ASP, SPERA NUOVO DIRETTORE AMMINISTRATIVO
Sanità lucana in mano ai soliti noti, cdx gongola: nuovo asse della Leopolda
All’Azienda sanitaria di Potenza (Asp), il Direttore generale Lorenzo Bochicchio ha nominato il nuovo direttore amministrativo: Giuseppe Spera. La notizia è rimbalzata negli ambienti della politica suscitando non pochi malumori. L’interpretazione che alcuni fanno derivare dall’atto della nomina di Spera all’Asp è così sintetizzabile: “ecco l’ulteriore conferma che in Basilicata la Sanità è ancora saldamente nelle mani del centrosinistra”. Tornano i fantasmi, non si è mai saputo cosa si siano detti, della passeggiata tra l’ex governatore, attuale consigliere regionale, Marcello Pittella e il Dg Bochicchio, nei pressi della sede Asp di via Torraca a Potenza e in occasione dell’approvazione del bilancio dell’Azienda sanitaria locale. Il nome di Spera, nell’ultimo anno, è risaltato più volte all’attenzione delle cronache lucane per la sua battaglia, è anche ricorso, perdendo la causa, al Tar, sul conferimento incarico della Direzione generale del San Carlo a Massimo Barresi. Il primo nominato dall’allora Giunta della facente funzioni Franconi era stato Angelo Cordone, che aveva però successivamente rinunciato alla nomina per restare in Lombardia. Spera era nella terna finale dei tre pretendenti alla carica di Dg del San Carlo, ma è stato scelto Barresi. Questa, però, è una storia archiviata. Sebbene anche a parte del centrodestra la notizia di Spera nuovo direttore amministrativo Asp non sia dispiaciuta, non per il curriculum professionale (tra le altre cose ha due lauree ed entrambe conseguite con il massimo dei voti e la lode), ma per l’“appartenenza politica”, la stessa ha generato rumorosi brontolii nella maggioranza. Finora il centrodestra, e l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, è chiamato in causa, è stato tagliato fuori dalle scelte dei direttori amministrativi e sanitari del San Carlo, rispettivamente Acquaviva e Sisto, del direttore amministrativo dell’Asm, il pittelliano Giordano, e ora all’Asp del “sempreverde” del centrosinistra, Giuseppe Spera. La nomina di Spera sarebbe stata decisa trasversalmente dal Dg Bochicchio, Pittella, Leone, dal quale c’è da aspettarsi che “trasecoli” come fu per il caso San Carlo questa estate, salvo poi ammettere che un incontro col Dg Barresi era avvenuto, Cupparo e pezzi di centrodestra che guardano a Renzi. Se confermato, allora significa che sta nascendo un nuovo asse lucano sulla via della Leopolda. Il Dg Bochicchio ha pescato Spera dall’elenco regionale così come approvato a luglio scorso dalla Giunta Bardi. La domanda sorteggiata dalla Commissione e sottoposta al neo direttore amministrativo ha riguardato la normativa europea sull’orario di lavoro, con riferimenti al lavoro notturno e alla reperibilità sostitutiva ed integrativa. In base alle risposte date nella circostanza, la sua valutazione è stata: «Si orienta bene sul tema e risponde appropriatamente alle domande. Idoneo». La nomina di Spera a direttore amministrativo dell’Asp, contestualmente riapre, nella stessa azienda sanitaria del capoluogo, la “ferita” Francesco Negrone. Il direttore sanitario Negrone, nominato, dall’ex Commissario Chiarelli, a una manciata di ore dalla pensione ancora non è stato sostituito. Adesso però, il facente funzioni “badante” di sè stesso è in scadenza e non potrà, in alcun modo, essere confermato o prorogato proprio perchè in quiescenza. A novembre dello scorso anno, sfruttando una prescrizione della legge Madia, Negrone da direttore del Dipartimento prevenzione collettiva della salute Umana e dell’Ufficio operativo igiene, epidemiologia e sanità pubblica, è stato promosso a Direttore sanitario. Promosso «nelle more dell’individuazione del nuovo Direttore Sanitario da parte del neo nominato Direttore generale dell’Asp (Lorenzo Bochicchio, ndr)». L’ex Commissario Chiarelli aveva specificato, come da legge Madia, che l’incarico sarebbe stato di affiancamento e di collaborazione nelle attività” al direttore che sarebbe dovuto subentrargli. Nessun direttore, però, gli è mai subentrato: di qui l’appellativo di “badante” di sé stesso.