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Revenge Porn, sì all’unanimità al reato: carcere sino a sei anni e maximulte di 15mila euro

Lega e 5 stelle cambiano idea: l’emendamento sul revenge porn passa all’unanimità – Accordo raggiunto in commissione Giustizia nel pomeriggio e confermato dal voto in aula a Montecitorio. La Lega ha invece ritirato l’emendamento sulla castrazione chimica, evitando al governo di non avere i numeri per farlo passare

Lega e 5 stelle cambiano idea: l’emendamento sul revenge porn passa all’unanimità Accordo raggiunto in commissione Giustizia nel pomeriggio e confermato dal voto in aula a Montecitorio.

L’aula di Montecitorio durante l’evento ‘Lo Stato dei beni Comuni’, Camera dei Deputati, 22 febbraio 2019. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

La Lega ha invece ritirato l’emendamento sulla castrazione chimica, evitando al governo di non avere i numeri per farlo passare Nessun voto contrario e standing ovation finale in aula. I partiti hanno dato una prova di compattezza, con l’opposizione che non ha presentato richieste di modifica (sub-emendamenti) al provvedimento sul revenge porn e la maggioranza che ha proposto un testo che è stato condiviso all’unanimità.

L’intesa raggiunta in commissione Giustizia sul revenge porn è stata sancita anche nell’aula della Camera, che aveva ripreso dopo una settimana l’esame sul disegno di legge sul Codice rosso. La votazione si è conclusa con 461 voti a favore e nessun contrario. Chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, verrà punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5000 a 15.000 euro.

La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate. La discussione su questa parte del disegno di legge relativa alla violenza sulle donne era stata interrotta una settimana fa, a causa di posizioni differenti all’interno del governo. Lega e 5 Stelle avevano votato contro le proposte delle opposizioni (sia quella presentata da Laura Boldrini che quella di Forza Italia), una parte delle quali aveva occupato i banchi dell’esecutivo. Poi il Movimento 5 Stelle aveva annunciato in una conferenza stampa al Senato la presentazione di un proprio disegno di legge sul tema. Ma il segnale più forte per il governo arriva dalla Lega, che dopo aver difeso per una settimana il provvedimento sulla castrazione chimica ha ritirato l’emendamento sul tema.

Non avrebbe incassato il sostegno dei 5 Stelle, mettendo dunque in difficoltà la maggioranza e dando un segnale evidente delle divisione interne. Tutto evitato, al momento. «Siamo consapevoli – ha detto il ministro Giulia Bongiorno – che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5S. Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il Governo e questo provvedimento contro la violenza sulle donne».

«Bene l’emendamento unitario sul revenge porn – ha commentato Luigi Di Maio su Twitter – Ora approviamolo, ma poi portiamo subito in aula la legge della senatrice del Movimento 5 Stelle Elvira Evangelista per regolamentare la materia nel suo insieme.

Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie» Revenge porn, sì all’unanimità al reato: carcere sino a sei anni e maximulte di 15mila euro Legge codice rosso, carcere per il revenge porn: la Camera ha approvato all’unanimità, con 461 voti, l’emendamento al disegno di legge ‘codice rosso’ che introduce il reato di revenge porn. Il testo approvato dalla Camera prevede che chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5000 a 15000 euro.

La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi del coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena viene poi aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto viene punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela e di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale.

«È una vittoria delle opposizioni», esulta Laura Boldrini, mentre Federica Zanella di Fi puntualizza il testo riprende quello a sua firma «aggiungendo il reato di divulgazione e l’aumento di pena per le condotte realizzate ai danni di disabili. Alla ripresa dei lavori verrà presentato un nuovo emendamento della commissione, condiviso da tutte le forze politiche, da parte della relatrice del provvedimento Stefania Ascari del Movimento 5 stelle.

Forza Italia ritira nell’Aula della Camera il proprio emendamento sul revenge porn alla legge sul ‘codice rosso’ in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, di cui prima firmataria è Federica Zanella in seguito alla presentazione di un’altra modifica del testo da parte della commissione che lo recepisce per intero.

Lo annuncia la capogruppo Maria Stella Gelmini. «Rispetto alla brandizzazione della proposta ha prevalso la tutela delle donne. Come donne parlamentari siamo orgogliose di questo risultato. Il testo Zanella è migliorato ed è la proposta di tutto il Parlamento, a dimostrazione che su questi temi deve esserci piena condivisione».

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