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CONFERENZA STAMPA, ASSESSORE REGIONALE ALLE INFRASTRUTTURE, DONATELLA MERRA

OGGI Lunedì 7 ottobre 2019 dalle ore 15,30, nella sala Mediafor, al piano terra del palazzo della Giunta regionale (via

OGGI Lunedì 7 ottobre 2019 dalle ore 15,30, nella sala Mediafor, al piano terra del palazzo della Giunta regionale (via Verrastro, 4 – Potenza), l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Donatella Merra ha incontrato i giornalisti per illustrare alcune iniziative messe in atto dal suo Dipartimento sul tema delle infrastrutture in Basilicata

ASSESSORE INFRASTRUTTURE, DONATELLA MERRA: CAMBIO DI PASSO CON ANAS 

Ha sottolineato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Donatella Merra, in una conferenza stampa convocata per fare il punto sulle attività del Dipartimento

“Un nuovo modus operandi della Regione per la gestione della rete infrastrutturale è prerogativa di questo governo” 

Ha detto l’Arch. Donatella Merra

“Ho incontrato il nuovo capo dipartimento dell’Anas, al quale ho fatto presente che la Regione deve essere informata sull’avvio e la prosecuzione dei cantieri attraverso un’interfaccia continua e costante. La Regione deve poter monitorare sia la fruibilità delle strade sia l’avanzamento della spesa. Il cittadino che percorre una strada con la sua auto deve sapere dove si trova l’interruzione e quanto dureranno i lavori. E’ vero che c’è un obbligo di informare sui macrolotti, ma noi chiediamo informazioni anche sui singoli cantieri. Il nostro obiettivo è arrivare a un sistema che dia indicazioni immediate sullo stato dei lavori”  

Per quanto riguarda la Basentana, poi, l’assessore Merra ha informato che la strada è interessata da lavori per l’installazione delle barriere spartitraffico per circa 60 chilometri su diversi lotti e tre sono in fase di affidamento per un finanziamento previsto di oltre 130 milioni di euro. Si sta lavorando anche sul raccordo Sicignano-Potenza, verificando la sicurezza strutturale dei viadotti.  

Riflettori accesi anche sulla diga del Rendina :

“Dopo tanti anni, grazie a una convenzione tra il Consorzio di bonifica, ente attuatore, e l’Università di Perugia abbiamo uno studio sui dati storici della diga, dal quale nei prossimi mesi potremo capire se ci sono e quali sono gli interventi per rimetterla in esercizio. La diga del Rendina può rispondere alle richieste di acqua dell’Area Nord della Basilicata che soffre per la carenza idrica. L’acqua in Basilicata c’è, va utilizzata, accantonata e va distribuita”  

Ultimo argomento affrontato dal’assessore MERRA è la realizzazione delle opere del “Distretto G” dello schema idrico Basento-Bradano per il collegamento della Diga del Lampeggiano-Montemilone :

“Stiamo in tutti i modi cercando di scongiurare la perdita dei finanziamenti di circa 19 milioni di euro sollecitando il Consorzio di Bonifica, ente attuatore ad approvare il progetto e a validarlo”

 

Le indagini geotecniche e strutturali sulla diga del Rendina sono state oggetto di incontri e interlocuzioni che l’assessore alle infrastrutture della Regione Basilicata, Donatella Merra, sta tenedo, dallo scorso 20 Maggio, con il commissario del Consorzio di Bonifica della Basilicata, Giuseppe Musacchio.

Spiega l’assessore Merra:

“Con il commissario Musacchio abbiamo già approfondito i primi importanti temi che afferiscono alla competenza del Consorzio.

In particolare, abbiamo esaminato le questioni connesse alla messa in esercizio della diga del Rendina, alla realizzazione delle opere del ‘Distretto G’ dello schema idrico Basento – Bradano per l’irrigazione di circa 13 mila ettari dell’Alto Bradano, al collegamento Diga del Lampeggiano – Montemilone.

Si tratta di infrastrutture irrigue, funzionali allo sviluppo sostenibile per le imprese agricole della Basilicata che, se messe in esercizio, potrebbero garantire uno sviluppo dell’ortofrutta della zona.

Riguardo ad una ipotesi di convenzione con l’Università di Perugia per le indagini geotecniche e strutturali sulla diga del Rendina, ho già chiesto a Musacchio di firmare soltanto dopo ulteriori approfondimenti, sia per quanto riguarda lo schema di protocollo, sia per verificare se le stesse competenze tecniche siano presenti anche presso l’Università di Basilicata.

Per ogni questione, ho chiesto a Musacchio report dettagliati, al fine di pianificare un lavoro proficuo, finalizzato al raggiungimento degli obiettivi possibili in tempi rapidi.

Su ogni questione, sto lavorando alacremente e col profilo basso, nell’interesse dei lucani e, soprattutto, per comunicare presto i primi risultati del cambio di passo”

L’Olivento è un fiume che scorre ai confini tra la Capitanata ed i territorio di Melfi e Lavello, al centro della pianura che ne prende il nome.

Sorgenti e percorso ~ Il Monte Vulture, dove si trova la sorgente del fiume Olivento
È uno dei principali affluenti della riva destra dell’Ofanto, al limite tra la Puglia e la Basilicata. La sorgente si trova sul monte Vulture, da cui scende; attraversa una pianura e, quindi, confluisce nell’Ofanto, di fronte ai piedi del Monte Maggiore. Il fiume ha carattere marcatamente torrentizio, caratterizzato da piene impetuose durante il periodo delle piogge, in autunno ed in inverno, e letto asciutto con magre notevolissime durante le altre stagioni. Nel fiume Olivento confluiscono la fiumara Arcidiaconata (lunga 20 km), che scende dal monte Mezzano e la fiumara di Venosa, alimentata dal torrente Vallone.

Invaso idrico ~ All’interno del bacino dell’Olivento è presente un invaso idrico, indispensabile per la popolazione e per l’economia della zona, a causa della scarsità d’acqua. Esso è detto Rendina. Il fiume Olivento prende, per questo motivo, anche il nome di Rendina. La confluenza delle due fiumare avviene all’altitudine di 200 metri sul livello del mare; qui il corso del fiume Olivento è stato sbarrato nel 1957, con la costruzione della diga di Abate Alonia, in terra con nucleo impermeabilizzato, alta 24 metri. Essa genera il lago o invaso del Rendina, un serbatoio artificiale della capacità di 21—22 milioni di metri cubi.

Il serbatoio ha trasformato l’attività agricola nei territori di Lavello e nell’agro di Canosa di Puglia. Tuttavia la capacità di accumulo del serbatoio è andata diminuendo nel tempo, per cui nel 1999 è occorso un intervento di ripristino della funzionalità. I lavori sono terminati nel 2001 ed hanno consentito di recuperare la capacità d’invaso della diga, a beneficio del Consorzio di Bonifica Vulture – Alto Bradano, che gestisce l’opera.

Nel corso del 2002, emersero tuttavia nuovi problemi, con la formazione di nuove crepe. L’ivaso fu nuovamente svuotato e, ad oggi (2017) rimane vuoto ed inutilizzato.

L’alveo del fiume Olivento è stato completamente pavimentato, per evitare l’azione di erosione, tipica dei corsi d’acqua posti a valle degli invasi, ove i sedimenti trasportati si sono depositati e, di conseguenza, la corrente tende a caricarsi nuovamente di sedimenti e li preleva dall’alveo stesso. La stazione di prelievo, della Regione Basilicata, della rete di monitoraggio delle acque superficiali, si trova nel territorio di Lavello, al ponte della strada per Candela sullo stesso fiume.

Storia ~ L’Olivento è famoso soprattutto per la Battaglia di Olivento, combattuta nella omonima pianura il 17 marzo 1041, a breve distanza dalle rive del corso d’acqua, dai Bizantini contro gli alleati Normanni e Longobardi. È la prima delle grandi battaglie campali vinte nell’Apulia contro i Bizantini.

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