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TRANSITA, quello che vogliamo essere e raccontare

TRANSITA è un luogo dove provare ad orientarsi nelle turbolenze della metamorfosi. Vogliamo provare a ripensare l’attualità di una esperienza come fu quella di Adriano Olivetti, di una industria che lavora per le comunità.

TRANSITA è un luogo dove provare ad orientarsi nelle turbolenze della metamorfosi. Vogliamo provare a ripensare l’attualità di una esperienza come fu quella di Adriano Olivetti, di una industria che lavora per le comunità. Partendo dalla sua esperienza vogliamo interrogandoci sulla sua attualità, vogliamo collocarne il pensiero nella contemporaneità di un nuovo Umanesimo Industriale che sia adeguato ai tempi ed ai temi dell’oggi, dal territorio alla robotica.

TRANSITA, quello che vogliamo essere e raccontare

Una spazio per provare ad orientarsi nelle turbolenze della metamorfosi.

Questo l’obiettivo, certamente ambizioso, che ci anima nell’avviare questo sito. Di spazi dedicati alla tecnologia e all’innovazione il web è ormai sovraffollato. Meno diffusa è invece una discussione che consideri tecnologia, scienza e innovazione, questioni sociali e politiche nello sviluppo dei territori e delle imprese.

Il punto è scegliere consapevolmente verso quale direzione vogliamo che le nostre società si incamminino.

Al fondo l’ispirazione che ci muove è provare a ripensare l’attualità di una esperienza come fu quella di Adriano Olivetti, di una industria che lavora per le comunità.

Partendo dalla sua esperienza e interrogandoci sulla sua attualità, vogliamo collocarne il pensiero nella contemporaneità di un nuovo Umanesimo Industriale che sia adeguato ai tempi ed ai temi dell’oggi, dal territorio alla robotica.

Oggi il rapporto tra società, impresa e tecnologie manca di una visione dello sviluppo che potremmo chiamare della con-crescita, della crescita sociale oltre che del PIL, recuperando l’idea di una economia mista, della possibilità che diverse forme di sviluppo e di impresa convivano. Sostenibilità è in primo luogo la capacità di ricostruire una “biodiversità” del fare impresa.

Ciò da cui dobbiamo liberarci è l’idea che esista una sola via possibile: al contrario ciò che vogliamo far emergere è il pluralismo delle forme di organizzazione sociale, d’impresa, delle forme del valore che in Italia operano.

D’altronde anche in Europa coesistono capitalismi diversi tra loro.

Il lettore che vorrà esplorare i contenuti del sito troverà dunque un mix di riflessioni più generali ed esperienze tratte dai microcosmi territoriali, interviste a protagonisti e studiosi.

Si parlerà del grande tema del futuro del lavoro come delle forme in cui sta cambiando l’organizzazione dell’impresa. Di intelligenza artificiale intesa come nuova forma di intelligenza personale più che “robotizzazione” del mondo, di come in Italia stiano cambiando le reti dell’innovazione e della ricerca, di economia circolare e di impresa sociale, delle nuove geografie economiche che caratterizzano il nostro paese, del complesso rapporto tra città e territori, di come cambia la questione meridionale alla luce della nuova stagione di autonomie, funzionali e territoriali. Insomma, un luogo aperto che ambisce a dare spazio all’intelligenza collettiva di un paese che, seppur tra mille difficoltà ha un capitale collettivo che attende di essere raccontato.

Pasquale Carrano e Aldo Bonomi

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