AttualitàBasilicata

VENOSA, “CONVERSIONE” PER L’OSPEDALE?

L’amministrazione: “Collaboriamo e rilanciamo con soluzioni alternative”


Presso la sede del Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale della Regione Basilicata, l’assessore alla Sanità Rocco Leone, ha ricevuto il Consigliere Regionale Gianni Leggieri e il Consigliere Comunale di Venosa Clemente Squeglia, con delega alla Sanità. «L’Assessore Leone ha paventato l’ipotesi della conversione temporanea del Presidio Ospedaliero di Venosa in “ospedale COVID-19”, in risposta alla richiesta della protezione civile nazionale e della task force regionale riporta la nota stampa-  Tale possibilità potrebbe concretizzarsi esclusivamente in caso di emergenza. Nell’ospedale di Venosa, infatti, sarebbero previsti 96 posti letto, di cui circa 20 di terapia intensiva e i rimanenti di terapia subintensiva per malati COVID-19, che vi arriverebbero solo dopo la saturazione dei 100 posti letto individuati nell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera e dei 50-60 posti letto individuati nell’Ospedale San Carlo di Potenza. Il personale sanitario sarebbe reperito nell’ambito di figure professionali altamente qualificate e dedicate e sarebbe diverso da quello attualmente operante all’interno del POD di Venosa, che risulta prevalentemente specializzato nella gestione delle problematiche della cronicità e delle prestazioni ambulatoriali».

A tal proposito, l’Amministrazione comunale di Venosa «esprime tutte le sue perplessità, che riguardano i limiti strutturali di adeguamento ricettivo e della dotazione organica dell’attuale distretto. Perplessità che rimandano alla concreta difficoltà di sostenere il rispetto delle caratteristiche strutturali necessarie al contenimento della diffusione di malattie infettive, proprie dei reparti dedicati o l’attuale impossibilità di reperire il personale altamente qualificato o le apparecchiature altamente tecnologiche (come quelle delle terapie intensive). In aggiunta a queste evidenti contraddizioni, non manca il timore concreto di un possibile smantellamento dell’esistente (geriatria, medicina ordinaria, ambulatori, specialistica, dialisi, ecc.). Non sarebbe invece più opportuna – si chiedono- e di più semplice attuazione, l’ipotesi di far giungere a Venosa quei reparti utili per decongestionare strutture di II livello come il San Carlo o di I livello come l’ospedale di Melfi, entrambi già predisposti alla terapia intensiva? In questo modo, si potrebbero tutelare molti altri pazienti, affetti da patologie diverse da COVID-19. L’amministrazione comunale, ben consapevole della gravità della situazione, auspica la piena collaborazione con la Regione Basilicata affinché ogni decisione sia frutto di scelte condivise con il territorio».

 

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