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IL POETA DELLE “LUCANIE NEL MONDO”

Rocco Scotellaro morì a soli 30 anni il 15 dicembre 1953

 

di Leonardo Pisani

Lunga strada seppur deserta

 dove puoi menarmi non vedo

 punto d’arrivo.

 Scordarmi i vivi per ritrovarli

con tutto il peso che mi porto

 della vita che m’è nata

 i fiori son cresciuti la luce li accende.

 Sradicarmi? la terra mi tiene

 e la tempesta se viene

 mi trova pronto.

 Indietro ch’è tardi

 ritorno  a quelle strade rotte

in trivi oscuri

Il poeta “delle Lucanie del mondo, nato a Tricarico  nel1923, morì a 30 anni a Portici  il 15 dicembre 1953
Il Museo MuLabo lo commemora domani con la presentazione di un volume con la  sua “opera omnia”
di Leonardo Pisani
Le sue liriche, risuonano spesso nei discorsi colti, il “Sindaco rosso”, il contadino che divenne sindaco, il socialista rurale lucano, va ricordato sempre e sempre meglio e bene fa  il Museo MuLabo di Brienza che domani, domenica 15 dicembre2019, alle ore 16.30, in occasione del 66esimo anniversario della morte dell’intellettuale originario di Tricarico, scomparso proprio in quella data a Portici nel 1953,  ospiterà la presentazione del libro “Rocco Scotellaro – Tutte le opere”, in prima assoluta per la Basilicata e in collaborazione con Mondadori Editore. Il volume,curato da Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila e Sebastiano Martelli, è stato pubblicato di recente nella collana degli Oscar Moderni Baobab e raccoglie l’opera completa dello scrittore e poeta lucano.
Non gridatemi più dentro
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
Che all’ilare tempo della sera
S acquieti il nostro vento disperato.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna…
…Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perche lungo il perire dei tempi
l alba  e nuova, e nuova.
Io sono un filo d erba,
un filo d erba che trema.
E la mia Patria e dove l’ erba trema.
Un alito può trapiantare il mio seme lontano.

 

All’incontro, organizzato nella suggestiva cornice del Complesso di Santa Maria degli Angeli di Brienza, coordinato da Palmarosa Fuccella, curatrice del museo e presidente dell’Associazione Basilicata Culture, parteciperanno lo stesso Franco Vitelli e Maria Teresa Imbriani, docente del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata. Le sonorizzazioni di alcuni brani poetici di Rocco Scotellaro saranno realizzate dalla Compagnia Teatrale “Gli Amattori” di Brienza mentre le musiche sono state curate da Davide Guglielmi. Inoltre a tutti i partecipanti sarà offerta la visita gratuita al MuLabo e alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, affrescata dal Pietrafesa nel Seicento; contemporaneamente si potrà visitare la mostra “Paese lucano 1965 – Fotografie di Mimmo Castellano” che resterà aperta fino al 12 gennaio 2020. , “Gli orti pingui sulle pietre” descritti dal  sindaco poeta Rocco Scotellaro, culture antropologiche che hanno amalgamato lucani e romani, oschi e greci, longobardi, normanni e saraceni, con la loro abilità di agricoltori in un luogo che seppero rendere fertile, come la loro Sicilia, con quelle ampie terrazze a ridosso delle mura dei quei luoghi dove avevano finito il loro pellegrinare tra coste e flutti del  Mediterraneo. Ancora oggi sotto i quartieri della Rabata e della Saracena,  sembra risuonare la preziosa acqua negli “orti saraceni” , un ritmo  natuale, un simbolo ancestrale vivo nel presente e protratto al futuro.  Canta l’assiolo / la notte sempre mi fai tanto male / col fischio mio quaggiù son tutto solo / Canta l’assiolo, la lirica eterna di Scotellaro ci riporta ai ritmi “tarantolati” di una musica  in versi senza confini, come nei raffinati versi, scritti a 26 anni, nel 1949, dove l’internzionalismo umaenstico risuona:
Io sono un filo d’erba
un filo d’erba che trema
E la mia Patria è dove l’erba trema.
Un alito può trapiantare
il mio seme lontano.
In una nota alla prefazione scritta per la raccolta di componimenti di Rocco Scotellaro, già Carlo Levi ricordava come “nelle sue carte abbiamo trovato un gran numero di altre poesie, di frammenti, di varianti: ci proponiamo di pubblicare al più presto la raccolta completa della sua opera poetica”. E dopo la pubblicazione nel 2004 di un Oscar Mondadori che comprendeva il suo corpus poetico completo, il volume di 800 pagine che sarà presentato questa domenica rappresenta l’omaggio più esaustivo al poeta di Tricarico, raccogliendo non solo le sue opere in versi ma pure quelle in prosa. “L’eredità di Scotellaro-scrive proprio Franco Vitelli- rimane un bene da preservare a ogni costo (…) La sua figura non è patrimonio esclusivo del Mezzogiorno, ma guarda al Sud e al Nord, al mondo oltreconfine, dovunque si abbia a cuore le sorti delle umane genti”. Definito “intellettuale di nuovo tipo” da Italo Calvino, Rocco Scotellaro“in modo forse più completo d’ogni altro s’era avvicinato all’ideale d’uomo che la gioventù della Resistenza conteneva potenzialmente in sé”, perché “impegnato sul fronte più avanzato della lotta sociale e sul piano più qualificato della cultura letteraria nazionale”. Una profonda contraddizione sentimentale, che rispecchia anche quella della società, solca la poesia di Scotellaro e diventa motivo ricorrente dell’intera opera oltre che motore della sua attività: il contrasto tra infanzia e maturità, rassegnazione e insofferenza, paese e città, mondo contadino e modernità, amore e disamore. I suoi interessi spaziano dall’economia alla cultura popolare, all’organizzazione sindacale; la scrittura si muove tra poesia, narrativa, inchiesta antropologica, giornalismo e cinema.  E con apporto di inediti significativi, il volume pubblicato negli Oscar Mondadori dà conto di tutte le facce di un’opera intensa e poliedrica, che alla metà degli anni Cinquanta fu banco di prova della discussione -politica, oltre che letteraria- sulla “questione meridionale”. E anche nel rilievo dato dal poeta “delle Lucanie del mondo” al valore dell’armonia tra uomo e natura insito nella civiltà contadina risulta evidente la dirompente attualità del suo messaggio.

La sua Lucania è in questi versi giovanili del 1940, quasi profetica, riecheggia  nei il quadro che il suo mentore Carlo Levi dipingerà del 1961…
Lucania
M’accompagna lo zirlio dei grilli
e il suono del campano al collo
d’un’inquieta capretta.
Il vento mi fascia
di sottilissimi nastri d’argento
e là, nell’ombra delle nubi sperduto,
giace in frantumi un paesetto lucano

 

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