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Viadotto crollato, 15mila metri cubi di fango ancora in bilico. «Ricostruzione in 4 mesi»

I tempi di realizzazione del nuovo ponte sull’A6, «a campata unica in modo tale da scavalcare completamente la zona oggetto della frana» e quindi «svincolarsi da eventuali futuri movimenti del fronte franoso», sono stimati in 3, massimo 4 mesi «una volta ottenute la disponibilità delle aree e tutte le autorizzazioni previste», ha intanto comunicato la società Autostrada dei Fiori.

VIADOTTO CROLLATO sulla A6 la parola degli ESPERTI :

Su FB Simona Vogliano : (sta pensando a di tornare a studiare) riporta :

“Con enorme orgoglio, conservo uno studio di fattibilità e un progetto per il monitoraggio delle frane su 10 comuni della Serra Morenica che ho seguito come business development quando lavoravo al #politecnicoditorino, in collaborazione con l’università di Firenze e il gruppo di lavoro di Nicola Casagli

Con enorme rabbia, lo guardo nello scaffale e leggo delle frane e delle esondazioni a Chiaverano, Quincinetto e ora questo nuovo disastro che poteva costare altre vite.

Purtroppo investire in prevenzione e sistemi di monitoraggio non paga quanto le mazzette che si prendono per gestire l’emergenza.

Soprattutto nelle prime 72 ore. (Lo so, tendo ad alzarla sempre piano)”

Il Prof. Nicola Casagli, risponde : Gli studi dei geologi sono in genere messi nei cassetti, laddove i procuratori della repubblica dopo i disastri li ritrovano (cit. Paolini Vajont)

Prof. NICOLA CASAGLI Geologo

NICOLA CASAGLI: “Mi occupo di dissesto idrogeologico per hobby e di burocrazia universitaria per lavoro”

Crollo viadotto A6: sopralluogo del professor Nicola Casagli, geologo e presidente dell’International Consortium on Landslides

Si tratta di un consorzio mondiale che si occupa di promuovere la ricerca, la valutazione e la mitigazione dei rischi legati ai movimenti franosi

Crollo del viadotto lungo l’autostrada A6 Torino-Savona. Come riporta questa mattina l’Ansa, per la frana che ha travolto il ponte della Madonna del Monte a Savona, è arrivato il professor Nicola Casagli, geologo e presidente dell’International Consortium on Landslides.

Si tratta di un consorzio mondiale (l’International Consortium on Landslides) che si occupa di promuovere la ricerca, la valutazione e la mitigazione dei rischi legati ai movimenti franosi.

 

 

 

Viadotto crollato, 15mila metri cubi di fango ancora in bilico. «Ricostruzione in 4 mesi»

Ci sono ancora 15mila metri cubi di fango ancora in bilico lungo il viadotto dell’A6 Savona-Torino in parte crollato ieri a causa di una frana. Lo hanno detto Nicola Casagli dell’Università di Firenze e Luca Ferraris della Fondazione Cima, centri di competenza della Protezione civile nazionale, al termine del sopralluogo aereo sulla frana. La probabile causa del crollo del viadotto potrebbe essere «l’impatto della massa di fango, scesa velocissimamente da un’altezza considerevole e lungo un bacino stretto, sui piloni del viadotto stesso.

La frana, composta da circa 30 mila metri cubi di materiale, è scesa da un’altezza di 300 metri velocissima, ‘correndo’ a circa 20 metri al secondo. «È stata rapidissima – hanno detto gli esperti – e calcolando la velocità con la quantità di massa l’impatto sui piloni è stato devastante». Secondo Casagli e Ferraris, è stata la grande quantità di pioggia caduta il mese scorso a provocare lo smottamento di un terreno che è stato agricolo e abbandonato in una zona considerata a rischio da moderato a basso. «La frana ora sembra ferma – hanno detto gli esperti – ma i 15 mila metri cubi di materiale potrebbero scendere in qualsiasi momento ampliando i fianchi dello smottamento».

I tempi di realizzazione del nuovo ponte sull’A6, «a campata unica in modo tale da scavalcare completamente la zona oggetto della frana» e quindi «svincolarsi da eventuali futuri movimenti del fronte franoso», sono stimati in 3, massimo 4 mesi «una volta ottenute la disponibilità delle aree e tutte le autorizzazioni previste», ha intanto comunicato la società Autostrada dei Fiori.

GALLERIA FOTOGRAFICA  a cura Prof. NICOLA CASAGLI

Nicola Casagli
Oggi a #Savona #Frana sull’autostrada A6

Mie valutazioni in sintesi.

Scivolamento di terra con evoluzione in colata di fango e detrito

Volume mobilizzato fra 20.000 e 30.000 m3.

Velocità > 10 m/s

Frana di neoformazione su pendio classificato a bassa suscettibilità di frana e non interessato in passato da frane note.

Innescata da pioggia di intensità eccezionale in un periodo di precipitazioni prolungate.

Evento molto comune nel nostro paese.

Quello che è meno comune è che la frana si è generata in un bacino microscopico (meno di 0,1 km2). L’apporto idrico deve derivare da precipitazioni eccezionali e concentrate.

Riportando le parole del prof. Nicola Casagli:
“Evento molto comune nel nostro paese”.
Aggiungo:
“Così comune che ci sorprende sempre; facciamoci due conti”.
Nel nostro paese la cultura della prevenzione dei rischi naturali dovrebbe essere come gli spaghetti, la pizza e i mandolini.
Invece viviamo d’altro, sfiorando le tragedie.

Genoa, November 25 – 2019
Some 15,000 cubic metres of mud is “still teetering” at the site of a viaduct collapse on the A6 motorway between Turin and Savona, experts said Monday.
“The landslide that destroyed the viaduct on the A6 contains around 15,000 cubic metres of material that is still teetering on the edge (of falling), said Nicola Casagli of the University of Firenze and Luca Ferraris from the Fondazione Cima foundation, a research centre in the national civil defence department.
A group representing the families of the 43 victims of the August 2018 Morandi-bridge disaster in Genoa demanded action on Monday after the A6 viaduct collapsed on Sunday, fuelling concerns about the safety of the nation’s highway infrastructure. A section of the highway in Liguria caved in because of a landslide amid storms in the northwestern region.
No vehicles were on it at the time – and there were reports that a motorist had saved lives by stopping cars approaching the bridge.
What’s more, a sinkhole opened on the A21 highway in Piedmont. “It was only thanks to pure chance and immense luck that more innocent people did not die and other families were not plunged into pain,” said Egle Possetti, the president of the committee devoted to the memory of the victims of the Morandi disaster.
“We want a serious commitment from our government and from parliament so that our country is made safe and every trip does not become a game of Russian roulette. “It was like going back 15 months for us yesterday”.
Michele de Pascale, the head of the Union of Italian Provinces (UPI), said Monday that almost 6,000 highway structures in Italy are in need of urgent work.
“After the Morandi-bridge disaster in 2018, we were asked to conduct urgent monitoring of over 30,000 bridges, viaducts and tunnels,” de Pascale said. “Within weeks we handed the infrastructure ministry a report that revealed the need to intervene on 5,931 structures, for which we had the initial projects ready, and to proceed with urgent diagnostic technical probes on 14,089 structures.
“Nothing has been done”.

Nicola Casagli Oggi a #Savona #Frana sull’autostrada A6Mie valutazioni in sintesi.Scivolamento di terra con…

Pubblicato da Domenico Mimmo Leccese su Martedì 26 novembre 2019

Cosa sappiamo del crollo del viadotto sulla A6

La frana non ha causato nessuna vittima ma sul tratto di montagna interessato ci sono ancora dai 10 ai 15 mila metri cubi di materiali in bilico. La procura di Savona ha aperto un’inchiesta. Maltempo: ancora allerta per il Po e il Ticino

Il cessato allarme è arrivato in mattinata, dopo quasi 24 ore di timori, quando i vigili del fuoco hanno potuto dichiarare chiuse e senza esito tragico le ricerche relative al crollo del viadotto sulla Torino-Savona: nessuna vittima nel crollo di ieri pomeriggio a causa di una frana di una parte del viadotto, in territorio ligure. Ma intanto sul tratto di montagna franato ci sono ancora dai 10 ai 15 mila metri cubi di materiali in bilico, la stima di Luca Ferraris, della Fondazione Cima che, insieme a Nicola Casagli, dell’Università di Firenze (sono centri di competenza del Dipartimento nazionale di Protezione civile) hanno svolto un sopralluogo aereo sulla frana.

Quelli caduti sono stati invece “tra i 20 e i 30mila ad una velocità tra i 15 e i 20 metri al secondo“, e questo – ha spiegato Ferraris – rende verosimile l’ipotesi che la probabile causa del crollo potrebbe essere stato proprio “l’impatto della massa di fango, scesa molto velocemente da un’altezza considerevole e lungo un bacino stretto, sui piloni del viadotto stesso

Il timore ora è che le piogge possano far staccare il materiale in bilico, per questo si sta lavorando all’installazione di un sistema di monitoraggio di quel che è rimasto appeso, attraverso un pluviometro, per valutare l’impatto della pioggia sulla frana, e un radar per monitorare eventuali movimenti franosi. Entro domani dovrebbe essere tutto pronto. Il pluviometro è gia’ stato installato”.

Vertice in procura con De Micheli e Toti

Stamane si è svolto un vertice nella prefettura di Savona con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, Toti e le autorità locali. “Siamo in piena emergenza e il governo sosterrà le istituzioni locali per affrontarla, sia con risorse economiche che con l’allargamento dello stato d’emergenza e la possibilità di intervenire con la somma urgenza per i sindaci e il presidente della Provincia. Un minuto dopo usciti dall’emergenza, dobbiamo dare la disponibilità alla Liguria per immaginare un piano straordinario”, ha annunciato De Micheli dopo il vertice.

La concessionaria Autostrada dei Fiori ha intanto già avviato l’iter progettuale e costruttivo del nuovo ponte oggetto del crollo, attivandosi con sondaggi in situ, lo sviluppo delle attività di ingegneria e l’affidamento delle opere. I tempi di realizzazione del nuovo ponte – spiega in una nota la concessionaria – a campata unica in modo tale da scavalcare completamente la zona oggetto della frana e quindi svincolarsi da eventuali futuri movimenti del fronte franoso, sono stimati in 3, massimo 4 mesi, una volta ottenute la disponibilità delle aree e tutte autorizzazioni previste.

Si poteva evitare?

Sul fronte scientifico e dei ricercatori, Fausto Guzzetti, direttore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr non manca di rilevare all’AGI che “quando in Italia si verificano evento atmosferici intesi, come le piogge di questi ultimi giorni, si verificano centinaia o addirittura migliaia di frane, anche se nella maggior parte dei casi non sappiamo dove sono avvenute”. Quella di ieri è stata “una frana piccola, di cui abbiamo avuto notizia per via dei danni che ha causato. Sembra sia partita da lontano, che si sia incanalata in un torrentello portando via tutto quello che ha trovato lungo la strada per poi andare a finire sul viadotto. Considerate le piogge era prevedibile. Ma proprio perché piccola era praticamente impossibile sapere dove sarebbe andata a colpire e, in genere, quando le dimensioni sono ridotte si muovono piu’ velocemente e quindi è piu’ difficile intercettarle”.

Questo però non significa che non si poteva evitare. “Sappiamo – continua Guzzetti – che il solo modo per ridurre i rischi è fare dei puntuali e periodici interventi di manutenzione. Una necessità, questa, che diventa evidente solo quando il danno e’ ormai gia’ fatto”. E un altro problema che puo’ interferire con la messa in sicurezza del nostro territorio e’ quello della mancanza di un sistema che consenta di cartografare le frane. “Si stima che, in caso di eventi atmosferici intensi, ci siano 2-3 frane ogni chilometro quadrato che non vengono cartografate perché semplicemente nessun occhio esperto le riesce a vedere” e se quella di ieri non avesse creato danni al viadotto “nessuno probabilmente se ne sarebbe accorto”.

Ancora allerta per il Po e il Ticino

Ma l’emergenza maltempo persiste e preoccupa, specie sul fronte fiumi: i livelli del Ticino e del Po salgono. Nelle prossime 24 ore sono attesi superamenti di soglia 3 (elevata) nel tratto lodigiano, cremonese e mantovano del Po. In provincia di Pavia sono state allagate tutte le aree golenali aperte, e a Piacenza l’ondata di piena è attesa in serata. Ma anche la neve allarma: sulle Alpi del Friuli Venezia Giulia il pericolo valanghe e’ 3, ovvero pericolo marcato.

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“Crollo imprevedibile”. La concessionaria: “Pronto un nuovo ponte in 3-4 mesi”

Per gli esperti “era praticamente impossibile sapere dove” la frana “sarebbe andata a colpire”

FONTE : HuffPost

“Un evento imprevisto e imprevedibile”. Usa queste parole, in una nota, l’Autostrada dei Fiori (del gruppo Gavio) per spiegare le ragioni del crollo del viadotto lungo l’autostrada Torino-Savona, avvenuto in seguito a una frana.

Per il Cnr lo smottamento poteva anche essere prevedibile, ciò che non poteva essere previsto era il danno che avrebbe causato: “Si è trattata di una frana piccola, di cui abbiamo avuto notizia per via dei danni che ha causato” – ha spiegato Fausto Guzzetti, direttore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche: “Sembra sia partita da lontano, che si sia incanalata in un torrentello portando via tutto quello che ha trovato lungo la strada per poi andare a finire sul viadotto”,Considerate le piogge era prevedibile. Ma proprio perché piccola – continua – era praticamente impossibile sapere dove sarebbe andata a colpire e, in genere, quando le dimensioni sono ridotte si muovono più velocemente e quindi è più difficile intercettarle”

Dall’Autostrada dei Fiori fanno sapere che nel giro di 3-4 mesi sull’A6 sarà costruito un nuovo ponte e sarà “a campata unica in modo tale da scavalcare completamente la zona oggetto della frana” e quindi “svincolarsi da eventuali futuri movimenti del fronte franoso”, sono stimati in 3, massimo 4 mesi “una volta ottenute la disponibilità delle aree e tutte le autorizzazioni previste”

Il terreno, però, potrebbe continuare a cedere in quella zone, perché, spiegano gli esperti Nicola Casagli dell’Università di Firenze e Luca Ferraris della Fondazione Cima, la “frana che ha distrutto il viadotto sull’A6 2 contiene circa 15 mila metri cubi di materiali che sono ancora in bilico”. Composta da circa 30 mila metri cubi di materiale, la frana è scesa da un’altezza di 300 metri velocissima, ‘correndo’ a circa 20 metri al secondo. ”È stata rapidissima – hanno detto gli esperti – e calcolando la velocità con la quantità di massa l’impatto sui piloni è stato devastante”. Secondo Casagli e Ferraris, è stata la grande quantità di pioggia caduta il mese scorso a provocare lo smottamento di un terreno che è stato agricolo e abbandonato in una zona considerata a rischio da moderato a basso. “La frana ora sembra ferma – hanno detto gli esperti – ma i 15 mila metri cubi di materiale potrebbero scendere in qualsiasi momento ampliando i fianchi dello smottamento”

La procura di Savona, intanto, ha avviato accertamenti anche sullo stato dei piloni del viadotto nel tratto tra Altare e Ferrania. “Abbiamo fatto alcuni sopralluoghi ma per chiarire i fatti ci vorrà tempo” ha detto il procuratore capo Ubaldo Pelosi. A chi gli chiedeva se quanto successo si debba attribuire a problemi strutturali su piloni o collina Pelosi ha risposto: È impossibile dirlo adesso, sono oggetto delle indagini”

Mentre il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, auspica la riapertura a breve del tratto dell’A6 rimasto in piedi, Luigi Di Maio interviene su un altro viadotto, il Coppetta, che si trova a pochi chilometri da Genova. “Signori, questo è un altro Morandi”. Sono le parole pronunciate a Genova da uno degli inquirenti che indagano sulla tragedia del Ponte Morandi e sui falsi report dei concessionari autostradali”, scrive il ministro degli Esteri su Facebook. E rilancia la revoca della concessione ad autostrade. “Va avviato un monitoraggio nazionale”, aggiunge.

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