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URSULA FRANCO : Analisi della telefonata di Salvatore Parolisi al 112

“ Egli ha ucciso con 35 coltellate, il 18 aprile 2011 intorno alle ore 15.00 nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella, la propria moglie Melania Rea, madre della loro bambina Vittoria“

Analisi della telefonata di Salvatore Parolisi al 112 

Salvatore Parolisi

Each word selected by an individual is a product of a conscious or unconscious choice and each word deserves individual analysis. Don Rabon

Alle ore 16.34 del 18 aprile 2011 dall’utenza cellulare in uso a Salvatore Parolisi viene effettuata una telefonata della durata di 8.33 minuti al servizio 112, centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri. Parolisi si trova in località Colle San Marco al bar ristorante ‘Il Cacciatore’ dove si è recato a cercare la moglie Melania Rea, scomparsa, a suo dire, da pochi minuti. Egli, su invito della signora Giovanna Flamini, proprietaria del bar, chiama i carabinieri e dopo aver digitato il numero 112 lascia che la stessa parli con gli uomini dell’Arma mentre lui si reca in bagno.

Fuoricampo, prima che l’operatore del 112 risponda, si sente la voce di Parolisi: Vedete un pò come…

Signora: Pronto.
Operatore: 112, buonasera.
Signora: Eh, buonasera, senta.. sono la signora qui al ristorante ‘Il Cacciatore’, a colle San Marco, il bar Sega’…
Operatore: Sì.
Signora: Eh, c’è un signore qui che la moglie si è allontanata da circa un’ora e non.. non la ritrova… eh, non so se si poteva uscire, (incomprensibile).. noi abbiamo girato qua intorno però sinceramente non… doveva venire al bagno qui da me ma non è mai arrivata, è lui con la bambina.. piccolina che sta qui, che sta disperato.
Operatore: Quanti anni ha?
Signora: Eh, non so, dove è andato?… quanti anni ha sua moglie?… è andato al bagno… un attimo… eh, ci avrà una bambina di circa tre anni, ma so’ giovani… boo… non penso che ci avrà più di… ci avrà.. mm.. non credo che ci arriva a trenta, io non l’ho vista, non la conosco ma…
Operatore: Ma il marito dov’è adesso?
Signora: Il marito, un attimo che è entrato dentro al bagno, qui da me, qui al bar… mi ha detto: “Parlaci, tu sto disperato (ride) con i carabinieri”… però sinceramente non è…. che li conosco, cheee….
Operatore: Ma, sta disperato!? (in senso ironico)
Signora: Eh! Noi abbiamo fatto un pò di giri qui in circonvallazione (incomprensibile)….abbiamo incrociato anche una pattuglia vostra quando stavamo a girà a piedi… dico perché magari a volte si è sentita male perché ha detto ci aveva l’ernia.. oggi sono andati a fare un controllo lì alla clinica.
Operatore: Sì ma che par… l’ultima volta che l’ha vista, dov’era? Che zona era?
Signora: Che l’ha vista come?
Operatore: Stavano insieme, no?
Signora: Io non l’ho vista questa signora.
Operatore: No, no dico lui, stavano insieme, no? Quindi mi saprà dire?
Signora: Loro stavano ai giochi qui sopra…sa qual’è il bar mio?
Operatore: Sì, sì, l’Africano, no?
Signora: (incomprensibile).. vicino al chioschetto… eh, stavano ai giochi e ha detto che doveva andare al bagno, ha detto, siccome non sapendo la scorciatoia , questa brecciata che viene su da me, loro girano di sopra la strada a fianco al chiosco che passa lì al rifugio delle monache e poi gira qua no… ha fatto quella strada…. io l’ho rifatta a piedi siamo andati (incomprensibile) su quell’altra brecciata che c’è un fosso, dico a volte è cascata di sotto, gli squilla il telefono ma non risponde.
Operatore: Com’è il numero? Glielo ha dato?
Signora: No, se n’è andato, sta dentro il bagno, mi ha lasciato il telefono (ride)… bhe.

Fuoricampo:
Signora (rivolgendosi ai presenti): chiama un po’… (incomprensibile)…se ci parli, gli dai il numero, non so… (incomprensibile) Massimo.
Signora (rivolgendosi a Parolisi): Vuoi parla’ un secondo con i carabinieri? Eh, è qui se gli dai il numero…

Al minuto 2.43 la signora, incapace di dare precise informazioni sulla scomparsa della signora Melania Rea, passa il telefono al caporal maggiore Parolisi.

Parolisi: Pronto.
Operatore: Pronto?
Parolisi: Pronto.
Operatore: Sì, allora, si calmi un attimino.
Parolisi: (incomprensibile)
Operatore: Come? Pronto?
Parolisi: Pronto, pronto.
Operatore: Allora, si calmi un attimo, eh, come si chiama la signora?
Parolisi: Rea Carmela (incomprensibile).
Operatore: Come?
Parolisi: Rea Carmela.
Operatore: Carmela?
Parolisi: Sì, però noi la chiamiamo Melania.
Operatore: Allora, Carmela, ho capito, il cognome?
Parolisi: No, cioè…
Operatore: Un attimo solo, si calmi un attimo.
Parolisi: Il nome è Carmela, però si chiama, cioè la chiamiamo sempre Melania, l’abbiamo chiamata.
Operatore: Il nome comunque è Carmela?
Parolisi: Sì.
Operatore: Detta Melania.
Parolisi: Sì, no dettaaa, cioè praticamente gli hanno messo Carmela, io so’ napoletano no… siccome non gli piaceva l’hanno sempre chiamata Melania però…
Operatore: Va bene, mi spiega il cognome per piacere?
Parolisi: Rea, Rooma, Eeeempoli, Ancona.
Operatore: Roma, Empoli, Roa?
Parolisi: Rea. Roma, Empoli, Ancona
Operatore: Rea?
Parolisi: Erre, Roma.
Operatore: Empoli, Ancona, Rea?
Parolisi: Sì, Rea.
Operatore: Oh, mi dà il recapito telefonico di questa signora?
Parolisi: Treeee…
Operatore: E’ sua moglie, no?
Parolisi: Sììì.
Operatore: Ma soffre di qualcosa, no?
Parolisi: Però, aveva un dolore aa.. all’ernia, ci ha avuto l’ernia, mo’ stamattina, io non so’ andato a lavoro, sono militare… pronto?
Operatore: Sì.
Parolisi: Eh, io sono militare qui al 235 esimo, sono un istruttore.
Operatore: Come si chiama lei?
Parolisi: Parolisi Salvatore.
Operatore: Salvatore?
Parolisi: Parolisi, Parolisi.
Operatore: Padovisi?
Parolisi: Paro con la r, Pa-ro-li-si.
Operatore: Pa ro li si.
Parolisi: Con la P, Pa-ro-li-si…
Operatore: Sì, Parolisi.
Parolisi: Sì, Salvatore…
Operatore: Mi lascia il suo recapito telefonico pure?
Parolisi: Sì, 333… aspettate mo’ mi sta venendo l’ansia, non mi ricordo, aspettate…. come (incomprensibile)…. l’ho chiamato con questo numero, non può vedere?
Operatore: Ah, è il suo questo numero, perfetto? Il numero di sua moglie?
Parolisi: Invece quello di mia moglie, perché io ho fatto la convenzione, quella lì della TIM con l’esercito, è uguale al mio, solo che all’ultimo fa 277… questo è 280, dovrebbe essere.
Operatore: No questo è 277.
Parolisi: Eh, allora quello di mia moglie è 280.
Operatore: 280 finale?
Parolisi: Sì, quello di mia moglie è 280… e allora.
Operatore: Quindi sarebbe…
Parolisi: (incomprensibile)… ho fatto una convenzione con l’esercito, quindi abbiamo comprato due schede là, quindi abbiamo (incomprensibile)…
Operatore: Quindi sarebbe — 8102280.
Parolisi: Sì, penso che, si è vero, comunque è questo qua, cambiano le ultime due cifre a mia moglie, il mio 277 e lei era 280 (incomprensibile), 280 e 277 il mio, sì…. così..
Operatore: Ma sua moglie com’era prima di allontanarsi? Era tranquilla?
Parolisi: Sì …stava… in poche parole, io stavo giocando con la bambina là alle altalene e lei mi ha detto: “Devo andare in bagno”… ho detto:… “Mo andiamo…”, ci siamo presi il caf… io sono venuto qua 15 giorni fa con altre… con la comitiva, insomma ci siamo divertiti e tutto, quindi… ho detto, vabbè, ho preso la bambina, quella piange, no!?  Voleva stare sull’altalena, allora lei mi ha detto: “Vabbè ma lascia stare tanto qua io faccio subito, dieci minuti”. Allora fai una cosa: “Fatti fa’ u caffè da portare”,… e poi mi son messo a giocare con la bambina e lo scivolo, l’altalena, un pò giù con le margherite, così che lei prendev… e poi che ho fatto? Non…emm cio… dopo un pò ho detto: “ma questa, ma non arriva più?”, Non lo so però quanto è passato… è passato un quarto d’ora, venti minuti, non lo so e poi ho detto: “vabbè, mo’ aspetto un pò e ho iniziato a chiamarla”,…però mi squilla il telefono ma non mi risponde lei, ha capito? Mi squilla il telefono ma non mi risponde lei. Allora ho detto ma questa dove è andata? Che sta a fa?… Di qua e di là sono venuto al bar, questo qua che ci siamo già venuti e ho domandato ai signori, ho preso pure un caffè e niente, ho detto: “Signo’, scusate… eeh, ma ha visto una donna così?”… e niente…
Operatore: Com’è sua moglie?
Parolisi: E’ bruna.
Operatore: Allora, capelli?
Parolisi: E’ mora alta, uno e settanta…
Operatore: Capelli lisci? Mossi? Come sono?
Parolisi: Che cosa?
Operatore: Sono lisci? Mossi i capelli, come sono?
Parolisi: Lisci, lisci ce li ha.
Operatore: Lisci, lunghi, corti?
Parolisi: Lunghi, sono corti, i capelli lunghi ci ha, eeh.
Operatore: Lunghi o corti?
Parolisi: Lunghi, lunghi.
Operatore: Come vestiva la signora?
Parolisi: Ci aveva un jeans chiaro e ci ha un giubbetto blue, aveva addosso, ecopa… ecopelle, insomma, della Pinko, l’aveva comprato.
Operatore: Giubbetto blue!?
Parolisi: Sì.
Operatore: Scarpe?
Parolisi: Ci aveva la magliettina nera, le scarpe non me le ricordo, non so che cazzo di scarpe aveva.
Operatore: Va bene, vedo di mandare su qualcuno, intanto dai.
Parolisi: Mi ricordo che eeee… aveva gli stivali, boh non lo so non lo dire, mo’ so che del jeans (incomprensibile).
Operatore: Va bene adesso vedo di mandare su qualcuno, va bene?
Parolisi: Ok.
Operatore: Prego.

Parolisi digita il numero 112 con il suo telefono ma subito dopo si dirige in bagno e fa parlare con l’operatore una sconosciuta, la proprietaria del bar dove si è recato a cercare sua moglie. Capita di frequente che soggetti che hanno commesso un omicidio facciano fare la telefonata di richiesta di soccorso ad un soggetto terzo, spesso incapace di dare precise indicazioni.

Parolisi mostra da subito di non desiderare di ritrovare Melania.

La signora Flamini, al telefono con il 112, ride per ben due volte per l’imbarazzo in cui si trova a causa di Parolisi e l’operatore percepisce qualcosa di anomalo, di poco convincente nella condotta del caporal maggiore, tanto da mettere in dubbio la di lui reale disperazione, egli infatti afferma: “Ma sta disperato!?” e la sua interlocutrice annuisce. Infine la signora, dopo aver riferito al 112 le poche informazioni a sua conoscenza, cerca Parolisi e lo invita a parlare con l’operatore, lo invita a farlo perché evidentemente egli è restio.

Quando, dopo 2 minuti e 43 secondi dall’inizio della telefonata, parla il caporal maggiore e non fa nessuna richiesta di assistenza. Una telefonata di soccorso dovrebbe avere come obiettivo primario una richiesta d’aiuto. Spesso nelle telefonate di soccorso di soggetti realmente interessati a ricevere assistenza si ascoltano, non solo una, ma più richieste di aiuto espresse in termini molto chiari.

Dopo aver ascoltato la telefonata restano indelebili nella mente solo il tono della voce lagnoso e le informazioni inutili fornite dal caporal maggiore.

Parolisi, durante tutta la durata della telefonata, sembra travolto dallo sconforto, uno sconforto sproporzionato rispetto al motivo per il quale chiama, egli appare così angosciato da indurre l’operatore ad invitarlo più volte alla calma e lo stesso Salvatore, in un’occasione, riferisce di essere in preda all’ansia tanto da non ricordare il proprio numero di telefono. L’atteggiamento del caporal maggiore appare immotivato rispetto al racconto che egli fa della scomparsa della moglie. Melania infatti, a suo dire, non sarebbe rintracciabile soltanto da poche decine di minuti. Tantomeno si spiega l’incongruente assenza di una qualsivoglia richiesta d’aiuto da parte di Parolisi in presenza di un tono della voce così alterato.

Il collega e amico Raffaele Paciolla, che si trovava al fianco di Parolisi nei primi momenti delle ricerche, ha riferito agli investigatori che Salvatore era in forte stato di agitazione, muoveva le braccia in maniera vorticosa, ruttava di continuo e parlava come se ansimasse. Sia Raffaele Paciolla che il teste Umberto Poli rimasero stupiti dallo stato di prematura agitazione di Salvatore, condizione che paradossalmente si ridusse con il passare delle ore fino a svanire, invece che accentuarsi come sarebbe stato naturale.

Il caporal maggiore manifestava i sintomi somatici di una sindrome di adattamento ad uno stress acuto (General Adaptation Syndrome) evidenziabili non solo nelle vittime sopravvissute ad un grave reato ma anche negli autori dello stesso. Tale sindrome non è altro che una fisiologica reazione che segue ad un’esperienza critica. Il corpo umano reagisce ad uno stress acuto rilasciando una cascata ormonale. Se lo stress è prolungato il corpo non riesce a tornare alla normalità e continua a rilasciare ormoni che provocano un aumento della frequenza cardiaca, ansia, aumento della peristalsi gastrointestinale che può portare ad episodi di vomito o diarrea, inibizione della salivazione, midriasi, aumento della sudorazione e della frequenza urinaria, etc.

Ma torniamo alla telefonata, Parolisi, riguardo alla descrizione di Melania, si limita a rispondere alle domande dell’operatore senza fornire eventuali dettagli aggiuntivi, appare completamente passivo, mentre su altri argomenti si perde in tortuose dissertazioni e riferisce informazioni inutili ed inaspettate come: “Sì, no dettaaa, cioè praticamente gli hanno messo Carmela, io so’ napoletano no…. siccome non gli piaceva l’hanno sempre chiamata Melania però“, “mo stamattina, io non so’ andato a lavoro, sono militare”,”Eh, io sono militare qui al 235 esimo, sono un istruttore”, “Invece il numero di mia moglie, perché io ho fatto la convenzione quella lì della TIM con l’esercito, è uguale al mio, solo che all’ultimo fa 277… questo è 280, dovrebbe essere” e “ho fatto una convenzione con l’esercito, quindi abbiamo comprato due schede là, quindi abbiamo” e, in una tirata oratoria durante la quale racconta ciò che è accaduto prima della telefonata al 112, Parolisi usa un escamotage per abbassare il livello di ansia, si dilunga nel fornire informazioni non necessarie.

Dopo aver comunicato all’operatore del 112 di essere militare, per ingraziarselo, il caporal maggiore fa una pausa. Parolisi, dopo aver imboccato il suo interlocutore in modo da cambiare l’argomento del colloquio, rimane in attesa di una domanda, una domanda che però l’operatore non gli fa ed allora Salvatore si ripete rispondendo alla domanda virtuale che si aspettava che l’operatore gli facesse: “Eh, io sono militare qui al 235 esimo, sono un istruttore”.

Da notare che durante la telefonata, per due volte Salvatore parla della moglie chiamandola “questa”, è inaspettato.

Salvatore ad un certo punto si tradisce, mentre riferisce il numero di telefono di Melania parla di lei al passato, comunica all’operatore che il numero della moglie “era”, gli sfugge un “era” che ci dice che è a conoscenza che la moglie è morta.

Analisi di un breve stralcio di  un’intervista rilasciata a “Chi l’ha visto?”:

Parolisi: “Scendo, prendo la bambina, la slaccio dal… seggiolino suo previsto, la metto a terra e la bambina, insomma, iniziaa… ad andare da sola così. La rincorriamo e lei, come vede, insomma, le altalene, inizia ad indicare con la manina…”
Giornalista: “Che vuole andare sull’altalena”
Parolisi: “… che vuole andare all’altalena e lì iniziamo… insomma a dondolarla così, insieme

Parolisi parla di un fatto accaduto non al passato, come ci saremmo aspettati, ma al presente, fornisce informazioni inutili per rallentare il ritmo del racconto ed aver più tempo per pensare e infine, prima lascia intendere di essere stato da solo “Scendo”, “prendo”, “slaccio”, “metto” e poi aggiusta il tiro con “rincorriamo” e un superfluo “insieme” che rivela un bisogno di convincere che Melania fosse con lui.

CONCLUSIONI

Deception Indicated

L’ex caporal maggiore dell’esercito Salvatore Parolisi è stato condannato in appello a 30 anni di reclusione per il reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio, dalla minorata difesa della vittima, dalla crudeltà e dal vilipendio di cadavere.
 Egli ha ucciso con 35 coltellate, il 18 aprile 2011 intorno alle ore 15.00 nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella, la propria moglie Melania Rea, madre della loro bambina Vittoria. Poco dopo aver commesso l’omicidio, Salvatore, nel tentativo di crearsi un alibi, ha raggiunto con la figlia, la quale si trovava in auto mentre Parolisi accoltellava la Rea, la località Colle San Marco, distante 11,7 km dal luogo del delitto, dove ha dato l’allarme per la scomparsa della moglie.

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