Cronaca

SAN CARLO, I MEDICI CHIUDONO NEONATOLOGIA

Ostruzionismo dopo la nomina di Sisto: si danno tutti infortunati e/o malati

Medici malati, reparto chiuso: è quanto accaduto a Potenza. All’ospedale San Carlo l’emergenza al reparto di Neonatologia ha raggiunto il livello massimo tale da richiedere l’interruzione momentanea del servizio di terapia intensiva di secondo livello. Il bubbone è scoppiato. Così nell’ultimo collegio di direzione, il Direttore generale Massimo Barresi non ha potuto far altro che accogliere la richiesta di sospensione delle attività mediche per i neonati bisognosi di particolari cure, causa complicazioni post parto, fino al 15 settembre. In tutta Italia, con diffusione capillare, la neonatologia soffre di urgenze varie. Il caso lucano, però, se fosse una schedina del Totocalcio richiederebbe, come soluzione all’enigma, la classica tripla: 1, ics, 2. Le ipotesi in campo sono plurime e conducono ad approdi differenti. Su tutto, poi, aleggia un persistente dubbio: è l’ennesima operazione di piccolo cabotaggio portata avanti dai medici del capoluogo per sabotare, o quantomeno interferire negativamente, l’operato del Dg dell’Aor San Carlo, Massimo Barresi? Anche Potenza, purtroppo, fa la sua parte in quell’esecrabile gioco che vede detestabilmente intrecciarsi interessi politici e personali, di aspiranti a certi incarichi o a stipendi gonfiati, con la salute dei cittadini che poi sono quelli che ci rimettono. Ad ogni modo il dato di partenza per addentrarsi nella matassa della Neonatologia del San Carlo è uno: in pianta organica ci sono sette medici pediatri. La neonatologia però richiede una specializzazione, con particolare riguardo alla somministrazione dello Sten di pronto soccorso, che non tutti e 7 hanno. Di questi uno era già assente da tempo e in aspettativa. Gli altri, si può dire nelle ultime due settimane circa, alcuni per malattia, una parte per infortunio, quattro complessive comunicazioni sono arrivate contemporaneamente, a mano a mano sono stati depennati dalla disponibilità. Risultato: medici malati, reparto chiuso. Per un po’ il Dg Barresi era riuscito a tamponare, riuscendo nell’impresa di completare i turni sia grazie alla convenzione con l’Asl Napoli 3 sia con l’arrivo di un pediatra dall’ospedale di Melfi. Da lunedì però lo spettro dell’emergenza è tornato a camminare nei corridoi della Neonatologia del San Carlo. La conseguenza è la sospensione della terapia intensiva di secondo livello fino al 15 settembre. Casualmente o causalmente, però, un dettaglio merita di essere evidenziato. Gli ultimi scossoni in Neonatologia sono arrivati con infortuni e malattie temporalmente contestuali dell’atto con cui il Dg Barresi ha ufficialmente conferito l’incarico quinquennale di direzione della struttura complessa di Neonatologia al dottor Antonio Sisto. Seppur originario di Pisticci, è giunto a Potenza dall’ospedale Ss. Annunziata di Chieti. Al ruolo di direttore di reparto ambiva anche una dei sette medici della Neonatologia del San Carlo: Simona Pesce. La quale è stata inserita, nell’ambito dell’iter burocratico del concorso in questione, dalla Commissione di valutazione nella terna dei papabili con Sisto, per l’appunto, e Alfredo Santantantonio. Sennonché il piazzamento finale di Pesce è risultato il secondo posto. Pesce non è soltanto una “interna”, ma è anche la compagna di Sergio Schettini. Non un nome qualsiasi, ma quello del direttore del Dipartimento materno-infantile del San Carlo di Potenza. La nomina di Sisto è stata, anche pubblicamente, l’ennesimo pretesto per gli “interni” del San Carlo, medici e figure apicale, per sollevare l’ultroneo polverone di polemiche. Evidentemente anche in questo caso il Dg Barresi è andato a toccare degli equilibri di potere e di interesse dei locali. Dalle misure per l’abbattimento delle liste, che hanno inciso sugli alti profitti di quanti praticavano l’intramoenia, a quelle nomine degli “stranieri”, tra cui, per esempio, quella dell’altro Sisto, Rosario, subentrato nel ruolo di Direttore sanitario a Angela Bellettieri che ha svolto l’incarico in via temporanea, passando per altri atti che senza apparenti motivi hanno scatenato l’ira di tutti i Direttori di Dipartimento, risorti da un silenzio durato anni nonostante gestioni passate di molto dubbia efficienza e trasparenza, che in una lettera hanno lanciato accuse apodittiche al Dg Barresi, l’Azienda ospedaliera sanitaria del San Carlo continua ad essere un costante focolaio di malumori. Che non sono quelli dei pazienti, quanto, ed è questo il paradosso rilevante, dei medici o primari che ci lavorano. Alla Neonatologia il bubbone è scoppiato adesso, eppure il Dg Barresi, insediatosi a gennaio scorso, non ha intaccato la già carente pianta organica. Sono state attivate da subito misure per incrementare il personale e per assicurare una migliore prospettiva futura. Dalla non facile ricerca delle convenzioni, ai concorsi, quelli passati, di cui uno per Dirigenti medici della disciplina di pediatria-neonatologia persino andato deserto, e quelli in corso, fino al fatto che la Regione Basilicata ha deciso di bloccare, proprio per la pediatria, tre delle cinque borse di studio rivolte ai laureati in medicina. Ancor più preoccupante il fatto che pare che la strana ondata di infortuni e anomalie del San Carlo come per una sorta di contagio a distanza si sia iniziata a diffondere anche nell’ospedale di Melfi, presidio che dopo il riordino sanitario regionale dipende dall’Aor San Carlo, dove c’è un Punto nascite a rischio “sopravvivenza”.

Ferdinando Moliterni

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