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IL BULLO É IL PROF: CALVARIO PER ALUNNO LUCANO

Picchiato, offeso e bocciato: la promozione arriva dal Consiglio di Stato

Quando il bullo è il professore e per avanzare di classe serve il doppio ricorso alla Giustizia: bocciato due anni fa in prima media, adesso il Consiglio di Stato (CdS) lo ha promosso in terza media. Un adolescente lucano, dato il caso particolare e la minore età i giudici hanno disposto l’obbligo di omissione delle generalità, nonchè dei dati identificativi dei soggetti dell’intera vicenda, ha dovuto affrontare due processi amministrativi per ottenere la cancellazione della bocciatura. Alla fine ce l’ha fatta: in totale riforma del verdetto sfavorevole del Tar lucano, il CdS ha confermato l’ammissione del giovane studente «alla III classe media successiva». Quella dell’alunno lucano non è soltanto una storia rientrante nella tradizionale categoria scolastica del “può, ma non si applica”: nell’ambito dei processi amministrativi sono emersi gravi fatti penalmente rilevanti. L’adolescente, come sostenuto dalla famiglia, aveva cominciato a manifestare opposizione verso la Scuola, «disaffezione verso lo studio», «depressione e disagio psicologico» dopo che, mesi prima lo scrutinio di fine anno, era stato oggetto di pesanti aggressioni morali, ma anche fisiche, da parte del professore di storia e geografia. Diverse le allarmanti circostanze, come riportato nelle denunce. Per esempio, una volta lo aveva «agguantato per il collo» facendogli «sbattere la testa sul banco, con conseguente fuoriuscita di sangue dal naso», e nello stesso modo, il Prof. avrebbe picchiato anche un altro alunno. In un’altra circostanza lo colpì «con alcuni schiaffi sul collo ed in un’altra occasione lo aveva agguantato per la maglietta, all’altezza del collo, trascinandolo fuori dall’aula». E ancora: lo «costrinse» a togliersi gli occhiali, per colpirlo al volto «con alcuni schiaffi». Ma soprattutto, «in più occasioni», il giovane alunno lucano era stato «umiliato davanti ai suoi compagni di classe» e deriso per la sua corporatura robusta. Il Prof. bullo lo bersagliava, stando ai fatti narrati, con micidiali frasi offensive del tenore di quelle seguenti: «ti sei addormentato su un piatto di pasta asciutta»… «hai fatto la maratona con la pasta asciutta»… «tu pensi sempre a mangiare». A fine anno scolastico, nel giugno del 2018, la mazzata finale dal Consiglio di classe: non ammesso alla seconda classe della Scuola secondaria di 1° grado. Il corpo docente aveva ritenuto che un altro anno in prima media, fosse necessario per «consentirgli una crescita personale, umana e culturale e per l’acquisizione degli elementi di base di varie discipline». Quattro insufficienze e bocciatura piena. Il Tar di Basilicata ha respinto il ricorso sottolineando che le querele nei confronti del professore sono state sporte «sei giorni dopo» la bocciatura e sostenendo che «anche se dovessero corrispondere al vero i fatti» delle violenze, l’alunno sarebbe stato promovibile, perché la bocciatura era stata disposta dall’«intero Consiglio di Classe». La vicenda del giovane alunno lucano ha preso tutt’altra piega col ricorso al Consiglio di Stato. La “prima promozione” dopo pochi mesi. Innanzitutto i giudici hanno chiesto un approfondimento istruttorio data la gravità dei fatti addotti a carico dei docenti della scuola, e nel chiedere se il Ministero avesse disposto un’ispezione, hanno intimato all’amministrazione scolastica di chiarire fornendo le versioni dei fatti, anche «attraverso le eventuali dichiarazioni di quanti abbiano assistito ai denunciati episodi di violenza o eventuali referti medici sulle lesioni riportate dall’alunno». Nel dicembre dello stesso anno della bocciatura, il 2018, la Sezione constatato che la Scuola, «inspiegabilmente», non aveva depositato alcuna relazione analitica, in ragione «di tale significativo inadempimento processuale», aveva cautelarmente accolto la richiesta di ammissione con riserva del minore alla classe successiva. A fine anno la lieta notizia: dalla seconda media, l’alunno lucano è stato ammesso alla III classe successiva. Per casuale coincidenza dalla Procura di Matera, sul fronte penale, lo stesso mese, a giugno dell’anno scorso, la conclusione delle indagini preliminari a carico del professore di storia e geografia, con la quale gli inquirenti hanno formalizzato l’accusa di maltrattamenti e vessazioni psico-fisiche. Dato che i massimi giudici amministrativi italiani possono desumere argomenti di prova anche dal comportamento tenuto dalle parti nel corso del processo, determinante in questo senso l’omissione dell’amministrazione scolastica, e considerato che in assenza di documentazione contraria, l’oggetto delle denunce penali contiene elementi che «avvalorano la circostanza di comportamenti, almeno nel periodo considerato, tali da alterare sensibilmente la possibilità per l’alunno di partecipare serenamente alla vita scolastica ed all’apprendimento», il Consiglio di Stato ha annullato la bocciatura e confermato l’ammissione del giovane studente lucano alla terza media.

Ferdinando Moliterni

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