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HIC SUNT LEONES VENOSINORUM

Venosa ha molte statue di leoni I più famosi sono quelli dell’Abbazia della SS Trinità


«Ci sono dei confini al di là dei quali non è permesso andare. Dio ha voluto che su certe carte fosse scritto: hic sunt leones»  con questa frase il benedettino cieco Jorge da Burgos ammoniva il francescano Guglielmo da Baskerville francescano nel romanzo  Il nome della rosa di Umberto Eco , una  locuzione latina  associata – ma storicamente mai verificata- alle carte geografiche antiche per indicare le zone ancora inesplorate dell’Africa, dove anche nell’attuale Maghreb viveva il famoso leone berbero, l’esemplare più grande di questi felini. Ma anche la città  fondata in onore delle dea Venere, dall’eroe acheo Diomede, in ritorno dalla guerra di Troia, è una città dei leoni: di pietra certo ma ce ne sono molti, alcuni famosi, altri meno, alcuni nascosti, tanti sconosciuti proprio; molti sono di pietra, ma ce n’è qualcuno anche di bronzo e dipinto.

«Nella cultura popolare, il leone è da sempre simbolo di virtù quali forza, coraggio, nobiltà, maestosità.” Ci ricorda il ricercatore Vincenzo Giaculli A Venosa li  troviamo a guardia del Castello di Pirro Del Balzo, dinanzi all’ingresso della Villa Comunale, ad abbellire antiche fontane, come quella Angioina, quella di Messer Oto e quella più antica di rocca romana detta appunto “la Romanesca”; sono presenti anche in alcune chiese venosine e sui muri ed i portali di palazzi nobiliari». I più famosi sono: quelli dell’antica Abbazia SS Trinità. Il Portale, di stile romanico; si adorna di due leoni in pietra di differenti epoche, provenienza e dimensioni – spiega Giaculli – Quello di sinistra lì da tempo, forse per simbolo a cacciare lo spirito maligno, com’è per molte chiese, soprattutto pugliesi; quello di destra, ancora fino agli inizi del ‘900 stava allo spigolo estremo destro della Foresteria degli Altavilla».

I due leoni di pietra, hanno dimensioni realistiche; quello di sinistra è più recente, di fattura normanna, è scolpito in piedi, con una chioma folta e ben evidenziata, ha grandi occhi e la bocca aperta, si regge su tre zampe, perché quella anteriore sinistra gli manca. Non sembra essere minaccioso ma serve da ammonimento per tutti coloro che varcheranno quella porta senza spirito di contrizione. Il leone di destra è il più antico, di fattura romana, la sua chioma leonina non è molto evidenziata ma è altrettanto ben delineata nei suoi lineamenti. È riprodotto accovacciato, la bocca e gli occhi non sono molto grandi come quelli di sinistra, spiccano i solchi del costato, la coda, le zampe con il possenti muscoli di un vero  leone.

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