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FABRIZIO MICCOLI DAL CAMPO ALLA SCRIVANIA

Intervista al “Romario del Salento” dopo il corso da collaboratore sportivo col vicepresidente nazionale Adise Galasso

Oltre 200 reti in carriera tra serie A, Primeira Liga, e leghe minori, 10 presenze con la maglia della nazionale italiana, record di reti segnate con la maglia del Palermo, ma anche storie di sud, giocate, orecchini (come quello pignorato a Maradona che ha acquisto all’asta per restituirlo al “pibe de oro”) e qualche eccesso.

Solare e colorato come i suoi tatuaggi e come il suo Salento, questo e tanto altro si nasconde dietro la figura di Fabrizio Miccoli, talento puro del calcio italiano degli ultimissimi anni ‘90 e dei primi anni del nuovo millennio.

Un metro e 68 di pura classe esplosiva, indimenticabili le reti al “Renato Curi” di Perugia con le quali attirò l’attenzione dei più grandi club italiani, non a caso fu proprio la Juventus ad acquistarlo e, dopo i prestiti a Ternana e Perugia appunto, nella stagione 2003/04 indossò la maglia bianco nera, completare il reparto offensivo con giocatori del calibro di Alessandro Del Piero e David Trezeguet.

Poi l’esperienza portoghese con la maglia del Benfica, gli indimenticabili anni a Palermo, una parentesi con la Fiorentina fino al ritorno nel suo Salento a fine carriera.

Oggi Fabrizio Miccoli ha appena finito il corso abilitante per collaboratore della gestione sportiva, organizzato a Potenza dal Comitato regionale Lega Nazionale Dilettanti, in collaborazione con l’A.Di.Se. l’associazione Italiana Direttori Sportivi.

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