La criminologa Ursula Franco è consulente della difesa di Michele Buoninconti, dei fratelli Ciocan e di Stefano Binda e si è spesso espressa in modo critico riguardo allo spettacolo cui vengono ridotti alcuni casi giudiziari dai Media.

– Dottoressa Franco, come si risolve un caso vecchio di decenni, un cosiddetto Cold Case?
Ho il dovere morale di sfatare un mito dei programmi spazzatura che invadono il piccolo schermo: non tutti i cold case si possono risolvere.
I motivi per i quali un caso risulta irrisolto sono due: o non sono state tratte le giuste conclusioni dopo aver esaminato le risultanze delle indagini o le indagini iniziali sono state lacunose, un’evenienza cui raramente si può rimediare, pertanto non è detto che un caso vecchio di decenni si possa risolvere.
In alcuni casi non si può risolvere un cold case neanche in presenza di una confessione perché tutto ciò che un soggetto che si autoaccusa afferma deve essere corroborato da prove scientifiche che possono essere andate distrutte o possono non essere mai state raccolte.
Pertanto, chi si inerpica su strade vecchie di decenni rischia grosso, per sé ma soprattutto per il malcapitato preso di mira.
Una conferma del coinvolgimento o meno di un soggetto e della veridicità di ciò che affermano eventuali testimoni, anche a distanza di decenni, viene dall’analisi del loro linguaggio ma gli interrogatori devono essere condotti e analizzati con tutti i crismi.
Personalmente mi esprimo su un caso vecchio solo in presenza di interviste video che risalgano all’epoca dei fatti, questo perché le vecchie trascrizioni degli interrogatori non sono affidabili.