SOLIDARIETÀ PIENA ED INCONDIZIONATA per il tramite del SINDACO di RUBIERA Emanuele Cavallaro

“#Rubiera è a fianco dei dipendenti del Mercatone Uno. Non si trattano così i lavoratori, che hanno appreso solo via Facebook – di notte – che la Shernon Holding, che aveva acquisito lo storico marchio appena sette mesi fa, ha dichiarato fallimento ieri. E dire che il 30 maggio si doveva tenere un incontro al Ministero per affrontare la situazione. Oggi il Mercatone a Rubiera è chiuso: chi era andato lì per lavorare, stamattina, ha dovuto uscire ed è nato un presidio spontaneo lì davanti. Mi hanno riferito delle tante promesse e dei tanti piani che gli erano stati prospettati. Attenzione, questi sono lavoratori esausti, provati ormai da anni in cui hanno dovuto affrontare tagli, ridimensionamenti, ammortizzatori sociali, riduzione dell’orario di lavoro. Tutte cose che famiglie intere hanno dovuto caricare sulle proprie spalle, mentre il punto vendita di Rubiera storicamente aveva sempre funzionato bene. Ora la cosa passa al curatore: è assolutamente necessario che l’interesse dei lavoratori – ed anche i loro crediti – vengano prima di ogni cosa. Penso, anche, che ci sia da fare piena luce sulle responsabilità di ogni tipo che ci sono in una vicenda così kafkiana, su cui è necessario ogni sforzo istituzionale per correggere la disastrosa rotta di cui oggi si deve purtroppo solo prendere atto. Però, davvero: che non sia qualcosa dove alla fine la colpa è stato del destino, perchè non penso proprio che sia così.”

#sapevatelo2019 #perfortunanonmioccupodipolitica

BUON VOTO #26maggio2019 per le comunali in #Italia ?? ed #europa ?? fino alle ore 23:00

A PROPOSITO DI MERCATONE UNO

Se la crisi di #MercatoneUno è iniziata nel 2015, quando al Mise c’era Federica Guidi, la vicenda si è poi conclusa (solo in apparenza evidentemente) il 18 maggio 2018 quando il ministero era ancora guidato da Carlo Calenda, sia pure ai suoi ultimi giorni di lavoro (il governo Conte si è insediato il primo giugno). Fu quel giorno, infatti, che fu autorizzata la cosiddetta “vendita dei compendi aziendali di Mercatone Uno in amministrazione straordinaria”. Gli acquirenti individuati dai commissari straordinari Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari, furono appunto “Shernon Holding e Cosmo”. L’amministratore delegato della prima, Valdero Rigoni, aveva poi promesso un rilancio a tutto campo con interventi milionari. Il 21 maggio erano stati comunicati i dettagli in un incontro al Mise con i rappresentanti dei sindacati: ovvero che la Shernon Holding avrebbe acquisito 55 punti vendita oltre al marchio, alla logistica e alla sede mentre Cosmo, attivo con il marchio Globo, avrebbe acquisito altri 13 punti vendita. Una procedura di vendita che per i tre commissari avrebbe dovuto consentire “la continuità aziendale e la salvaguardia di oltre 2mila posti di lavoro”. Come sottolinea Stefano Biosa, della Filcams-Cgil di Bologna, parlando all’agenzia di stampa Dire “questo imprenditore è stato scelto dal ministero: il suo piano industriale, le garanzie e i partner sono stati vagliati e autorizzati dal ministero“. Il sindacalista però aggiunge: “Ci sta che il Governo, in quel dato momento, abbia valutato la proposta di Rigoni come la migliore, ma da quando abbiamo fatto l’accordo a giugno per la cessione del plesso aziendale sono passati nove mesi e in questi nove mesi un comitato di sorveglianza del ministero doveva vigilare, però non lo ha fatto”.

QUANDO IL RIDICOLO SUPERA LA TRAGEDIA

Il bis-ministro del lavoro e dello sviluppo economico (quello che “l’Italia cresce più della Germania”, “abbiamo abolito la povertà”… e giù tutti gli slogan a pioggia come quella di questi giorni, contraddittori e ingannatori, preparati dalla Premiata Ditta…) DOPO NON AVER FATTO NULLA, ben potendo da bis-ministro, d’anticipo, strumentalizza l’ennesimo fallimento aziendale con seguito di disoccupati in massa con un poco rispettoso e inopportuno post su facebook proprio alla vigilia delle elezioni.

Di grazia Sig. BIS-MINISTRO ci dica: a che pro?
E soprattutto appuntamento al tavolo ministeriale a TUTTI chi?

Spieghi che i tavoli ministeriali non sono propriamente delle piazze aperte a tutti. Tranne eccezioni motivate non sono ammessi nemmeno i parlamentari.
Che bisogno c’è di fare questo indegno sciacallaggio?

E come i topi nella favola del pifferaio magico, al segnale dello Staff Comunicazione della Premiata Ditta, ecco i penta-burattini accorrere per dar sostegno all’ennesima pagliacciata prevista dal copione.

Quando il ridicolo supera la tragedia.
@SerenellaFuksia

CARLO CALENDA : Al momento della cessione di Mercatone Uno è stata inserita una clausola di salvaguardia (riserva di proprietà) data la fragilità dell’acquirente, che può riportare sostanzialmente la società in Amministrazione Straordinaria se vi sono gravi inadempienze da parte della nuova proprietà.

Esistevano le condizioni per evitare il fallimento così come è accaduto con le acciaierie di Piombino prima cedute a Rebrab e poi Jindal. Le parti avrebbero potuto constatare tempestivamente l’inadempimento se vi fosse stato da parte del Ministro in prima persona un impegno politico.

Anche per Mercatone Uno la procedura può riniziare salvaguardando i lavoratori. Ma ci vuole cura, lavoro e la presenza del Ministro Di Maio ai tavoli di crisi.

Uno rompe il silenzio elettorale, l’altro non si accorge di un fallimento che lascia per strada 1.800 persone.

Sono i due Vicepremier, nessuno dei due ha mai lavorato, nessuno dei due ha capito come si lavora o come ci si comporta nelle istituzioni. Matteo Salvini Luigi Di Maio

L’autorizzazione alla cessione di Mercatone Uno è stata data dopo 4 gare deserte. L’alternativa sarebbe stata la chiusura. La vendita è stata perfezionata ad agosto, quando Di Maio era Ministro.

La società avrebbe dovuto fare operazioni di rafforzamento del capitale. Non ho rimproverato a Di Maio la scelta ma la mancanza di vigilanza perché non è possibile che un Ministro non si accorga del fallimento di un’azienda di queste dimensioni.

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