MORTE DI ELENA CESTE, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: APRITE GLI OCCHI SUL DENUDAMENTO NEI SOGGETTI PSICOTICI, SUCCEDE DI CONTINUO
“And the Oscar TV goes” a chi sostiene che la Ceste non possa essersi denudata perché faceva freddo
CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: APRITE GLI OCCHI SUL DENUDAMENTO NEI SOGGETTI PSICOTICI, SUCCEDE DI CONTINUO
Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari.
È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti;
è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan;
ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi.
Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Dall’ottobre scorso, la Franco è consulente di Paolo Foresta, che è difeso dall’avvocato Giovanni Pellacchia.
– Dottoressa Franco, ci spieghi nuovamente com’è morta Elena Ceste?
La mattina del 24 gennaio 2014, poco dopo le 8.10, Elena Ceste si allontanò di casa in preda ad una crisi psicotica caratterizzata da allucinazioni uditive e da un delirio persecutorio.
La donna, dopo aver accompagnato i bambini ed il marito all’auto, rientrò in casa, si tolse la giacca che Michele le aveva messo sulle spalle, e premette il pulsante di apertura del cancello automatico, uscì di nuovo, si tolse gli abiti in due tempi, prima le ciabatte ed il maglione, che lasciò sul tombino di fronte alla porta di casa, si avvicinò al cancello per impedire che si chiudesse e finì di denudarsi per poi allontanarsi e trovare la morte nel letto del Rio Mersa per assideramento.
Elena era in preda ad un delirio persecutorio e si nascose ai suoi immaginari persecutori proprio dove sono stati ritrovati i suoi resti.
Lo stato psicotico è una condizione che provoca la perdita del contatto con la realtà e proprio per questo conduce frequentemente a comportamenti anomali ed a causa dell’assenza di critica dovuta alla compromissione intellettiva, a volte pericolosi.
La Ceste percorse la strada che la divideva dai campi in pochi secondi e raggiunse il Rio Mersa in pochi minuti.
Nessuno la vide in quanto la sua abitazione si trovava in campagna e non vi erano contadini nei campi vista la stagione invernale, peraltro la donna si allontanò di casa dopo che la maggior parte dei suoi vicini erano usciti per recarsi al lavoro o ad accompagnare i propri figli a scuola.
– Quando cominciò a manifestarsi la crisi psicotica vera e propria?
Una severa alterazione dell’equilibrio psichico di Elena aveva cominciato a manifestarsi già dal pomeriggio del 23 gennaio.
Quel pomeriggio Michele, invitato a rientrare in casa dall’orto da suo figlio Giovanni perché la mamma non stava bene, trovò la moglie in compagnia della piccola Anna, accovacciata in terra con le mani in testa che piangeva e che si lamentava di alcune persone che non la “lasciavano stare” inviandole messaggi sul telefonino.
A quella prima manifestazione pomeridiana psicotica del 23 gennaio, seguì un periodo di apparente tranquillità, finché il quadro sintomatologico si arricchì durante la notte delle allucinazioni uditive, voci che dicevano ad Elena che non era una buona madre e che lei tentava di scacciare picchiandosi sulla fronte, inoltre il delirio persecutorio si fece più importante, non solo non la lasciavano stare ma i suoi persecutori erano, a suo dire, decisi a portarla via da casa, ad allontanarla dai suoi figli, il motivo ce lo spiegano le sue allucinazioni uditive che le ripetevano che non era “una buona madre”.
La Ceste allo scopo di allontanare le allucinazioni uditive si era picchiata ripetutamente sulla testa, tanto da farsi arrossare la fronte, anche questa reazione alle allucinazioni uditive è di comune osservazione nei soggetti affetti da questo tipo di sintomi ed avvalora il racconto del marito.
Durante la notte si compose un quadro classico di psicosi con totale disgregamento della personalità.
Michele Buoninconti ha raccontato nel dettaglio a familiari, inquirenti e giornalisti i sintomi che la moglie aveva cominciato a manifestare già da quel pomeriggio del 23 gennaio e che si erano esacerbati durante la notte, quei sintomi, ovvero un DELIRIO PERSECUTORIO LUCIDO SENZA ALTERAZIONI DELLO STATO DI COSCIENZA, le allucinazioni uditive e il battersi sulla fronte per scacciarle, associati al denudamento che seguì e che precedette l’allontanamento della donna da casa, ci permettono di ricostruire un quadro psicotico certo, che il signor Buoninconti non può essersi inventato.
Dopo quella notte difficile, la Ceste, nonostante apparisse serena, non accompagnò i figli a scuola, anche se era un compito suo, non lo fece perché non se la sentì e questo fatto inusuale ed improvviso, confermato dai bambini, è la riprova che qualcosa non andava.
Quella mattina, i figli non notarono nulla di anomalo nel comportamento della loro madre perché il delirio della Ceste era un DELIRIO LUCIDO.
– Dottoressa, perché la Ceste si allontanò di casa?
L’allontanamento della Ceste non fu altro che una risposta comportamentale al suo convincimento delirante.
La Ceste, mossa dal timore di essere portata via da casa, scappò e si nascose ai suoi fantomatici persecutori in un tunnel di cemento del Rio Mersa, inconsapevole, a causa della sua condizione psichica che le aveva indotto un profondo distacco dalla realtà, che il freddo avrebbe potuto ucciderla.
– Da quanto tempo la Ceste stava male?
Se è vero che Elena manifestò solo dal pomeriggio del 23 gennaio 2014 veri e propri sintomi psicotici, ella stava covando una crisi psicotica già dal mese di ottobre, nonostante all’epoca la donna fosse ancora socialmente competente.
Proprio in quel periodo, la Ceste confidò alla madre, alla sorella, all’amica Fiorenza Rava, all’amico Giandomenico Altamura ed al parroco di Motta alcune sue paure, originate da suoi comportamenti “sbagliati”, ovvero dall’aver tradito il marito.
Sempre nel mese di novembre rinfacciò all’amico Damiano Silipo alcuni messaggi apparsi su Facebook, lamentandosi con lui di aver perso la dignità (pag. 10, Richiesta di applicazione di misura cautelare).
Elena era convinta di essere stata “tradita da una vecchia conoscenza” e di “essere sulla bocca di tutti”
Si inferisce dai racconti dei suoi confidenti che nella psiche della Ceste, in autunno, si erano affacciati alcuni pensieri ossessivi persecutori che sono a posteriori riconoscibili come il germe del suo delirio persecutorio manifestatosi alla fine di gennaio.
I confidenti della Ceste, a ragione, ebbero l’impressione ascoltandola che nei suoi racconti ci fosse qualcosa di anomalo, che non fossero aderenti alla realtà.
Buoninconti dice il vero quando afferma di non essersi accorto del disagio della moglie prima del pomeriggio del 23 gennaio.
A Michele, Elena nascose i tradimenti ed anche le angosce che le avevano provocato, fino a poche ore prima della scomparsa. Solo in quei frangenti raccontò a Michele di essersi rivolta pure al parroco e di aver ricevuto da lui delle rassicurazioni.
– Dottoressa, che cosa sono le psicosi e che andamento ha avuto questa malattia in questo caso?
Le psicosi sono una patologia psichiatrica molto comune, ad eziologia multifattoriale, a modalità di esordio variabile, che si differenzia da soggetto a soggetto per sintomatologia, gravità e prognosi.
L’età d’insorgenza è variabile e colpisce dall’1 al 2% della popolazione, senza distinzione tra i sessi. La crisi psicotica è evidentemente un disturbo psichico molto comune, spesso definito volgarmente ‘esaurimento nervoso’.
Un soggetto affetto da psicosi necessita di una terapia specialistica.
Nel caso una crisi si risolva spontaneamente, facilmente recidiva se il soggetto non viene sottoposto a terapia farmacologica.
Soggetti diversi sviluppano crisi psicotiche caratterizzate da un diverso set di sintomi.
I sintomi delle psicosi possono essere grossolanamente suddivisi in due categorie, sintomi ‘positivi’ e ‘negativi’ e non è necessario, per giungere ad una diagnosi, che si manifestino tutti nel solito soggetto.
Tra i sintomi ‘positivi’ si riscontrano: disturbi della forma del pensiero (alterazioni del flusso ideativo, incoerenza, alterazioni dei nessi associativi, eloquio disorganizzato), disturbi del contenuto del pensiero (deliri), disturbi della senso percezione (dispercezioni ed allucinazioni uditive, visive, olfattive, tattili, cenestetiche, gustative) e disturbi comportamentali di tipo disorganizzato (movimenti bizzarri e denudamento).
Tra i sintomi ‘negativi’ possono comparire sintomi autistici, catatonia o isolamento.
Come appena accennato le modalità d’esordio della psicosi sono variabili da soggetto a soggetto e prima della vera e propria crisi psicotica possono manifestarsi i cosiddetti prodromi o precursori, come: cambiamenti di umore, ritiro sociale, pensieri ossessivi e ritualità comportamentali, segnali difficilmente riconoscibili come clinicamente rilevanti all’occhio inesperto di un familiare e spesso perfino a quello più esperto di un medico di base, ma indici comunque di un esordio subacuto della crisi.
Elena Ceste manifestò, alcuni mesi prima della crisi psicotica vera e propria, i cosiddetti prodromi, ovvero un profondo disagio emotivo e pensieri ossessivi specifici con neppur troppo sfumate idee di riferimento, lo si evince dalle testimonianze di parenti e conoscenti.
Nell’Ordinanza del Giudice Marson si legge riguardo allo stato psichico di Elena in relazione a ciò che aveva confidato a parenti ed amici: “Lo scompenso… qualificato dai consulenti psicologi e psichiatri come di tipo psicotico proiettivo delirante veniva notato da tutti i suoi interlocutorii… si era presentata una crisi psicotica con proiezioni e diffusi spunti deliranti…”. (pag. 49 51 ordinanza)
I prodromi sono stati considerati dall’accusa come una vera e propria crisi psicotica con proiezioni e diffusi spunti deliranti, una crisi poi superata, questa è la differenza sostanziale tra le mie conclusioni e le loro.
Un disturbo psicotico non trattato tende a recidivare, ai prodromi seguì la crisi psicotica acuta di gennaio che precedette la fuga della Ceste.
Non solo Buoninconti ha sempre descritto una crisi alla quale non poteva che aver assistito ma il denudamento esclude l’omicidio, un denudamento in un soggetto con precedenti psicotici non può che spiegarsi come il sintomo di una ricaduta.
Il denudamento di Elena, che precedette la sua fuga da casa, rientra semplicemente tra le anomalie del comportamento che possono manifestarsi nei soggetti psicotici (DSM 5).
– Dottoressa Franco, siamo in tempi di Oscar, vuole consegnare un Oscar a qualcuno?
“And the Oscar TV goes” a chi sostiene che la Ceste non possa essersi denudata perché faceva freddo.
GALLERIA FOTOGRAFICA :
Pubblicato da Domenico Mimmo Leccese su Mercoledì 22 gennaio 2020
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