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MORTE DI MATTIA ENNAS, CRIMINOLOGA ELISABETTA SIONIS: MATTIA CONOSCEVA IL PALAZZO DAL QUALE È PRECIPITATO

Ennas entra, infatti attraverso uno spazio tra le inferriate ed il muretto che separa i due agglomerati (quello di via Binaghi da quello di via Deliperi) e secondo un percorso in diagonale, raggiunge il portone del palazzo in cui dopo poco più di un minuto perde la vita.

CRIMINOLOGA ELISABETTA SIONIS

CRIMINOLOGA ELISABETTA SIONIS: MATTIA ENNAS CONOSCEVA IL PALAZZO DAL QUALE È PRECIPITATO

Mattias Ennas, un 19enne di Quartu, è morto all’alba del 25 agosto dopo essere precipitato da un palazzo nel rione popolare cagliaritano di Mulinu Becciu. Il suo caso è stato recentemente trattato nella trasmissione televisiva Chi l’ha visto?.
Abbiamo sentito la dottoressa Elisabetta Sionis in merito al caso Ennas. La criminologa clinica Sionis è esperta in psicologia giuridica. In veste di criminologa e docente, per circa 20 anni, ha collaborato con l’amministrazione penitenziaria in Sardegna. La Sionis è nota alle cronache soprattutto per essere consulente della famiglia Piredda nel caso Piredda/Pitzalis
– Dottoressa Sionis ci riassume brevemente il caso?

La notte della tragedia, Mattia si trovava con alcuni amici presso un noto locale del litorale Poetto, ad un certo punto sarebbe scoppiato un tafferuglio e pare vi fosse coinvolto anche un giovane del gruppo di Mattia, motivo per il quale la comitiva fu invitata a lasciare la discoteca.

Mattia pare si sia recato in spiaggia assieme ad una ragazza conosciuta, probabilmente poco prima e si sia fatto il bagno completamente vestito, dopo aver lasciato incustodito il marsupio contente il portafogli ed il cellulare.

Terminato di fare il bagno con la nuova amica, intorno alle 4 si sarebbe reso conto del furto dei suoi effetti personali e si sarebbe diretto sulla strada dove avrebbe chiesto un passaggio in direzione Cagliari.

Emergono due elementi degni di approfondimento: come mai Mattia ha lasciato incustodito il borsello e ha fatto il bagno completamente vestito?

Era il 25 Agosto e a Cagliari c’erano oltre trenta gradi, avrebbe potuto lasciare gli abiti accanto al borsello e immergersi indossando solo i boxer o gli slip, d’altronde se non temeva il furto dello zaino, a maggior ragione avrebbe potuto lasciare anche gli abiti.

Come mai va a Cagliari e non chiama immediatamente le forze dell’ordine dalla discoteca o, come mai non va prima a casa a cambiarsi (era a pochi minuti dalla discoteca) e poi si reca in caserma per denunciare l’accaduto, ma decide di spostarsi verso Cagliari e attraverso l’autostop mentre era disperato e fradicio?

– Che cosa ha fatto Mattia dopo aver capito che gli avevano rubato gli effetti personali?

Un tassista accetta di offrirgli un passaggio: Mattia chiede di essere accompagnato in piazza Matteotti a Cagliari.

Durante il tragitto si dispera e piange, impreca contro la ragazza con la quale aveva appena fatto il bagno e racconta la sua disavventura all’autista.

L’uomo decide di non accompagnarlo sino a piazza Matteotti e lo lascia al quartiere del Sole, quindi vicino al lungomare Poetto.

Mattia prosegue a piedi e incontra un gruppo di ragazzi che stanno facendo rientro a casa.

Percorrono insieme circa due km, dal quartiere del Sole sino allo stadio Amsicora ed egli racconta loro quanto ha subito.

Giunti all’Amsicora, Mattia utilizza il cellulare di uno dei giovani e telefona all’amico col quale era andato in discoteca e gli chiede di raggiungerlo.

Il ragazzo si reca all’Amsicora insieme ad una ragazza e ad un altro giovane.

La comitiva, stando al racconto dell’amico di Mattia, prima di lasciare Cagliari e raggiungere l’abitazione dei familiari del ragazzo sita a Quartu S.Elena, si sarebbe fermata presso la spiaggia antistante la discoteca, alla ricerca dello zaino e del telefonino.

Mattia intorno alle sette, secondo la testimonianza dell’amico, si trova presso la di lui abitazione: i genitori non si accorgono se il ragazzo sia concretamente entrato in casa o, almeno, nel palazzo.

Poco prima delle otto, tuttavia, alcune telecamere lo riprendono a Cagliari, presso la fermata dell’autobus del C.T.M. in via Deliperi e poi mentre si dirige verso via Binaghi, dove perderà la vita.

– Che cosa hanno dichiarato i familiari di Mattia?

Il padre di Mattia, intervistato da “Chi l’ha visto” il due Ottobre, riferisce che il figlio è ripreso mentre si trova fermo con le braccia conserte sotto il cartello della fermata del pullman, poi si dirige spedito in direzione dell’agglomerato al cui interno vi sono diverse palazzine.

Scavalca il muretto di recinzione e si introduce nel giardino attraverso lo spazio delle inferriate; le telecamere lo riprendono mentre si avvicina al primo o al secondo portone e dopo un minuto e cinquanta circa si vede cadere dalla finestra della scala che si trova tra i due palazzi.

– Diversi articoli riportano la notizia secondo la quale Mattia non conoscesse il luogo in cui ha trovato la morte, dottoressa Sionis che ne pensa?

A mio avviso, non è una notizia confermata da quanto testimoniato dai filmati di sorveglianza.

Egli, infatti, non cerca il numero civico della palazzina, ma addirittura, mentre si reca spedito verso quell’edificio, dimostra di conoscere un ingresso alternativo che gli consente di evitare di entrare dal cancello principale e quindi di suonare per farsi aprire.

Ennas entra, infatti attraverso uno spazio tra le inferriate ed il muretto che separa i due agglomerati (quello di via Binaghi da quello di via Deliperi) e secondo un percorso in diagonale, raggiunge il portone del palazzo in cui dopo poco più di un minuto perde la vita.

Come mai Mattia decide di andare in prima battuta in piazza Matteotti e poi a Mulinu Becciu in via Binaghi?

Come mai non chiama immediatamente a casa o alle forze dell’ordine per denunciare quanto accaduto?

Anche nell’ipotesi che qualcuno gli avesse riferito che lo zaino ed i suoi effetti personali si trovassero in via Binaghi numero 1, come è riuscito ad individuare con estrema facilità e senza cercare il numero civico, quale fosse la palazzina interessata e, soprattutto, come mai sapeva che introducendosi attraverso quello spazio tra le due recinzioni avrebbe raggiunto esattamente quel punto?

I testimoni lo descrivono come turbato e disperato tanto da piangere. Come mai Mattia era in preda ad un tale sconforto tanto da non avvisare immediatamente le forze dell’ordine e i suoi familiari?

Per quanto grave possa essere il fatto di subire il furto di zaino, telefono e portafogli, sembra insolita la reazione del giovane, soprattutto se si considera il percorso che ha effettuato.

Era autonomo, lavorava, era appena rientrato da una vacanza in Spagna e stava programmando una crociera per capodanno, come si concilia la sua reazione apparentemente scoordinata con lo stile di vita avuto sino a quel tragico giorno?

Il ritratto sino ad oggi emerso, ci descrive un ragazzo molto legato ai suoi familiari con i quali si confidava, anche questo elemento stona con la condotta che ha invece tenuto in quelle ore: ci si sarebbe aspettati che in un momento di sconforto si rivolgesse ai genitori.

Infine, poiché Mattia era rientrato due giorni prima dalla vacanza in Spagna e la sua valigia, secondo quanto riportato dai media, sino a pochi giorni fa, pare non fosse ancora stata aperta, ritengo utile controllare se al suo interno possano esserci elementi di interesse investigativo come, ad esempio, una agendina.

– Dottoressa Sionis, l’autopsia aiuterà a fare chiarezza?

L’autopsia prevista a breve, certamente sarà d’ausilio per comprendere molti aspetti che al momento sembrano ancora avvolti dal mistero.

Oltre agli esami di routine ed alla TC multistrato, saranno certamente utili gli esami tossicologici al fine di comprendere se si sia trattato di un drammatico incidente in seguito ad un malore, di un suicidio, o se qualcuno possa avere deliberatamente o preterintenzionalmente tolto la vita al povero Mattia.

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