AttualitàBasilicata

PIPPONZI CONTRO CANZONE SESSISTA

La denuncia contro il testo del rapper Junior Cally arriva alla Commissione Rai

La Consigliera regionale di Parità Ivana Pipponzi sta portando avanti una vera e propria battaglia contro il testo che sarà presentato a Sanremo dal rapper Junior Cally e che già sta dividendo l’opinione pubblica, così la Consigliera, riportando alcune delle frasi shock si rivolge alla Rai, »contro la partecipazione del rapper con testi sessisti: vi scrivo perché considero vergognoso che partecipi a Sanremo Junior Cally, un rapper che ha nel suo repertorio canzoni (e videoclip) contenenti frasi sessiste. Ritengo -continua Pipponzi- che la RAI abbia il dovere di svolgere un ruolo educativo importantissimo nel contrastare la violenza contro le donne e quantomeno possa evitare di fomentarla dando spazio a soggetti come rapper Cally. Vi chiedo pertanto di voler garantire il rispetto di genere ed essere in tal proposito conseguenziali». Il dissenso della Consigliera non è unico e solo, lo stesso presidente della RAI, Marcello Foa ha espresso «forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. Il Festival, tanto più in occasione del suo settantesimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale nel rispetto del mandato del servizio pubblico. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani». A queste parole si unisce anche la nota inviata dalla Consigliera nazionale di parità alla Commissione di vigilanza Rai, Francesca Bagni Cipriani: «in qualità di Consigliera nazionale di parità, la cui mission è quella di prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze sui luoghi di lavoro, riteniamo che la direzione artistica del Festival di Sanremo non sia adeguata a dare un’immagine della donna e della società in linea con cui valori insiti nella nostra Costituzione, nelle Convenzioni europee e nello stesso contratto televisivo pubblico che impone di “superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione”». Sulla questione interviene anche il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: «come regione Liguria, partner istituzionale del festival di Sanremo, esprimiamo condanna per le parole del rapper e riteniamo che si debbano prendere al più presto dei provvedimenti. L’odio verso le donne non ha nulla a che vedere con la libertà di espressione artistica».
«È indispensabile un lavoro di trasmissione culturale di modelli adeguati – conclude Paola Di Nicola, magistrata, attualmente all’ufficio Gip del Tribunale di Roma, richiamando la Convenzione di Instambul, il documento del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne- Politica, associazioni, magistratura, forze di polizia e professionisti il loro lo fanno, perché non deve farlo la Rai? Si possono celebrare mille processi, ma anche una sola canzone può annullare tutto il lavoro che viene fatto quotidianamente. Le canzoni hanno una capacità di trasmissione di modelli di cui non si è in grado di comprendere fino in fondo l’impatto. E comunque la Rai, che è servizio pubblico, è obbligata a rispettare una legge dello Stato».

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