BasilicataLettere Lucane

QUANDO POTENZA ERA UNA SPECIE DI TWIN PEAKS

Lettere lucane

 


Sto seguendo con una certa angoscia le vicende che riguardano il magistrato lucano Francesco Basentini. Ascoltare in televisione Luigi De Magistris parlare in modo così sprezzante dei magistrati che operavano e operano in Basilicata mi ha fatto ripiombare con una certa malinconia in anni che ricordo cupi, paranoici, estremamente conflittuali. Non tutti probabilmente lo ricordano, ma poco più di dieci anni fa della nostra regione non si parlava per le sue bellezze e per Matera Capitale Europea della Cultura, ma perché eravamo una specie di polveriera mediatico-giudiziaria.

Dal caso Claps a Toghe lucane, dall’”affaire” Cannizzaro all’omicidio Gianfredi, la nostra regione sperimentò in quegli anni un’altissima conflittualità tra i poteri dello Stato, e ovviamente del sistema mediatico, che si divise in maniera cruenta tra garantisti e giustizialisti. Riepilogare il groviglio politico e mediatico-giudiziario di quegli anni è molto complicato, ma io che fui in campo dalla parte dei garantisti ricordo un clima orribile, pieno di calunnie, sospetti, vendette e maldicenze.

Poi, come sempre càpita nella storia delle guerre, gli animi si placarono, forse perché da quella polveriera l’intera classe dirigente dell’epoca – e per classe dirigente intendo anche quella giornalistica – ne uscì sfibrata, se non sconfitta. Potenza all’epoca sembrava una specie di Twin Peaks, e sui giornali si usavano parole forti come “cupola” e “comitato di affari”. Ecco perché l’attuale classe dirigente, che forse nemmeno conosce queste storie, dovrebbe baciare a terra per il fatto di non doversi svegliare ogni mattina – leggendo i giornali – con la tachicardia e il cuore in gola.

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