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GIULIA, TALENTO TRA FOTO E DIPINTI

«L’Arte è evasione dal reale» racconta la giovane murese, tra laurea, master e una idea che corre sui social


“È difficile rimanere arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo”. Esordisce con questa celebre frase la giovane e talentuosa Giulia Travaglio di Muro Lucano, che in questo tempo di quarantena ed isolamento, ha unito la sua passione per la fotografia con l’arte, donando alla comunità della “rete” le sue opere.

Giulia, classe 1997 è cresciuta nelle pittoresche stradine di Muro Lucano. Qui nel 2016 si diploma al liceo scientifico Fermi, dove ha avuto una professoressa che l’ha fatta innamorare della Storia dell’Arte, portando ad un livello successivo la passione per il disegno che l’accompagna dall’infanzia. Già durante il secondo/terzo anno ha capito di volere un futuro nel campo dell’immagine, della creatività. A settembre 2016 ha iniziato a frequentare il corso di Design e Comunicazione Visiva, indirizzo grafico, al Politecnico di Torino, laureandosi con una tesi fotografica sull’abbandono a Muro Lucano, molto apprezzata dalla commissione. Da gennaio 2020 sta seguendo un master di Comunicazione Digitale all’Istituto Europeo di Design di Torino.

Come nasce la tua idea artistica? «In realtà, semplicemente: osservando le mie stesse foto d’archivio. La fotografia è una mia grandissima passione, scatto tantissimo, da anni. I miei soggetti preferiti sono paesaggi, architetture e scorci urbani, mentre non amo ritrarre persone. Ho migliaia di scatti che sarebbero un’ambientazione perfetta per scene di vita quotidiana, come il palco di un teatro che ha già le quinte pronte, ma non gli attori.

Nella scelta di come accoppiare fotografia e quadro, invece, a volte parto dall’una, a volte dall’altro, per poi mettermi a cercare negli archivi il corrispondente più adatto, stando attenta anche a snaturare il meno possibile la lettura e la percezione visiva del quadro originale»

Quale messaggio vuoi trasmettere? «Ho accompagnato entrambi i post che ho pubblicato con una citazione del film American Beauty: “È difficile rimanere arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo”. Il messaggio è esattamente questo: guardarsi attorno e far caso al bello che ci circonda, riconoscerne il valore, non lasciarsi trasportare solo dalla negatività. È un discorso particolarmente valido in questo periodo assurdo, ma non solo; dopotutto, i miei primi fotomontaggi, in cui usavo scene di cartoni animati e non di quadri, risalgono ad un paio di anni fa, mentre il primo di questa serie, che vede la Psiche che apre la scatola d’oro del preraffaellita John W. Waterhouse seduta sulle rocce del Torrione, l’ho composto a fine gennaio, in tempi non sospetti. Tra l’altro, la raccolta proseguirà quando potrò tornare a scattare: ho tanti quadri che aspettano l’inquadratura giusta, di cui al momento non dispongo»

In un momento di emergenza come questo, quanto è importante l’Arte, quale vettore di positività? «L’Arte è evasione dalla vita reale e, al contempo, un appiglio alla quotidianità e all’intimità, alla natura umana più inconscia. Quando ci dedichiamo ad essa, da creatori o da osservatori, eclissiamo temporaneamente le nostre azioni, i nostri pensieri, la nostra identità, concentrandoci solo su ciò che vediamo, leggiamo o ascoltiamo. Smettiamo di essere persone con le agende piene, con le giornate scandite dagli orologi, smettiamo di ricoprire il nostro solito ruolo sociale e di avere un nome, mentre di noi resta solo la sfera emotiva, la nostra sensibilità (chi ci crede, la chiama anima), che ci porterà a confrontarci inconsciamente con l’opera, a prescindere se ci piaccia o meno. In quel momento ci sentiamo meno soli in quanto esseri umani, ci rendiamo conto che non siamo gli unici a provare sentimenti, felicità, paura, nostalgia, illusione, noia. In questo senso l’Arte è condivisione, abbatte le distanze, i confini politici e sociali che l’uomo si è creato. Credo sia la cosa più confortante. E se non si hanno gli strumenti per una chiave di lettura consapevole, si potranno sempre apprezzare i colori, le forme, le melodie, male non fa».

Restare a casa col passare del tempo diventa sempre più difficile, cosa potresti suggerire ai ragazzi della tua età? «Più di ogni altra cosa direi che è importantissimo coltivare i propri hobby e le proprie passioni, magari quelli per cui solitamente ci sembra di non avere tempo. O trovarne di nuovi, perché no? Anche questo direi che è un suggerimento molto generico, valido sempre e per tutti».

È un modo questo per avvicinare anche i più giovani, a opere d’arte dalle più classiche alle più moderne? «Mi auguro di sì, spero che sempre più persone di qualunque età riconoscano il grande valore dell’arte (in ogni sua forma), che tuttora è sottovalutata, forse troppo, per vivere in Italia. Sui social condividere arte “fa figo”, per cui ne gira un bel po’. Il problema è che le opere più condivise sono sempre le stesse, quelle più famose, quelle che si insegnano a scuola. L’elenco di opere, artisti, correnti, musei, invece, è infinito e forse entrarci in contatto fuori dal dovere dei programmi scolastici spinge ad apprezzarli di più. Io stessa internet e i social li uso anche per approfondire questo mondo, seguendo pagine e blog di settore. Inoltre, prima di essere un contenuto da pubblicare, per me questo progetto è uno stimolo per rispolverare ciò che già ho appreso del mondo dell’arte, ma soprattutto per conoscerne di nuova, che non mi sembra mai abbastanza. Ne è testimonianza il fatto che quando pubblico la mia carrellata di fotomontaggi chiedo poi a chi mi segue di suggerirmi nuovi quadri da riprodurre, creando un’interazione costruttiva. I social network non hanno solo del marcio: se usati bene sono uno strumento per avere delle occasioni di confronto e di apprendimento che possono essere stimolanti. Mi piace molto una citazione del film L’Attimo Fuggente che spero faccia riflettere chi sminuisce i lavori creativi e in generale chi sottovaluta l’arte, nelle sue mille sfaccettature, arrivando a ritenerla inutile: “Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita”».

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