«ENI: PIÚ PROFITTO MENO TUTELA AMBIENTALE»
Basilicata, nuova inchiesta petrolio: le accuse del procuratore capo Curcio
La scoperta investigativa dell’ulteriore inchiesta della Procura di Potenza sugli sversamenti petroliferi in Val d’Agri dal Centro Oli dell’Eni, il Cova di Viggiano, sta scatenando un tam tam di reazioni a livello istituzionale e politico. Sono indagate tredici persone fisiche ed una persona giuridica, l’Eni, di cui è stato arrestato un dirigente, per i reati di disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale. Il ministro dell’ambiente Costa ha nell’immediato commentato l’operazione degli inquirenti del capoluogo eseguita dai Carabinieri del Noe con le seguenti parole: “Oggi è una giornata importante per la regione Basilicata e per la nostra attivitàdi tutela dell’ambiente. Ancora una volta dimostriamo con i fatti che chi inquina non può restare e non resterà impunito”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente”. Affermazioni dure sono state utilizzate dagli inquirenti potentini, Curcio e Triassi, durante la conferenza stampa nella quale sono stati illustrati i dettagli dell’inchiesta. E’ emerso, è stato detto, un devastante giro vizioso di malaffare per cui la legge del profitto, quello dell’Eni, veniva davanti a tutto e tutti. In primis, prevaleva sulla salvaguardia dell’ambiente e in secondo luogo coinvolgeva anche persone che voleva opporsi al sistema delle mele marce come l’ingegner Griffa.
Queste le parole del Procuratore capo Francesco Curcio ai microfoni di Cronache lucane tv