse condivisa anche da chi, per definizione, deve farsi tutore degli interessi del proprio territorio e portavoce delle loro legittime esigenze. E’ tale l’affluenza quotidiana di utenti che in via Foggia a Melfi sperano di trovare riaperti gli sportelli che tutti finiscono per rivolgersi ad un’adiacente agenzia interinale costretta a scrivere su un cartello che non si tratta della sede Inps! Paradossi lucani


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