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IL DG BARRESI E IL LATINORUM DI SILEO

Per la leghista San Carlo “poltronificio”, ma la nomina del Dg è tecnica e non politica

«Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?», si potrebbe commentare con questo interrogativo la condotta della consigliera regionale leghista Sileo nei confronti del Direttore generale Barresi. Nomine apicali in Basilicata, comprese quelle fuori dal perimetro dello spoils system: col centrodestra lucano, anche se non tutto, il “poltrofinicio” continua. Il caso del Direttore generale dell’Azienda regionale ospedaliera (Aor) San Carlo di Potenza, Massimo Barresi, e della controversia giuridica intentata dall’aspirante alla carica, nonchè attuale direttore amministrativo dell’Asp di Potenza, Giuseppe Spera, pare proprio dimostrare questo. Anche e soprattutto alle luce delle, abisit iniura verbis, assurdità giuridiche della consigliera regionale leghista, Sileo, nonchè dei colleghi della coalizione schierati sulla sua stessa linea. Giuridicamente la questione è tornata al punto di partenza: il Consiglio di Stato dichiarando «la giurisdizione del giudice amministrativo», ed elidendo l’«inammissibilità» del ricorso così come decisa dal Tar lucano l’anno scorso, che, invece, aveva proclamato «l’autorità giudiziaria ordinaria quale plesso munito di giurisdizione», ha rinviato il caso, «per la trattazione del merito», al Tribunale regionale amministrativo della Basilicata. Eppure nell’immediato, addirittura a Consiglio regionale “farsa” in corso, è caduto il numero legale sull’attività ispettiva, la consigliera della Lega, Sileo, si è affrettata, precisando nell’intervento pubblico di essere avvocato, a depositare la mozione, poi iscritta, circa «l’illegittimità della nomina di Massimo Barresi». Il silenzio natalizio, seppur con ritardo, è stato così interrotto dalla consigliera leghista che dall’inizio del suo mandato, non eletta è entrata in Consiglio per scorrimento grazie al cosiddetto “scalda poltrone” che il centrodestra mantiene intatto, ha prodotto un profluvio di allarmismi, tutti ad oggi senza riscontri, riguardo l’ospedale San Carlo di Potenza. In appena un anno di mandato, inoltre, è già la seconda mozione di sfiducia, senza considerare le battaglie nelle Commissioni e non solo portate avanti da frange del centrodestra, nei confronti di Barresi.

I PARADOSSI GIURIDICI ESALTATI DA SILEO Sileo ha giustificato l’atto «alla luce di una intervenuta sentenza del Consiglio di Stato, sentenza nella quale io non voglio entrare nel merito». Anche perchè entrare nel merito di una sentenza che non entra nel merito della legittimità o meno della nomina, pronunciandosi solo sulla competenza giurisdizionale, ma rimanda per il merito al Tar lucano, sarebbe stato anche difficile. Dalla sentenza del Consiglio di Stato, però, per Sileo emerge «un’indicazione di carattere giuridico e giurisprudenziale relativamente proprio alla nomina del dottor Barresi» tale, stando al testo del collegio giudicante il tema sarebbe di chi è la competenza a giudicare la causa di Spera, Tar o Tribunale civile, ma evidente che dal tenore delle affermazioni di Sileo si allude ad altro contenuto non rinvenibile nella sentenza, da giustificare una riunione del «Governo regionale» e della «Giunta» per «quelle che sono le azioni necessarie da intraprendere»: nessuna. Più che nessuna, allo stato attuale delle cose, non si può aggiungere altra parola alle affermazioni di Sileo. Che si è spinta ben oltre, sottolineando finanche «e lo dico da avvocato». Per la leghista «qualora dovesse profilarsi l’eventualità della dichiarazione delle illegittimità della nomina, ciò inficerebbe tutti gli atti posti in essere fino ad oggi da un Direttore Generale illegittimamente nominato» e «comporterebbe delle conseguenze ivi compreso il danno erariale». Pertanto senza una sentenza sulla legittimità o meno della nomina a Dg di Barresi, lo stesso andrebbe rimosso, nel ragionamento della Sileo, per portare «trasparenza» e «legalità». Se il Tar dovesse considerare illegittima la nomina di Barresi, gli atti sarebbero invalidi. Se il non è così, potrebbe apparire troppo perentorio, il non è proprio così corrisponde, però. al vero. Essendo il riferimento ad atti già consolidati e generalmente sussistendo il superiore interesse pubblico alla conservazione degli atti, non si comprende come possa essere aderente alla realtà quanto dice Sileo. Più o meno, ma non pare che la leghista nel caso si sia posto analogo quesito, sarebbe come a dire che tutto ciò che ha fatto Giorgetti in Consiglio regionale, votazioni incluse, andrebbe oggi annullato perchè il Tar a seguito del riconteggio delle schede elettorali di una sezione di Rionero in Vulture ha stabilito il subentro in Assise di Carlucci al suo posto. Non casualmente il collega di partito della Sileo, Massimo Zullino, prendendo la parola in aula ha invitato ad «aspettare che l’attività giudiziaria faccia il suo corso». Perchè anche il paventato, ma molto dubbio, danno erariale eventuale, comunque un Dg del San Carlo, in estrema sintesi, la Regione avrebbe dovuto pagarlo, sarà un problema che parimenti ed eventualmente sorgerà se e quando il Tar dovesse dichiarare illegittima la nomina del Dg Barresi all’Aor San Carlo.

LA REGIONE PER 2 VOLTE HA DIFESO LA LEGITTIMITÀ DELLA NOMINA Di presupposti per una revoca in autotutela, attualmente, non ce ne sono. Proprio dalla sentenza del Tar, tra l’altro, emergono, invece, interessanti spunti sull’operato della Regione Basilicata. La Regione, costituitasi in giudizio, aveva già sostenuto la legittimità della nomina sia dal punto di vista procedurale che per quanto attiene all’atto avvenuto in regime di prorogatio avendo il governo regionale di centrosinistra operato oltre la scadenza naturale della legislatura. La leghista Sileo potrebbe contestare che durante la prima causa al Tar, il centrodestra non era al comando in Regione. Anche qui, questione di latinorum. Perchè se è vera la circostanza temporale, è anche vero che la prima costituzione in giudizio della Regione per «l’inammissibilità del ricorso (di Spera, ndr), nonché, nel merito, per la sua infondatezza» è a firma degli avvocati dell’Ente, Maddalena Bruno e Valerio Di Giacomo. Gli stessi che hanno firmato la costituzione in giudizio, avvenuta questa ben oltre il trionfo elettorale del centrodestra, anche nella causa al Consiglio di Stato. Lo hanno fatto precisando di «contestare parola per parola l’appello proposto dal dottor Spera». Per assurdo il danno erariale ci sarebbe se la Regione che ha già doppiamente difeso, anche sotto la legislatura del centrodestra e di conseguenza col relativo assenso alla tesi prospettata, la legittimità della nomina del Dg Barresi, sia al Tar che al Consiglio di Stato, desse mandato ai suoi legali di smentire sé stessi, e di conseguenza l’Ente, nel cambiare versione nell’ambito della prossima causa al Tar. La Regione, invece, non potrà che costituirsi nuovamente in giudizio insistendo su quella tesi. I fatti oggetto di controversia legale tra Spera e Barresi, col primo che ambisce a soffiare al secondo la carica di Dg dell’Aor San Carlo, sono sempre gli stessi. Gli stessi avvocati della Regione, per far piacere alla Sileo, dovrebbero ammettere di aver sbagliato interpretazioni normative e linea difensiva con soldi pubblici spesi così per errore. Piuttosto inverosimile. Ma anche il governatore Bardi come può, a distanza di pochi giorni, smentire sé stesso quando l’“altro giorno” in conferenza congiunta con il Dg dell’Aor San Carlo e il Dg del Dipartimento Sanità, Esposito, ha detto, in risposta a specifica domanda, «Barresi non si tocca». Tecnicamente poi, ripercorrendo l’iter «bifasico» della nomina del Dg Barresi, come lo ha definito il Consiglio di Stato, non sembrano esserci stati errori procedurali.

IL SAN CARLO NON È UN “POLTRONIFICIO”: IL DG È «FUNZIONARIO NEUTRALE» L’individuazione del Dg avviene a valle di una distinta fase, rispetto alla formazione dell’elenco statale degli idonei, che «nella fattispecie in esame, non è in discussione» che si apre con ulteriore avviso pubblico e prevede una valutazione dei titoli da parte della commissione e un colloquio, ad esito dei quali la commissione propone al Presidente della Regione una rosa di candidati, nell’ambito della quale viene scelto quello che presenta requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire. Ammesso e non concesso che Spera, come sostiene, avesse più titolo di Barresi, in base al curriculum vitae, a ricoprire la carica di Dg, una volta fatta la terna, la vera e propria «valutazione comparativa» è terminata. L’iter è sovrapponibile, non in riferimento alla terna, ma alle valutazioni comparative e simili, a quello scelto dal Dg dell’Asp Bochicchio per nominare Spera direttore amministrativo. Altri hanno ottenuto valutazioni più ficcanti di quelle di Spera, ma Bochicchio ha scelto lui. La sentenza del Consiglio di Stato mette in risalto elementi generali importanti che stranamente la leghista Sileo, volutamente o meno, evita. La figura apicale dell’Azienda ospedaliera oltre a curare «l’equilibrio economico» dell’Aor affidatagli, garantisce anche «l’attuazione delle politiche sanitarie regionale» così come provenienti dalla Regione. Deve assicurare «una fondamentale coerenza tra l’indirizzo politico regionale e la gestione aziendale». C’è una «vocazione fiduciaria dell’incarico», ma gli ultimi interventi normativi sono stati finalizzati proprio ad «attenuare l’impatto della componente fiduciaria», anche se non la «elidono del tutto». I Dg come Barresi, però, «devono essere considerati funzionari neutrali». Poichè, come nel caso di Barresi, non è stato nominato «in base a criteri puramente fiduciari, essendo l’affidamento dell’incarico «subordinato al possesso di specifici requisiti di competenza e di professionalità», e non richiedendosi agli stessi «la fedeltà personale alla persona fisica che riveste la carica politica», ma la «corretta e leale esecuzione delle direttive che provengono dall’organo politico, quale che sia il titolare pro tempore». L’Aor San Carlo un Dg ce l’ha e può decadere nel caso di specifici «inadempimenti» gestionali a lui «imputati». Non decade tanto per, o perchè nominato dal centrosinistra e non dalla Sileo. Tecnicamente gli strumenti ci sono per rimuovere Barresi, ma devono ricorrere determinate condizioni tecniche e non di natura politica. La leghista Sileo però invoca fantasmi e non fatti. E come dice un adagio popolare: “chiacchiere e tabacchiere di legno il Banco di Napoli non impegna”. Al San Carlo, al di là di Barresi, il Dg è e deve essere un «funzionario neutrale». Il San Carlo non rientra nello “spoils system” da filiera elettorale, e non è, lo dice la legge, un “poltronificio” dove dato che la Lega ha vinto, deve, neanche può, piazzare uno dei suoi. Il centrodestra fa una legge di riordino per sostituire il Dg Arpab, che pur provandoci con contestazioni tecniche sull’operato, non è riuscito a destituire, agita spettri per sostituire un altro Dg: apoteosi del “poltronificio”. Oggi l’accerchiamento di certo centrodestra a Barresi continuerà: convocato, tra un piano spettacolo e i tirocini per l’inclusione sociale, in seconda Commissione consiliare per riferire sul bilancio preventivo 2020 e triennale 2020-2022. Per il resto non resta che attendere il giudizio del Tar, latinorum o meno della leghista Sileo.

Ferdinando Moliterni

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