Attualità

CHIRURGIA D’ALTO LIVELLO A VILLA D’AGRI

Due pazienti pugliesi sono state sottoposte a operazioni laparoscopiche di ernia iatale

Due pazienti di provenienza extra-regionale, giunte dalla provincia di Taranto e Bari, sono state sottoposte a due delicate procedure di riparazione laparoscopica di ernia iatale nell’Ospedale ‘San Pio da Pietrelcina’ di Villa dAgri. «Gli interventi sono perfettamente riusciti -spiega il Dott. Nicola Perrotta, Direttore della UOC di Chirurgia Generale del nosocomio. Nel primo caso -riferisce sempre il Dott. Perrotta- insieme alla collaborazione dei colleghi chirurghi Dott.ssa Marta Celiento e dott. Pietro Atelli, e del dott. Mario La Vedova, anestesista dell’equipe diretta dal dott. Nicola Scaccuto, si è corretto per via ‘addominale mini-invasiva’ un ampio difetto diaframmatico con erniazione completa del fondo e del corpo gastrico in torace, associato ad importanti disturbi digestivi (occlusione al transito) e respiratori. La Dott.ssa Celiento è stata invece primo operatore della seconda procedura. L’intervento è stato eseguito in paziente obesa con ernia iatale giunta  in osservazione per chirurgia bariatrica. I tempi tecnici hanno previsto: riposizionamento dello stomaco nella corretta sede addominale; riparazione della breccia diaframmatica, gastrectomia verticale parziale laparoscopica per il trattamento dell’obesità». «Le due procedure -continua Perrotta- eseguite nella stessa mattinata con tecnologie di laparoscopia in 3D, sono state completate con approccio laparoscopico in tempi operatori contenuti (meno di 90′), in assenza di ogni genere di complicanza». Si tratta di un approccio multidisciplinare a queste patologie, «grazie anche al supporto del Dott. Antonio Petrarca, endoscopista del nostro Ospedale oltre a tutto il team di gastroenterologi ed endoscopisti del San Carlo diretti dal Dott. Angelo Sigillito, impegnati nelle valutazioni funzionali pre- e post-operatorie (ph-metria delle 24 ore, manometria esofagea), ci consente di poter essere sempre più un riferimento -conclude Perrotta- nella gestione di quei pazienti per i quali patologie come l’acalasia, l’ernia iatale o la malattia da reflusso gastro-esofageo, possono avere una risoluzione chirurgica mini-invasiva».

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