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ESCLUSIVA : Intervista alla dott.ssa Elisabetta SIONIS sul caso Marco Vannini

“ Malafede, mancanza di empatia, scelleratezza e delinquenza sono gli ingredienti che sostengono certe condotte e che, al contempo, permettono a certi elemeti di sghignazzare e bearsi per il rigetto di una istanza o la produzione di un documento senza curarsi del dolore che causano nei genitori delle persone offese“

PRO BONO

Intervista alla dott.ssa Elisabetta SIONIS sul caso Marco Vannini

 


Dottoressa, giorni fa durante la puntata di Quarto Grado, la difesa della famiglia di Marco Vannini aveva annunciato il deposito di una consulenza tecnica sull’audio della chiamata al 118, a firma di Lee Orloff, uno dei migliori tecnici del suono al mondo, nonché, primo premio Oscar, sette nomination agli Accademy Awards. Oggi è stata celebrata la prima udienza dell’appello bis a carico della famiglia Ciontoli, ma la consulenza di Orloff ed Emme Team non è stata accolta. Cosa ne pensa?

La consulenza tecnica di parte e non “perizia” come erroneamente citata anche da sedicenti professionisti, non è stata accolta in virtù di quanto previsto dal codice di procedura penale in materia di assunzione di prove durante il processo di appello.
Infatti, si tratta di una peculiare fase procedurale e procedimentale durante la quale non sono ammessi nuovi mezzi di prova e nuovi documenti a prescindere dalla circostanza che abbiano o meno quel carattere di “indispensabilità” e, nel caso di specie, la prova era già stata assunta, pertanto, si potrebbe ipotizzare un rigetto (ad esempio) con motivazione di superfetazione della prova.

Dottoressa, ma quindi, secondo quanto mi pare di capire, la consulenza è stata rigettata per una questione procedurale, cioè di forma, e non di sostanza

Certamente, non è stata rigettata per una questione sostanziale ma formale. Sicuramente non si fa riferimento alla congruità e validità dei contenunti scientifici dell’elaborato, quanto alla ammissibilità di qualunque prova ultronea al secondo grado di giudizio.

Dottoressa Sionis, eppure sui social network ci sono diversi gruppi di individui, taluni noti anche al vasto pubblico in veste di esperti o avvocati, che hanno gioito al rigetto della consulenza stilata da Orloff e dal Team Emme. Cosa ne pensa?

Preliminarmente ritengo che siano incontestabili le accreditate e certificate competenze tecniche e specialistiche di Lee Orloff, nonché, reputo indiscutibile ed acclarata la validità della strumentazione sofisticata di cui dispone ed è in grado di utilizzare proficuamente, pertanto, non posso che avere fiducia sull’esito della sua consulenza effettuata pro bono a favore dei coniugi Vannini, genitori che hanno perso l’unico figlio.

Per quanto attiene la sua domanda relativa a chi abbia gioito, francamente non posso che provare sdegno, disprezzo e pena per chi si permette lo scellerato “lusso” di gioire sul rigetto di un elaborato che, per quanto apportasse unicamente un surplus rispetto a quanto palesemente acclarato in precedenza, costtuisce un ulteriore elemento a sostegno della tesi difensiva dei Signori Vannini e quindi, avrebbero voluto facesse parte di questa fase processuale.

Si tratta di individui ignobili che hanno necessità di colpire quotidianamente bersagli diversi. Sono persone senza anima e con grave interruzione della coscienza emozionale ed empatica.
Se poi si pensa che taluni sono anche genitori verrebbe da domandarsi quanto sarebbe utile segnalare le loro condotte agli Uffici di competenza al fine di valutarne le competenze e responsabilità genitoriali.

La mancanza di empatia è il denominatore comune di tutti i criminali.
Da uno specialista, da un professionista, da un esperto, da un avvocato, ci si aspetta che sia spiegato a chi non ha le competenze specifiche, come mai una prova che sembrerebbe tanto importante, non sia stata ammessa al processo d’appello.

Invece, come spesso accade in certi siti in cui si raduna certa teppaglia, lungi dal valutare i danni che i loro sproloqui causano sui familiari delle vittime (essi stessi vittime collaterali) si predilige l’utilizzo di slogan generici e fuorvianti che si prestano alle interpretazioni della massa gregaria non pensante.

Ad esempio, si fa figurare che si sia ottenuto un buon risultato attraverso espressioni generiche che inducono i lettori a convincersi che chi commenta sia coinvolto attivamente nel procedimento penale e che sia allo stesso tempo colui che ha smantellato un impianto farlocco che a sua volta è stato rigettato dai giudici.

Malafede, mancanza di empatia, scelleratezza e delinquenza sono gli ingredienti che sostengono certe condotte e che, al contempo, permettono a certi elemeti di sghignazzare e bearsi per il rigetto di una istanza o la produzione di un documento senza curarsi del dolore che causano nei genitori delle persone offese.

In definitiva, assodato, che Lei ritiene che il rigetto della consulenza tecnica prodotta dal Team Emme e firmata dall’Oscar Lee Orloff, sia dovuta esclusivamente a una questione procedurale determinata dal rito sul quale si fonda il processo di appello, cosa ne pensa di coloro che gioiscono per quel rigetto?

I familiari sopravvissuti alla morte dei loro cari, soprattutto se figli, si aggrappano e trovano un minimo spiraglio di speranza in ogni piccolo dettaglio che possa anche ipoteticamente condurre verso l’aspro e tortuoso sentiero della giustizia.
Sono persone sempre in bilico, in arrampicata su pareti scoscese, protesi nel baratro della sconfitta per la perdita del valore più importante della loro esitenza, pertanto, chiunque si esalti per il fatto che costoro non abbiano ottenuto quanto richiesto dai loro difensori e, soprattutto, occultino nelle loro esternazioni i motivi del rigetto (come nel caso di specie) sono da definirsi esseri abbietti e privi di valori etico-morali superiori, oltre che millantatori privi di scrupoli.


Il mio pensiero va a tutti i genitori e familiari che ogni giorno riescono, nonostante tutto e oltre ogni loro previsione e volontà, a trovare la forza e la determinazione per non spegnersi definitivamente ed assumere concretamente le sembianze che li hanno trasformati con la perdita dei loro figli.

Nutro profonda stima, rispetto, solidarietà ed ammirazione per i genitori di Marco Vannini, come per i familiari di tante altre vittime per le quali si cerca di far luce e giustizia, penso al carissimo signor Guglielmo Mollicone deceduto a causa del troppo dolore, ai familiari di Denis Bergamini, a quelli di Stefano Cucchi e di Giulio Regeni e ai genitori di Manuel Piredda.

.*Dott.ssa Elisabetta Sionis, criminologo clinico esperto in psicologia giuridica


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