Cronaca

PAZIENTI LUCANI VENDUTI PER POCHI SPICCIOLI

L’Asp cede per un pugno di monetine i dati sensibili alla multinazionale Iqvia

L’Azienda sanitaria di Potenza (Asp) ogni anno produce ingenti quantità di “petrolio”. Per estrarre l’oro nero in questione, però, non servono trivelle, ma semplicemente capienti database informatici e interconnessioni elettroniche tali da far confluire il “greggio” da un serbatoio di una azienda pubblica nelle cisterne di raccolta di una multinazionale. Il nome del “petrolio” dell’Asp è: Big Data. Il prezioso e remunerativo giacimento informazionale dell’Asp è finito nel mirino di quella che è globalmente considerata la più grande multinazionale attiva nei servizi alle case farmaceutiche: la Iqvia. All’Asp di Potenza hanno ceduto alle mire della Iqvia pure per un pugno di monetine: 10mila euro in tre anni. L’Asp possiede archivi informatici di dati relativi al consumo dei farmaci e non solo. La Iqvia si è mostrata «interessata a disporre e ad utilizzare, per la propria attività di impresa, detti dati». All’Asp di Potenza, uno più uno fa soltanto 10mila euro spalmati per tre anni. Questa la cifra riportata nell’assegno col quale Iqvia si porterà via i dati relativi al consumo dei farmaci e dei dispositivi medici, agli acquisti e ai consumi di specialità medicinali, farmaci generici e vaccini e «qualunque altro prodotto medicinale», esitati dai magazzini ai distinti reparti ospedalieri e alle strutture territoriali, oltre ai dati di distribuzione. All’Iqvia i dati dell’Asp servono perchè una volta acquisiti, è libera di venderli alle case farmaceutiche. C’è scritto nel contratto che l’Asp ha firmato: «Terminata l’attività di elaborazione dei dati, indipendentemente dalla durata del contratto, i risultati dell’indagine potranno essere liberamente ceduti da Iqvia a propri clienti, aziende interessate al settore farmaceutico, enti pubblici e altre controparti di Iqvia nell’ambito della propria attività d’impresa». La raccolta e la successiva analisi dei Big Data potrà essere usata per comprendere, prevedere o anche tentare di influenzare, i flussi economici lucani legati al commercio farmaceutico. Nessuna trivella però. La trasmissione dei dati a Iqvia avverrà «tramite prelievo automatico» effettuato attraverso la softwarehouse dell’Azienda sanitaria lucana. Della Basilicata anche i dati farmaceutici delle aziende sanitarie pubbliche sono in “svendita”. Andranno a finire nelle mani, o meglio nei server e nei pc, delle aziende private operanti nel mercato farmaceutico che da quei dati lucani cercheranno di trarre l’algoritmo magico per massimizzare le opportunità e incrementare i loro profitti

Ferdinando Moliterni

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