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BELLA CELEBRA IL RICORDO DI DONATO

Presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, i bellesi si stringono nell’affetto

«Il 30 Gennaio di 14 anni fa lasciava un vuoto incolmabile nella sua famiglia e in tutta la nostra comunità, Donato Fezzuoglio, fulgido esempio di non comune coraggio e di assoluta dedizione al dovere, spinti fino all’estremo sacrificio» scrive l’Amministrazione comunale di Bella, in merito alla Santa Messa a lui dedicata presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie alla presenza dell’Arma dei Carabinieri, degli amministratori locali e di tanti concittadini ed affetti di Donato, conclusa con le toccanti parole della Preghiera del Carabiniere, ode alla Virgo Fidelis. Non c’è anno che Bella, e Umbertide, città in cui prestava servizio e in cui perse la vita, non ricordino quel giovane coraggioso carabiniere. E proprio quel valore di cui era intriso, fu letale: Fezzuoglio ed un collega, allertati dal Nucleo Radiomobile, si portarono sul luogo dell’evento, dove ingaggiarono con i rapinatori un violento conflitto a fuoco. I due militari tentarono di interrompere la rapina adottando le precauzioni necessarie per evitare il coinvolgimento di passanti, mentre i rapinatori reagirono con un intenso fuoco di pistole e armi automatiche, tra cui almeno un fucile d’assalto AK-47 Kalashnikov. Fezzuoglio, riparatosi dietro allo sportello dell’automobile, fece appena in tempo ad esplodere sei colpi, prima di cadere a terra colpito a morte da un colpo fatale alla schiena. Quel giorno lasciava la giovane moglie venticinquenne ed un figlio di appena sei mesi. Sorte migliore toccò al suo collega, l’appuntato Monti, che rimase ferito in modo non grave alla schiena. I rapinatori riuscirono a fuggire, fermando un’automobile che si trovava a passare in quel momento e sparando alle gambe a due persone. Fuga durata poco, si apre poi il processo e solo il 12 maggio 2013 dopo 17 ore di camera di consiglio, vengono condannati all’ergastolo Raffaele Arzu (già inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia) e Pietro Pala; il 4 ottobre 2014 vengono confermati in appello gli ergastoli per i due colpevoli.

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