CARIELLO (LEGA) SHOCK: «TI AMMAZZO»
Consigliere regionale nei guai, la zia: «Picchiata per ritirare le querele»
«Se non ritiri le querele ti ammazzo». Così il consigliere regionale della Lega, Pasquale Cariello, è arrivato persino a minacciare di morte una sua parente diretta: la sorella del padre, quindi, sua zia. O almeno questo è quanto riportato nel teorema accusatorio. Cariello, inoltre, non si sarebbe fermato soltanto alla grave intimidazione, «ti ammazzo», ma passando dalle parole ai fatti ha, per l’accusa, anche aggredito fisicamente zia e consorte.
Per di più, dettaglio che rende maggiormente allarmanti le vicissitudini della famiglia del consigliere regionale della Lega, l’eletto ha picchiato, come da impianto accusatorio, i due coniugi con l’aiuto di suo padre, Andrea Cariello. Tutto ciò ha condotto ad una conseguenza: al Tribunale di Matera i processi a carico di Pasquale Cariello si sono raddoppiati. In entrambi non soltanto l’imputato è lo stesso, ma anche la persona offesa: Vincenza Cariello. Il primo, già riportato da Cronache Lucane, riguarda l’artefatto, secondo l’accusa, attuato da Cariello per sottrarre alcuni mezzi aziendali della società Cooperativa agricola fattoria lucana al provvedimento di pignoramento.
L’imputato Cariello risponde del reato a lui contestato in qualità di legale rappresentante della società citata. Il secondo processo, invece, è quello sinteticamente tratteggiato delle minacce e delle aggressioni, ed è in fase preliminare. Padre e figlio, Andrea e Pasquale Cariello, sono gli imputati, mentre zia e marito, le parti lese. Questo processo arriverà oggi in aula a Matera, il Pm è Annunziata Cazzetta, per la cronaca lo stesso del caso Elisa Claps. Il Gup Nettis dovrà esprimersi sulla richiesta di rinvio a giudizio così come già depositata, dal pm, l’ottobre scorso dal pm. Gli atti del fascicolo non si compongono soltanto delle denunce degli aggrediti e minacciati di morte, ma anche di fotografie e soprattutto dei referti medici, oltre che delle risultanze investigative del Commissariato di Polizia di Policoro. I fatti sono recenti e risalgono al novembre del 2018. Il primo di quel mese i due Cariello, consigliere regionale e padre, a bordo della loro auto sono riusciti ad imporre l’alt, così come da denuncia, a Cariello zia che in compagnia del marito stava contestualmente viaggiando a bordo della propria automobile. Scesi dalla vettura, i Cariello’s, come raccontato dalle vittime agli inquirenti, si sono diretti nell’immediato verso di loro iniziando a «percuotere con schiaffi e pugni» il marito della parente. Durante l’aggressione, le minacce come quella pronunciata dal consigliere regionale, «se non ritiri le querele ti ammazzo», e quella proferita da suo padre: «Te le devo dare io le querele».
L’infausto episodio si è concluso con il ricovero in ospedale delle due persone oggetto dell’imboscata-assalto dei Cariello’s. Dieci giorni di prognosi per l’uno, «trauma distrattivo cervicale e escoriazioni al viso», ed otto giorni per l’altra, «trauma distrattivo dell’avambraccio sinistro». Ma non è tutto.
Perchè oltre che per i Cariello’s c’è l’aggravante di aver agito in concorso, al padre del consigliere regionale della Lega non solo viene contestato il fatto di aver commesso il reato in danno della sorella, ma anche la «recidiva reiterata specifica infraquinquennale». Cariello senior, di conseguenza, non è nuovo ad episodi simili. Il movente cristallizzato nell’impianto accusatorio è uno: il consigliere regionale Cariello voleva, con la complicità del padre, «costringere in modo non equivoco» la zia e il marito «a ritirare le querele presentate nei loro confronti». Obiettivo, però, mancato. Parente e coniuge non hanno ritirato le precedenti denunce, anzi, ne hanno aggiunta un’altra. Quella, per l’appunto, del «ti ammazzo» con tanto di botte che hanno causato «lesioni personali» guaribili in oltre una settimana.
Per cui, come sosterrà in aula il pm Cazzetta, se i Cariello’s non sono riusciti nei loro intenti è stato solo «per cause indipendenti dalla loro volontà». A fine mese, invece, il 27, Pasquale Cariello tornerà alla sbarra degli imputati, sempre nel Tribunale di Matera, per l’altra vicenda, quella dei mezzi. Il tutto si è svolto sempre nel 2018, qualche mese prima della violenta aggressione alla zia. Il consigliere regionale aveva ricevuto, il 20 agosto, il provvedimento di pignoramento di un Fiat Doblò e di tre Autocarri Iveco, per un valore stimato di 36mila euro. Sennonché il giorno successivo, il 21, «sottraeva i predetti beni trasferendone con atto successivo a quello del pignoramento la proprietà alla madre»