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POLICORO: RIPARTONO LE CELEBRAZIONI LITURGICHE

Preghiere “difficili” nel rispetto delle norme anticontagio: le parole dei parroci locali


Dopo circa due mesi, durante i quali i parroci di Policoro non hanno potuto celebrare la liturgia alla presenza dei fedeli a causa dello stato emergenziale, son ripartite le celebrazioni liturgiche.
Un nutrito gruppo di persone, durante la messa delle ore 08.30 nella Chiesa dedicata al “Buon Pastore”, ha ripreso ad occupare i banchi come era solito fare. Tutto sembrava così “contenuto” a partire dal composto silenzio con il quale i fedeli hanno preso posto.
All’entrata della chiesa, una colonnina con del disinfettante per permettere ai fedeli di igienizzare le mani, i banchi avevano affisso un foglietto con la scritta “io mi siedo qui”, quasi come per assegnarli ed erano incollati e posti su ogni banco e alternativamente, due in un banco e soltanto uno su quello successivo, come una sorta di scacchiera, rigorosamente a un metro e mezzo circa di distanza dall’altro.
Alcune persone non riuscivano ad afferrare la seguente disposizione, era come se si sementissero estranei, in un luogo che tuttavia, prima dell’epidemia relativa al Covid- 19 era così familiare. Don Giuseppe ha varcato la soglia dell’altare con uno sguardo serio, quasi severo, iniziando a richiamare i fedeli al rispetto delle norme vigenti, emanate dal governo, quali il distanziamento sociale e soprattutto all’uso delle mascherine. Alcuni cittadini, infatti, ne erano sprovvisti ma hanno subito posto rimedio a tutto ciò indossandole prontamente.
« So che è difficile rispettare queste norme – ha dichiarato don Giuseppa durante l’omelia – ma dobbiamo comportarci in maniera rispettosa, per proteggerci gli uni verso gli altri, concentrarci soprattutto sul significato della parola di Dio, che poi rappresenta il punto cardine degli insegnamenti di Nostro Signore».
Attimi di “triste gioia”durante la celebrazione liturgica si sono vissuti con la profonda commozione di qualche fedele più anziano mentre si appresta a ricevere l’eucarestia , in questo periodo difficile, quasi come se fosse “acqua nel deserto”, nutrimento dell’anima. Anche il parroco della Chiesa Madre, che tuttavia è ancora interessata dai lavori di restauro conservativo da un po’ di mesi – ha celebrato la Santissima Messa nel locale situato nel salone che ospitava il ristorante che faceva parte del piano inferiore dell’Hotel Callà 2. Non è stato semplice sistemare le sedie, che nei mesi precedenti la pandemia erano poste in file caratterizzate da due colonne in un esiguo numero di circa 40 posti a sedere. Alcuni fedeli, insieme al parroco si sono recati nei giorni scorsi in Hotel per pulire la sala che era stata sanificata durante l’effettuazione dell’intervento di sanificazione realizzato il primo Maggio. «Finalmente il Signore ci ha permesso di svolgere la liturgia, dopo tutto questo tempo, sono molto felice per questo, il Signore è con noi specie in questo momento, e come abbiamo avuto modo di vedere, non ci abbandona mai».

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