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Margherita Perretti: educazione alla legalità valore fondante della società

“ Solo in un clima di legalità si può conseguire la crescita civile ed umana degli individui, il cambiamento per esserci deve essere collettivo, altrimenti non è, e si raggiunge con l’educazione e la partecipazione, fondamentali per contrastare le ingiustizie sociali, la corruzione, gli atteggiamenti mafiosi”

Margherita Perretti: educazione alla legalità valore fondante della società 

legalità

Per la presidente della Commissione regionale pari opportunità “Il problema più grave sta nel minimizzare la portata del fenomeno, anche perché l’omertà, il rifiuto, la negazione, rafforzano atteggiamenti e condotte mafiose”

“L’educazione alla legalità costituisce il principio fondante dell’intera struttura sociale. Ogni cittadina e cittadino dovrebbe sentirsi responsabile rispetto alla tutela dei beni di tutti. Con l’emergenza Covid-19 e l’impoverimento del tessuto socioeconomico in molte realtà del nostro Paese, il pericolo di un rafforzamento pervasivo del sistema criminale appare sempre più realistico.  Spaccio di stupefacenti, riciclo di denaro, gestione appalti, prestiti usurai, intermediazione da parte del caporalato della manodopera in agricoltura, sono solo alcune delle attività in cui la malavita prospera. Il problema più grave sta nel minimizzare la portata del fenomeno, anche perché l’omertà, il rifiuto, la negazione, rafforzano atteggiamenti e condotte mafiose”

È quanto afferma la presidente della Commissione regionale Pari Opportunità della Basilicata, Margherita Perretti.

“‘La pandemia sta ampliando le crepe, creando un baratro che inghiotte sempre più persone e proprio la criminalità organizzata si fa più forte, queste – sottolinea Perretti – le parole di Floriana Bulfon, la giornalista che ha realizzato servizi sulla criminalità organizzata a Roma e su Mafia Capitale, minacciata più volte da parte del Clan Casamonica, ma mai fermatasi.
Così come la giornalista Federica Angeli che dal 17 luglio 2013, minacciata di morte, vive sotto scorta. Due donne che costituiscono un ‘role model’ per i nostri giovani, un esempio vivente di rifiuto dell’omertà, a cui si contrappone la voce della trasparenza e l’affermazione della legalità, che si costruisce attraverso la cultura della verità e la conoscenza. Omertà generalizzata si ritrova anche rispetto al triste e diffuso fenomeno dello sfruttamento delle donne in agricoltura, che lavorano spesso più degli uomini, sono pagate di meno, ricevono pochi euro a giornata, cibo scaduto e pane raffermo come pranzo, nessun contratto, nessun diritto. Subiscono ricatti e abusi fino alla violenza sessuale, donne che per la paura di denunciare i propri capi e perdere il lavoro tacciono.
È una storia vecchissima avvolta da un silenzio omertoso di interi paesi e vicinati. Sì perché le violenze, anche quelle sulle donne, avvengono spesso in mezzo alla strada o comunque davanti ad altre persone, e le violenze mediatiche sono ancora più pubbliche. Ma nessuno interviene, e ci si rende complici anche solo con il silenzio, che non è un atteggiamento neutrale, tutt’altro dal momento che genera omertà criminale.
E ogni condotta mafiosa prospera con il silenzio”

“Nel nostro Paese – aggiunge la presidente della Commissione pari opportunità – si respira un clima di violenza, la fase due non traspira rinascita e solidarietà, ma esasperazione ed intolleranza, un esempio è l’attacco subito dalla sindaca Raggi pochi giorni fa, che non è il primo. E anche nella nostra regione donne impegnate in politica e nel sociale hanno subito attacchi a livello mediatico, attacchi ad atteggiamenti culturali più che a condotte effettive.
Solo in un clima di legalità si può conseguire la crescita civile ed umana degli individui, il cambiamento per esserci deve essere collettivo, altrimenti non è, e si raggiunge con l’educazione e la partecipazione, fondamentali per contrastare le ingiustizie sociali, la corruzione, gli atteggiamenti mafiosi”

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