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MOSTRO DI FIRENZE, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: INCHIESTA “LUCCIOLE PER LANTERNE”

Quello del Mostro di Firenze è un caso giudiziario irrisolto di cui dobbiamo vergognarci internazionalmente, non perché chi ha indagato non abbia identificato il serial killer nostrano, ma perché ha mostrato di non saper nulla di delitti seriali. È un vizio italiano quello di tentare di spiegarsi un caso giudiziario senza pescare nella casistica.

URSULA FRANCO

MOSTRO DI FIRENZE, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: INCHIESTA “LUCCIOLE PER LANTERNE”

L’inchiesta sul Mostro di Firenze è lastricata di fallimenti, dal 1968 ad oggi, abbiamo sentito in merito la criminologa Ursula Franco.

  • È di ieri la notizia diffusa da “La Nazione di Firenze” che le strie sull’ogiva ritrovata nell’orto di Pietro Pacciani nel 1992 sarebbero state artefatte in modo che somigliassero a quelle presenti sulle 51 ogive repertate nei duplici omicidi del Mostro di Firenze, lo afferma il balista Paride Minervini, consulente della procura. In poche parole, l’ogiva ritrovata nell’orto di Pacciani non sarebbe mai stata incamerata nella Beretta calibro .22 Long Rifle con la quale il Mostro uccise almeno 16 persone, dottoressa Franco, cosa ne pensa?

Se la notizia venisse confermata non ci sarebbe da stupirsi, è fresco il ricordo del lamierino artefatto nel caso Unabomber, ma, soprattutto, vorrei che si sapesse che sono le conclusioni inerenti lo studio delle celle telefoniche che, spesso, vengono artefatte da consulenti disonesti allo scopo di incastrare i soggetti indagati dalle procure.

  • Il delitto di Signa, quello del 1968 resta ancora senza un colpevole; ai compagni di merenda, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, sono stati attribuiti solo alcuni dei delitti; Pietro Pacciani è stato assolto in appello ed è poi morto, dottoressa Franco, che può dirci?

Siamo seri, la Beretta calibro 22 non è mai passata di mano, tutti gli otto duplici omicidi sono stati commessi dalla stessa persona, un singolo serial killer da manuale. Vanni, Lotti e Pacciani erano tutti estranei ai fatti.

  • Dottoressa Franco, perché si può escludere che Pietro Pacciani fosse il Mostro di Firenze?

La psicopatologia di Pacciani nulla aveva a che fare con quella del Mostro. Pacciani era un ipersessuale con un passato di abusi nei confronti delle proprie figlie. L’autore degli 8 duplici omicidi era un soggetto sessualmente incompetente, che agiva sì per lussuria, ma che raggiungeva la propria gratificazione sessuale mettendo in pratica atti sessuali sostitutivi e non atti sessuali veri e propri.

  • È di 2 giorni fa la richiesta di archiviazione della procura di Firenze per Giampiero Vigilanti, 89 anni, ex legionario, e Francesco Caccamo, 88 anni, medico, gli ultimi due indagati, in ordine di tempo, per l’inchiesta sugli otto duplici delitti attribuiti al mostro di Firenze, che ne pensa?

Durante l’inchiesta, che andrebbe ribattezzata “Lucciole per Lanterne”, sono stati fatti errori grossolani per aver sottovalutato le preziose informazioni che alcuni esperti americani di omicidi seriali avevano fornito a chi indagava; si è ricamato sui “trofei” asportati dal Mostro, le escissioni sono state attribuite ad un esperto, nulla di più lontano dalla realtà dei fatti. Gli interventi del Mostro sui cadaveri furono sempre approssimativi, le escissioni rozze, abborracciate e i tagli netti, semplicemente, perché il coltello era molto affilato. Sempre riguardo ai “trofei”, chi indagava ha sostenuto che venissero asportati per conto terzi, niente di più sbagliato. Il Mostro asportò i “trofei” per custodirli in modo da rivivere emozionalmente l’omicidio. Dopo l’omicidio, infatti, i serial killer attraversano una fase totemica caratterizzata da un vissuto profondamente depressivo che cercano di alleviare rivivendo la loro eccitante esperienza, o tornando sulla scena del crimine, o recandosi sulla tomba delle vittime, o maneggiando degli oggetti sottratti alle stesse, o parti del loro corpo. Un serial killer è un cacciatore di umani e, come i suoi colleghi che cacciano animali, si porta a casa i cosiddetti “trofei” che gli permettono di accedere alle proprie memorie e riviverle emozionalmente ogni qualvolta lo desideri.

  • Dottoressa Franco, vuole aggiungere qualcosa?

Quello del Mostro di Firenze è un caso giudiziario irrisolto di cui dobbiamo vergognarci internazionalmente, non perché chi ha indagato non abbia identificato il serial killer nostrano, ma perché ha mostrato di non saper nulla di delitti seriali. È un vizio italiano quello di tentare di spiegarsi un caso giudiziario senza pescare nella casistica.

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