BasilicataCronaca

ANNO GIUDIZIARIO: LA GIUSTIZIA IN BASILICATA

Cerimonia di inaugurazione: mafia, processi, organico e «riforme palliative»

Mafia, numero dei processi e piante organiche, riforma della giustizia sono stati i tre temi caratterizzanti la cerimonia  inaugurazione dell’anno giudiziario svoltasi nel Tribunale di Potenza. Per Armando D’Alterio, Procuratore generale presso la Corte d’Appello del capoluogo, in Basilicata «nessuna zona del Distretto è immune dal fenomeno delle associazioni criminali di tipo mafioso», per questo motivo, «si registra – ha aggiunto – l’inadeguatezza del sistema di contrasto, sotto il profilo dell’inesistenza nel distretto di un presidio della Dia, dovendo far riferimento alla Dia di Bari per ciò che accade in Basilicata, e di Salerno per l’ex circondario di Sala Consilina». Nel potentino, ha specificato D’Alterio, «operano gruppi storicamente insediati tra il capoluogo e i comuni limitrofi», mentre nel Vulture-Melfese i clan, «dopo anni di sanguinose guerre di mafia», sono ora legati a camorra, ‘ndrangheta, specialmente quella cosentina,, e alle mafie pugliesi, e dediti per lo più ad attività di riciclaggio e reinvestimento». Il più alto tasso di presenza mafiosa è nel Materano e sulla fascia jonica e attiva nel «controllo monopolistico di attività imprenditoriali e riciclaggio, anche in collegamento con le mafie presenti nei distretti vicini». D’Alterio ha anche sollevato il tema della gestione dei migranti: nel Vulture-Melfese, in particolare, esistono fenomeni di caporalato «particolarmente diffusi e odiosi», con migranti impegnati in agricoltura «sottoposti a orari di lavoro massacranti, sottopagati e spesso alloggiati in dimore di fortuna, prive di qualsiasi requisito minimo di carattere igienico sanitario». Rosa Patrizia Sinisi, presidente della Corte d’Appello di Potenza, ha puntato il dito contro le riforme della giustizia intervenute negli ultimi anni, definendole «palliative» perchè «placano i sintomi, ma non debellano la causa della malattia». Purtroppo, ha spiegato il presidente Sinisi, «solo la metà dei posti presso il Tribunale di Potenza potranno a breve essere coperti con il trasferimento di colleghi da altri distretti, per carenza di aspiranti, perché si ritiene che Potenza sia una terra lontana e confinata». «Stupisce – ha aggiunto – la mancata attrattività della Basilicata. Eppure è terra di giuristi, il primo dei quali fu Mario Pagano».

Complessivamente le quattro procure del Distretto (compresa quella del Tribunale per i Minorenni) hanno definito 23.233 procedimenti ordinari rispetto agli originali 10.868, con una pendenza finale di 10.580 procedimenti (-2,6%). La durata media dei procedimenti nella fase delle indagini preliminari e di 170 giorni per i procedimenti ordinari e 293 per quelli di competenza del giudice di pace.   «Un andamento ha evidenziato il Procuratore generale D’Alterio – che si può definire ormai stabile e che sconfessa la critica alla riforma della prescrizione», relativamente «alla asserita circostanza che la prescrizione sarebbe dovuta essenzialmente alle lungaggini delle indagini preliminari per cui la riforma non sarebbe funzionale allo scopo perseguito.

 In Basilicata «il numero di procedimenti definiti è superiore alle sopravvenienze, con una generalizzata riduzione delle pendenze finali rispetto a quelle dell’inizio del periodo». Per quanto riguarda la Procura di Potenza, sono 10.840 i procedimenti sopravvenuti, e 11.412 quelli definiti, con una pendenza attuale di 5.378 procedimenti e una riduzione del 9,6%. Per la Procura di Lagonegro (Potenza) i procedimenti sopravvenuti sono 5.406, e 5.006 quelli definiti, con 2.925 procedimenti pendenti finali; a Matera invece sono sopravvenuti 6.418 procedimenti, e 6.506 sono stati definiti, con una pendenza finale di 2.213 procedimenti e una riduzione del 3,8%. Complessivamente le quattro procure del Distretto (compresa quella del Tribunale per i Minorenni) hanno definito 23.233 procedimenti ordinari rispetto agli originali 10.868, con una pendenza finale di 10.580 procedimenti (-2,6%). L’analisi dei dati, per D’Alterio,  « evidenzia dunque anche per quest’anno il trend di progressivo recupero delle pendenze».

«Oggi la magistratura è chiamata a misurarsi con una realtà e con delle problematiche sempre più complesse». E’ uno dei passaggi dell’intervento di Arturo Maria Pavese, giudice del Tribunale per i minorenni di Potenza, componente della Giunta distrettuale del capoluogo lucano dell’Associazione nazionale magistrati.
Secondo l’Anm, «c’è una domanda forte di di giustizia, che è domanda di certezza, ma anche di qualità delle decisioni, che esige una risposta giudiziaria celere ed efficace, che deve essere accompagnata e sostenuta da interventi chiari negli obiettivi perseguiti e coerenti con le scelte operate, interventi che competono anche agli altri organi istituzionali». Il rappresentante dell’Anm ha inoltre sottolineato che «l’Anm ha formulato una serie di proposte di riforma; tra esse, sicuramente la più discussa è quella relativa all’interruzione (blocco) della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado. La proposta si fonda sull’idea di trovare un diverso punto di equilibrio tra le ‘garanziè dell’imputato e l’efficacia del processo, partendo dal risultato obiettivamente rilevante dal punto di vista processuale che l’affermazione della responsabilità nella sentenza di primo grado possa giustificare l’interruzione del decorso della prescrizione». Alla cerimonia hanno partecipato il rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura, Pasquale Serrao D’Aquino, il rappresentante del Ministero della Giustizia, Emma Rizzato, i Presidenti degli Ordini degli Avvocati di Potenza a Matera, Maurizio Napolitano e Ferdinando Izzo, e i presidenti dell’Ordine dei giornalisti e dell’Assostampa Basilicata, Mimmo Sammartino e Angelo Oliveto.

Ferdinando Moliterni

3807454583

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