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L’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 1° Maggio: “È ora di ripartire, il governo dia indicazioni chiare, le regioni collaborino e i cittadini siano responsabili. Il lavoro è alla base di libertà e dignità. È il momento di superare storici ritardi”

Nel giorno in cui alcuni presidenti regionali si esercitano in fughe in avanti, Mattarella chiede più responsabilità non solo al Governo, ma anche agli enti locali: “La situazione richiede un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni”, ricorda il presidente

 

Intervento del Presidente Mattarella in occasione della Festa del Lavoro

«Viviamo questo Primo maggio con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani.

Non ci può essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione.

Il lavoro è stato motore di crescita sociale, economica, nei diritti, in questi settantaquattro anni di Repubblica.

Perché il lavoro è condizione di libertà, di dignità e di autonomia per le persone. Consente a ciascuno di costruire il proprio futuro e di rendere l’intera comunità più intensamente unita.

Va ribadito con determinazione nella attuale situazione, in cui la diffusione del virus ha colpito duramente il nostro popolo, costringendoci, a un temporaneo congelamento delle attività. In Italia, come in tutto il mondo, le conseguenze della pandemia mettono a rischio tanti posti di lavoro.

Risalta ancora di più, in questo contesto, il valore del lavoro e, in particolare l’opera svolta da medici, infermieri, altri operatori sanitari, farmacisti, con tanti fra di loro caduti nello svolgimento dei propri compiti. Il lavoro di Forze dell’Ordine, Forze Armate, operatori del settore della logistica e dei trasporti, della distribuzione, di filiere produttive essenziali, del sistema di istruzione, pur tra molte difficoltà, ha consentito, giorno dopo giorno, al nostro Paese di non fermarsi e di andare avanti, sia pure funzionando a velocità ridotta.

Appare finalmente possibile un graduale superamento delle restrizioni. Ora guardiamo alla ripresa: ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze. A cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito, in modo da conservare intatte tutte le risorse del nostro capitale sociale e da consentire di far sopravvivere e far compiere un salto di qualità alla organizzazione delle imprese e alla offerta di servizi, con scelte avvedute, nella consapevolezza che sono destinate a incidere sulla qualità della vita di ciascuna famiglia, sugli stessi tempi e ritmi della vita quotidiana delle persone.

A partire dal lavoro si deve ridisegnare il modo di essere di un Paese maturo e forte come l’Italia.

La fabbrica, i luoghi di lavoro, hanno orientato e plasmato i modi di vivere nei nostri borghi e nelle nostre città, e l’opera stessa delle istituzioni chiamate ad assicurare la realizzazione della solidarietà politica, economica e sociale prevista dalla Costituzione.

La battuta d’arresto che abbiamo subìto spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni già assunte e in corso di definizione da parte dell’Unione Europea.

Molto cambierà nella vita delle nostre società. Questo cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusioni ma sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l’insopportabile sfruttamento.

Il ruolo degli imprenditori – piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese – appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo processo di riprogettazione delle filiere produttive e distributive.

Oggi, mentre celebriamo in modo così diverso dal consueto questo Primo maggio, non possiamo non riconoscere gli importanti traguardi di giustizia sociale conseguiti attraverso le battaglie dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, efficaci strumenti di progresso ed eguaglianza.

Le Confederazioni sindacali hanno dedicato questa giornata al lavoro in sicurezza, per rendere solida e non fugace la prospettiva di rilancio.

Non può esservi – e non vi è – contrapposizione tra sicurezza, salute e lavoro.

È stata avviata la graduale ripresa della nostra vita sociale e di molte attività economiche.

La ripresa è possibile perché nei quasi due mesi precedenti siamo riusciti ad attenuare molto la pericolosità dell’epidemia. Dobbiamo difendere questo risultato a tutela della nostra salute.

Non vanno resi vani i sacrifici fatti sin qui se vogliamo assieme riconquistare, senza essere costretti a passi indietro, condizioni di crescente serenità.

Non va dimenticata l’angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus, né che abbiamo superato i duecentomila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime.

Questo richiede un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni.

So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini – manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalità – perché, nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza.

Sono necessarie indicazioni – ragionevoli e chiare – da parte delle istituzioni di governo ma, oltre al loro rispetto, è soprattutto decisiva la spontanea capacità di adottare comportamenti coerenti nella comune responsabilità di sicurezza per la salute.

Attraversiamo un passaggio d’epoca pieno di difficoltà. Riusciremo a superarle.

A tutti i lavoratori, alle Stelle al Merito del Lavoro – abitualmente consegnate in tutta Italia in questa ricorrenza – va il saluto più cordiale e l’augurio di una rapida ripresa.

Buon Primo maggio»


MESSAGGIO PER LA FESTA DEL LAVORO
MATTARELLA: “È ORA DI RIPARTIRE, IL GOVERNO E LE REGIONI COLLABORINO. SERVE IL LAVORO”
L’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 1° Maggio: “È ora di ripartire, il governo dia indicazioni chiare, le regioni collaborino e i cittadini siano responsabili. Il lavoro è alla base di libertà e dignità. È il momento di superare storici ritardi”
Casellati: “Ridisegnare un’Italia nuova”. Fico: “Vicinanza a lavoratori che vivono nell’incertezza”
Auguri di Pasqua del Presidente Mattarella (frame video)

1 maggio 2020

È un’Italia compressa tra ritardi storici e la devastazione, sanitaria, economica sociale, causata dal coronavirus quella che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si trova a descrivere nel suo discorso per la festa del lavoro 2020. Ma è anche un’Italia che ha in sé le risorse e la capacità di ripartire, ricorda il Capo dello Stato, a cominciare dal lavoro: “Viviamo questo Primo maggio con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani. Non ci può essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione. Perché il lavoro è condizione di libertà, di dignità e di autonomia per le persone.”

Non è casuale che il capo dello Stato inizi il suo intervento con l’abbinamento di lavoro e libertà, proprio in questi giorni in cui il paese vuole superare le restrizioni imposte dalle misure di sicurezza sanitaria ed è consapevole che quando ciò si realizzerà, molti non ritroveranno i posti di lavoro da cui hanno dovuto allontanarsi: “Appare finalmente possibile un graduale superamento delle restrizioni. Ora guardiamo alla ripresa: ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze. A cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito.”

A imprese, lavoratori e istituzioni il presidente della Repubblica chiede uno sforzo di immaginazione: per ripartire serve un cambiamento che “sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni già assunte e in corso di definizione da parte dell’Unione Europea”.

Per la fase 2 della pandemia, quella delle prime riaperture dal 4 maggio, servono comuni sforzi e comuni responsabilità. Un concetto che tornerà più volte nelle parole di Mattarella, che non omette un passaggio esplicito sulle responsabilità del governo: “Questo cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusioni, ma sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l’insopportabile sfruttamento”. 

Nel giorno in cui alcuni presidenti regionali si esercitano in fughe in avanti, Mattarella chiede più responsabilità non solo al Governo, ma anche agli enti locali: “La situazione richiede un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni”, ricorda il presidente. 

Casellati: “Ridisegnare un’Italia nuova”
“Quest’anno, con il Paese stretto nella morsa della crisi sanitaria, la Festa del Lavoro assume un significato particolare: al ricordo delle storiche battaglie dei lavoratori e delle conquiste sindacali sul piano dei diritti, va accompagnata la riflessione sull’urgenza di ridisegnare un’Italia nuova, capace di creare occasioni di crescita e di rilancio per i nostri settori produttivi e basata sul lavoro per tutti quale architrave di un Paese libero, moderno, equo, competitivo”. Lo ha dichiarato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati.     “I dati occupazionali e il numero delle aziende che rischiano di chiudere è allarmante. Ciò  induce ad accelerare il varo di misure chiare, incisive e coordinate per tutelare i lavoratori e le attività economiche e per restituire agli italiani la possibilità di guardare al domani con speranza e con fiducia. Senza lavoro non c’e’ alcuna ripresa possibile, senza lavoro non c’e’ futuro” ha concluso la presidente del Senato.

Fico: “Vicinanza a lavoratori che vivono nell’incertezza”
“Nel giorno in cui si celebra il lavoro e si continua a discutere del tema della ripartenza, non solo delle nostre vite, ma dell’intera economia messa a dura prova dagli effetti della pandemia, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti i lavoratori e le lavoratrici che vivono l’incertezza del domani, nell’attesa di poter tornare finalmente a svolgere le proprie attività lavorative. È una Festa dei lavoratori piena di incognite per il nostro futuro e per quello del Paese messo a dura prova dall’emergenza sanitaria e da quella economica”. Lo scrive il presidente della Camera, Roberto Fico, in un post su Facebook dedicato alla Festa del Lavoro.”Appare quindi indispensabile – aggiunge Fico – nell’ottica della prioritaria tutela dell’occupazione, compiere ogni possibile sforzo per proteggere i posti di lavoro, i salari e le imprese dagli effetti devastanti di questa crisi. E per ripensare il nostro modello in una chiave di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. In questo contesto si collocano le misure di supporto alle imprese e all’occupazione e gli altri strumenti di sostegno al reddito messi in campo e recentemente approvati dalle Camere. Ulteriori interventi si renderanno necessari per offrire il necessario supporto a chi sta subendo il peso economico e sociale di questa situazione. Nessuno sarà lasciato indietro”


FONTE : RAI NEWS 
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