Politica

SALVINI: «IO COME SAN GERARDO»

Nuovo slogan del ministro a Potenza per le Europee e Guarente sindaco

In politica vale davvero tutto. Salvini alla ricerca costante di formule comunicative a Potenza ne ha sparata una delle sue. «Qui ci vuole San Gerardo per liberare la città dagli oppositori. Ai potentini dico che dato che si vota il 26 fate in modo che di anticipare San Gerardo di quattro giorni». Così il vicepremier a Potenza dove con un comizio non più in piazza, per via della pioggia, ma al Park Hotel, ha provato a tirare la doppia volata vincente alla Lega sia per il candidato sindaco del capoluogo Mario Guarente, sia per il partito alle Europee. A Salvini l’Opera, «scherza con i fanti, ma lascia stare i santi», non deve piacere, avrà altri gusti musicali. Perché il cavillo religioso popolare lo ha così tanto infervorato che ha proseguito sulla scia. San Gerardo dovrebbe liberare Potenza grazie alla Lega, e aquesto punto verrebbe da dire osservando le paradossali e anacronistiche spillette di Alberto da Giussano sulle giacche dei leghisti eletti in Regione, meglio San Gerardo che il soldatino di Legnano, mentre in Europa a fare le veci del santo sarà proprio lui in persona. «Visto che si vota anche per le Europee – ha sottolineato Salvini -, vinciamo così pure io la faccio fare la sfilata dei Turchi, ma a Bruxelles. Vi farò vedere sfilare Macron, la Merkel, Soros, e tutti questi personaggi che comandano in Europa. Loro sono come i Turchi, ma non hanno spade. Usano lo spread, la precarietà, la finanza». «Quella di adesso – ha ribadito il leader leghista – non è l’Europa dei popoli, della pace, fratellanza. Vado a Bruxelles e  quelle regole che stanno massacrando l’Italia le straccio e le cambio dalla prima all’ultima». A introdurre lo show degli slogan di Salvini, il parlamentare lucano Pasquale Pepe. «In Basilicata – ha detto – per chiudere il cerchio della rivoluzione dobbiamo vincere anche a Potenza» E chissà se questa rivoluzione leghista poi non sia politica, ma etimologica nel senso di un ciclico ritorno al passato a certi modi di gestire la cosa pubblica. Ad accogliere Salvini anche un manipolo di protestanti con striscioni e slogan. Oltre al sempre presente «il Sud non dimentica», i contestatori avrebbero voluto donare a Salvini il cavallo di Zorro. Così per sanare quel lutto psicologico mai rielaborato dal ministro di quando, come raccontato nell’autobiografia “Io sono Matteo Salvini”, che risale a quando all’asilo gli rubarono il pupazzetto di Zorro. Probabilmente la pista del migrante non è stata mai battuta dagli investigatori e il colpevole mai trovato. Ma soprattutto tra i striscioni vari con il numero 49. In riferimento alla frode da 49 milioni che gli inquirenti attribuiscono a vertici passati della Lega.

Ferdinando Moliterni

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