Attualità

L’AFFIDAMENTO DEI BAMBINI A SAN GERARDO

La benedizione è avvenuta con il reliquiario che custodisce frammenti di costola del Santo

La pioggia non ha scoraggiato i genitori ed i bambini scesi in piazza per ricevere la benedizione del Santo Patrono San Gerardo Majella, venerato in tutto il mondo quale protettore proprio delle mamme gestanti e dei bambini per i quali mostrò particolare predilezione in vita e che continua a soccorrere con le sue numerose intercessioni. Una benedizione avvenuta il 1° settembre in piazza Don Minzoni con il parroco Don Domenico Pitta e con il reliquiario che custodisce frammenti di costola di San Gerardo, venerabili presso la chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Dopo la celebrazione della Santa Messa e la benedizione, i genitori hanno potuto ritirare presso la sede dell’Associazione promotrice San Gerardo, gli attestati di affidamento al Santo, e poi tutti nel chiostro di Sant’Antonio per ammirare e soprattutto degustare i dolci preparati dalle mamme come da tradizione.  Proclamato Patrono della Basilicata da Papa Giovanni Paolo II, il 21 Aprile 1994, la sua è una figura straordinaria che in Basilicata è raccontata attraverso il “percorso gerardino” di Muro Lucano. Un viaggio nella vita del Santo attraverso i luoghi che frequentò. I fedeli sentono vivamente la festività, e vivono ogni giorno con la figura del santo che svetta dalla terrazza panoramica sull’acropoli, mentre le donne gestanti si affidano a lui, una devozione nata, da uno degli episodi più straordinari del Santo legato ad un fazzoletto che fece finta di dimenticare presso la casa di una famiglia che l’ospitava ad Oliveto Citra. Accortasene, una bambina gli corse dietro ad avvisarlo, ma Gerardo non volle riprenderlo anzi, le disse di tenerlo perché le sarebbe potuto servire. Alcuni anni dopo, quando quella bimba, cresciuta, si sposò finì in ospedale per una gravissima complicanza durante il parto. Oramai in fin di vita la ragazza si ricordò del fazzoletto di Gerardo, e chiese di aprirlo e posarlo sulla sua pancia. Non appena l’azione fu compiuta, i dolori cessarono e la donna partorì un meraviglioso bambino.  Nessuno poteva immaginare che quel 6 aprile 1726 da Benedetta Cristina Galella e Domenico Maiella, un sarto laborioso e ricco di fede ma di modesta condizione economica, sarebbe nato il piccolo Gerardo destinato a diventare il Santo Patrono della Basilicata, tantomeno che venisse venerato nel mondo. La sua vita fu tutta dedita alla Madonna e al tabernacolo, si ammalò in giovanissima età, peregrinò in molti paesi della Basilicata, faticò ad essere ammesso a prendere i voti, fu deriso e denigrato da chi non comprendeva la sua grandezza. A soli 29 anni, Gerardo è colpito dalla malaria durante una questua, e dopo un breve miglioramento si spegne a Materdomini. Subito le popolazioni dell’Irpinia, della Basilicata e della Puglia lo considerano Santo e San Pio X° lo canonizzerà l’11 dicembre 1904.

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